#withrefugees: l’ennesima melassa dirittoumanista
di OLTRE LA LINEA (Davide Pellegrino)
Ma di quali rifugiati parlano i nostri Francesco Totti e Claudio Marchisio quando sfoggiano lo slogan #withrefugees a furor di telecamera? Su 82.000 domande per lo status di rifugiato esaminate lo scorso anno, il 52,4% sono state rifiutate. È quanto emerge dall’ultimo rapporto ISMU.
Il perché è molto semplice ed è presto detto. Dai veri teatri drammatici, come la Somalia vittima di al-Shabab, il numero di persone che si sposta in Europa è fortemente ridotto. Preferiscono mete come Kenya o Etiopia e ci pensano bene prima di allontanarsi di più. Questo perché è nel loro interesse tornare il prima possibile o al momento giusto. Un po’ come accadde a Mosul, nel 2017.
Gli “sbarcati” provengono in larga maggioranza da Gambia, Angola, Nigeria e Mali. Esistono conflitti in questi Paesi? Assolutamente no. Certo, qualcuno citerà la presenza limitata di Boko Haram, legata a Daesh ed al-Qaeda. Ma i nigeriani che attraccano a Pozzallo, Lampedusa o Gioia Tauro fuggono tutti dalla parte meridionale del loro Stato, non da quella nord-orientale sotto il suo controllo.
E poi, davvero vi è una così diffusa carestia? Vediamoci chiaro. Da oltre vent’anni il PIL continentale cresce a medie altissime grazie alle percentuali che registrano questi quattro Paesi. Grazie al petrolio, Luanda ha conosciuto picchi del 17% e vanta un trend positivo tra il 2003 e il 2013 di quasi il 150%. Lagos, invece, ha incassato commissioni petrolifere per 60 miliardi di dollari solo nel 2014.
È nient’altro che la propaganda delle ONG a spingerli sul continente europeo. Veicolano un’immagine positiva dello stesso con la complicità dei mass media. Bamako, a tal proposito, ha proposto contromisure drastiche sulla scia di Africa Today in tutto il mondo. Campagne di sensibilizzazione, anche con cartelloni pubblicitari, per far capire ai giovani che l’emigrazione non è una soluzione. E ha ragione.
Lo diceva Machel Samora, per quanto concerne il Mozambico. Il fenomeno migratorio è funzionale a depotenziare queste popolazioni e fa il gioco dei saccheggiatori occidentali. Dietro la retorica umanitaria, di cui Roberto Saviano, i fenomeni di cui sopra, Jorge Bergoglio e altri si rendono promotori a ogni piè sospinto, si nasconde il messaggio secondo cui la terra dell’africano è feccia, povera, quindi deve andare via.
Di conseguenza diventa l’arma del capitalismo coloniale per far morire qualsiasi intenzione di tali Paesi di staccarsi dalle logiche imperialiste e raggiungere una forma di sovranità o autodeterminazione. Lo abbiamo visto con Thomas Sankara, ad esempio. Oppure Mu’ammar Gheddafi.
Fonte: http://www.oltrelalinea.news/2018/06/21/withrefugees-lennesima-melassa-dirittoumanista/
Commenti recenti