Alcuni equivoci sull’idea di ordine e sull’egualitarismo democratico
di JULIEN BENDA
L’idea di ordine è normalmente oggetto di un equivoco di cui non solo si valgono coloro che l’utilizzano, ma che sembra ammesso da persone oneste in assoluta buona fede. Ricordiamo che l’idea di ordine quale l’hanno concepita [i Greci] è l’idea dell’armonia dell’universo, soprattutto dell’universo inanimato, l’idea di cosmo, di mondo, termine che significa l’ordinato per contrapposizione a l’in-mondo. Per i filosofi ellenici supremo ruolo della divinità e suo onore, era, non di aver creato l’universo, ma di avervi introdotto ordine, cioè intelligibilità.
Ora, non c’è alcun rapporto tra questa contemplazione serena e tutta intellettuale, che in effetti si oppone alla passione, e lo stato tutto passionale per cui certe classi superiori intendono mantenere, foss’anche con mezzi meno armoniosi, il loro dominio su quelle inferiori; passione che esse chiamano il senso dell’ordine. L’autore del Timeo [il filosofo Platone, ndr] non avrebbe riconosciuto la sua idea di ordine negli atti – i terrori bianchi – con i quali certe caste, all’indomani di rivendicazioni popolari che le hanno fatte tremare, “ristabiliscono l’ordine”.
Gli apostoli dell’ordine ritengono normalmente che sono loro a incarnare la ragione, cioè lo spirito scientifico, perché loro rispettano le differenze reali che esistono tra gli uomini; realtà che la democrazia viola cinicamente con il suo romantico egualitarismo. C’è in questo una concezione completamente falsa dell’egualitarismo democratico, che i nemici di questo regime sanno essere falsa e utilizzano come ordigno di guerra, ma bisogna pur dire che numerosi democratici l’adottano in assoluta buona fede e si trovano così senza difesa di fronte ai fulmini dell’avversario.
Essa consiste nell’ignorare che la democrazia non vuole l’eguaglianza dei cittadini se non di fronte alla legge e alle possibilità di accesso alle funzioni pubbliche; per il resto, la sua posizione è definita da queste parole del filosofo inglese Grant Allen: “Tutti gli uomini nascono liberi e ineguali, scopo del socialismo è mantenere questa ineguaglianza naturale e trarne il miglior partito possibile”, o da queste altre del democratico francese Louis Blanc, che dichiarava la vera uguaglianza essere la “proporzionalità” e consistere per tutti gli uomini nell'”eguale sviluppo delle loro facoltà ineguali“.
Affermazioni che derivano entrambe da questo pensiero di Voltaire: “Siamo tutti ugualmente uomini, ma non uguali membri della società”. D’altra parte è certo che la democrazia non ha trovato – ma è mai possibile – un criterio che permetta di predeterminare quelli che, a causa di questa ineguaglianza naturale, hanno diritto nella vita pubblica a un rango superiore, le élites. Rimane il fatto che essa ammette questa ineguaglianza, la accetta, non solo nei fatti ma come principio, mentre i dottrinari dell’ordine le sostituiscono un’ineguaglianza artificiale, fondata sulla nascita o la fortuna, e si mostrano in ciò perfetti violatori della giustizia e della ragione.
[da Il tradimento dei chierici (1927), trad. it. Einaudi 1976]
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