La quinta colonna del liberalismo: “French Theory” e potere come flusso

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4 risposte

  1. Matteo ha detto:

    Molto interessante, ma mi pare che si commetta il solito errore dialettico della rimozione psicologica.
    L’autore sembra suggerire la vecchia e stantia tesi del “tradimento della sinistra” che è pericolosamente vicino all’autoconsolatoria strada adottata dai vecchi compagni delusi: “quella non è la “vera sinistra” ma solo una “destra mascherata”.
    Spiace dirlo, ma se l’obiettivo è quello di liberare l’umanità dai grandi mali che la affliggono (famiglia, proprietà, Stato), come esplicitamente messo all’ordine del giorno da Engels, allora la coerenza appare assoluta.

    • Jacopo D'Alessio ha detto:

      “Al Trentennio Glorioso ideato e nel complesso gestito dalle forze del capitalismo andava fatto seguire, con le buone o con le cattive, un Trentennio socialista e sovranista”

      L’autore però spiega chiaramente che il percorso da seguire sarebbe stato sovranista, quindi riaffermando l’entità costituzionale e statale, e non con l’eliminazione dello stato (la famiglia e la proprietà).

    • Simone Garilli ha detto:

      L’obiettivo del FSI, naturalmente, non è liberare l’umanità da famiglia, proprietà e Stato. L’FSI non si qualifica come marxista, sebbene alcuni dei suoi militanti leggano Marx, Engels o Lenin e tutti, credo, li tengano in dovuta considerazione.

      Per il resto, non c’era in me nessuna intenzione di suggerire la tesi del “tradimento a sinistra”, perché considera la categoria di ”tradimento” pre-politica, soggettivistica, e quindi poco utile all’analisi politica. Io credo che col senno di poi (e solo col senno di poi) l’analista debba ragionare in termini deterministici (“se è andata così un motivo c’è”) e quindi in termini oggettivi. La Sinistra ha oggettivamente espulso la sua componente socialista, ed è assurdo pensare che si sia trattato della somma di tanti tradimenti personali. Una tale mole di tradimenti non può che dipendere da un traino esterno, strutturale, cioè da uno spirito del tempo peculiare che si tratta di conoscere, in modo da liberarsene.

      • Matteo ha detto:

        Ed in questo sono in disaccordo.
        Anzi, noto una coerenza tremenda nella sinistra italiana, che come nota Cesaratto è sempre stata avversa a Keynes.
        Semplicemente, il socialismo non può portare all’escatologia universale messianica, indi ora come ora provano con il neoliberalismo.
        Chi lo sa, magari ce la faranno.

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