Al bar…
di GIANLUCA BALDINI (FSI Pescara)
– Cappuccio e cornetto, grazie. Tu…?
– Gianlù, ma possibile che va tutto male?
– Cosa intendi…?
– Eh, su ogni cosa mi racconti come peggiora tutto! Cioè è vero, lo so pure io, lo vedo, lo vivo, ma può esse che non va bene niente? Può esse? Mio figlio mi legge pure certe cose che scrivi su féisbuc, tì rraggiòne, però può esse che nìn va bbone nìnde?
– Mario non è così. Per me vanno bene un sacco di cose. Ho sposato una donna meravigliosa che mi ha dato una figlia bellissima. Lavoriamo entrambi e, benché il nostro impiego sia precario, non mi preoccupa particolarmente il nostro futuro, perché lei ha un’ottima preparazione e titoli validi da spendere sul mercato e io sono disposto a fare tutto per la famiglia e ho un patrimonio generoso da sperperare prima di finire col culo per terra.
– …
– Voglio dire, se penso alla mia personale condizione, allora ti dico che a oggi va tutto alla grande. Domani, chissà. La mia più grande preoccupazione semmai è per il mondo che consegnerò a Francesca e ai figli che verranno, se Dio vuole. A proposito tuo figlio come sta?
– Eh zìtt… sta male, mi si sta a deprime. Cerca, cerca, ma non trova niente. Mo’ è andato un mese ad aiutare un amico al ristorante per 20 euro a serata in nero. Certo, per quanto ha studiato è un peccato, però che vuoi fa? Meglio di niente…
– Capisco, mi dispiace. E tua figlia…?
– Auà, lasciamo perde! Ogni giorno è ‘nà guerra. ‘Sta povera ragazza è stata tanto sfortunata che mo’ pare che deve espiare qualche colpa non sua… lei sorride sempre, ci vuole tanto bene e ha una forza che io e mia moglie ce la sogniamo, ma la vita di un disabile oggi, pure se è meglio di una volta, ma è quella che è. C’attocche pure a paga’ tutto perché non siamo abbastanza bisognosi da godere della gratuità di tutti i servizi, e coi tagli… alla fine vedono di accontentare chi c’ha più bisogno, capito? Eh, ‘nà guerra!
– Mario, ho capito. Allora penso che devi riformulare la domanda e rivolgerla a te stesso.
– Eh…?
– La domanda che mi hai fatto all’inizio, ricordi? Mi hai chiesto perché dico sempre che va tutto male. Ecco, dovresti chiedere a te stesso perché continui a ripetere che va tutto bene, quando non va bene proprio niente. Questo dovresti chiederti, amico mio. Tu hai lavorato una vita, ti stai godendo una meritata e sudata pensione, ma i tuoi figli, dopo lo studio che gli hai garantito con il sacrificio famigliare e che hanno onorato con l’impegno individuale, non hanno futuro e combattono contro i mulini a vento.
– Hai ragione, mannaggia santa!
– Ciao Mario, un abbraccio, a domani. Offro io. E domani fammi chiamare da tuo figlio. Se non lavora avrà tempo da dedicare a un progetto un po’ ambizioso. Vogliamo cambiare il mondo. Se va bene siamo tutti salvi, se va male… c’abbiamo provato!
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