Liguria, ancora gravissimi disagi nei pronto soccorso
di IL SECOLO XIX
Genova – Galliera paralizzato, San Martino e Villa Scassi in grave difficoltà. Alle 15.26 di oggi i pronto soccorso di Genova confermano le difficoltà di fronte al picco influenzale in questi giorni post festività con studi medici ancora aperti con il contagocce. Il Galliera registra 30 persone in attesa, lista che scende a 17 per il più strutturato pronto soccorso del San Martino…
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Villa Scassi, un’altra giornata da incubo
Genova – «È la terza volta che veniamo in tre giorni. Mio padre ha un’infezione deve essere ricoverato, ma non ci sono posti e ci hanno rimandato sempre a casa. Oggi (ieri, ndr) stiamo aspettando la visita di triage da due ore e mezza…»: Stefano, 30 anni, si appoggia al muro del pronto soccorso del Villa Scassi. Non c’è altro posto…
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COMMENTO.
Due articoli di una testata locale su Genova che in questi giorni sta denunciando la drammatica situazione del pronto soccorso intasato e incapace di rispondere alle esigenze degli ammalati.
Si tratta di una fotografia che riesce a cogliere tuttavia anche il resto del paese dove le strutture ospedaliere sono arrivate al collasso a causa dei ripetuti tagli draconiani inferti alla spesa pubblica e al ridimensionamento del personale medico. La spending review e il patto di stabilità dei comuni sta distruggendo infatti la salute dei cittadini sulla falsa idea che l’obiettivo principale dell’Italia debba essere quello di mantenere in equilibrio la finanza pubblica a causa dei vincoli europei.
Ricordiamo in breve che invece:
- il rapporto del 3% tra PIL e spesa dello stato fu un errore ed è stato dimostrato essere privo di alcuna validità scientifica;
- che uno stato con monopolio della propria moneta non è costretto a chiedere in prestito ricchezza finanziaria dai mercati internazionali, in quanto è capace di fornire a se stesso la moneta che desidera per risolvere i fabbisogni reali della popolazione;
- che il livello di inflazione che deriverebbe da un aumento della base monetaria non sarebbe pericolosa se fosse di alcune percentuali al di sopra del 2% (limite stabilito dalla BCE), ma che soprattutto in questo momento ci troviamo in deflazione: ovvero ad affrontare una problematica opposta rispetto alla minaccia prospettata dalle attuali autorità monetarie nazionali ed europee;
- che l’aumento della domanda di beni esteri dovuti ad un aumento della domanda globale (es: assunzioni di personale medico) metterebbe a rischio la bilancia dei pagamenti italiana la quale tuttavia in questo momento si trova in positivo.
- E che, nonostante tutto, la bilancia dei pagamenti, nel caso ci fosse un aumento della spesa pubblica, e di conseguenza di un aumento dei redditi da lavoro (es: l’aumento di stipendi di nuovi medici), sarebbe inevitabilmente a rischio soprattutto perché ci troviamo in un sistema di valuta unica e integrata dei mercati finanziari.
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