Insegnamenti e buone notizie dalla Catalogna
di STEFANO D’ANDREA
Tutto sommato le cose non stanno andando male, anzi direi che stanno andando benissimo.
Intanto, l’Unione europea non può permettersi, per ora, di prendere una netta posizione contro gli Stati. Anche l’UE, sotto questo punto di vista, è “debole”, nel senso di non ancora sufficientemente forte. Buona notizia.
In secondo luogo, gli Stati rifiutano con immediatezza la mediazione internazionale (insomma dicono: “fuori dalle balle, se è necessaria la guerra civile è necessaria e la facciamo tra noi”). Anche questa è una buona notizia. Gli Stati non esistono più sotto il profilo della sovranità economica, e la disgregazione sociale indebolisce certamente la coscienza nazionale, ma gli Stati restano Stati sovrani sopra i loro territori, per quanto riguarda la distribuzione dei poteri nel territorio statale o addirittura gli indipendentismi. Anche questa è una buona notizia.
In terzo luogo, l’individualismo, la pigrizia e la mancanza di fede tipici della post modernità occidentale, se rendono difficile e lungo l’iter per la formazione di un grande partito patriottico, rendono ridicoli e pacchiani i tentativi di secessione, che dovrebbero essere fondati sulla disponibilità alla guerra, al martirio e sulla fede, tutte dimensioni spirituali pressoché assenti. Anche questa è una buona notizia.
Stiamo apprendendo parecchie cose dalla vicenda della Catalogna.
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