L’Europa è in mezzo alla guerra del 5G tra Stati Uniti e Cina. E le aziende tedesche temono la vendetta di Pechino
di BUSINESS INSIDER ITALIA (Marco Cimminella)
Il logo Huawei e una bandiera cinese a Shanghai – Johannes Eisele/AFP/Getty Images
Gli Stati Uniti hanno messo la pulce nell’orecchio agli alleati occidentali. Qualche mese fa avevano esortato gli stati dell’Ue a diffidare della tecnologia di Huawei per lo sviluppo della rete 5G sul vecchio continente. E in questi giorni sono tornati alla carica, mettendo in guardia dalle “minacce alla sicurezza” rappresentate dalla componentistica cinese nel mondo. La Germania sembra aver ascoltato i messaggi provenienti dall’altro lato dell’Atlantico: i ministri di Berlino si sono riuniti mercoledì per discutere sui rischi dei dispositivi del colosso di Shenzhen.
Il timore generale è che i dati vengano consegnati alle autorità cinesi. Queste accuse però sono sempre state respinte dall’esecutivo comunista di Pechino, che le aveva interpretate come un modo per ostacolare la crescita di Huawei. Il Global Times, quotidiano vicino al partito comunista, aveva parlato di una vera e propria “guerra fredda” nel settore hi-tech, dopo che Donald Trump aveva chiesto a Ue e Giappone di non utilizzare le apparecchiature cinesi per i loro sistemi di comunicazione a causa di possibili rischi di attacchi informatici e operazioni di spionaggio. L’esortazione del presidente Usa era stata rivolta soprattutto agli stati che ospitano basi americane, come Italia e Germania.
- Da sinistra, il presidente cinese Xi Jinping e il presidente Usa Donald Trump – FRED DUFOUR/AFP/Getty Images
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Berlino cerca di ridurre al minimo i rischi e per questo anche la prossima settimana i leader della coalizione di governo si incontreranno per discutere delle specifiche misure da prendere, come particolari requisiti tecnici e un eventuale patto anti spionaggio con la Cina. Rinunciare a priori alla tecnologia cinese potrebbe comportare seri danni, politici e commerciali.
Come ha spiegato Dieter Kempf, a capo della Federazione delle industrie tedesche, sarebbe molto più saggio costringere società come Huawei a rispettare rigide regolamentazioni invece di imporre un divieto totale, mettendole al bando completamente. “Non avrebbe senso – ha spiegato alla Reuters – perché ridurrebbe il numero di fornitori esistenti e quindi le opzioni a nostra disposizione, soprattutto in tema di costi. In più, ci sarebbero anche delle implicazioni di carattere politico, visto che Pechino potrebbe essere tentata di vendicarsi sulle aziende tedesche“.
- Angela Merkel, cancelliere federale della Germania – Gewtty Images
Un pericolo che i media cinesi hanno fatto notare diverse volte, rivolgendosi ai paesi che sul vecchio continente stanno usando o sperimentando la tecnologia di Huawei. Il messaggio (o avvertimento) è chiaro, meglio non seguire i consigli che vengono da Washington: “Rifiutare tutto si tradurrà in una rete 5G più lenta, più cara e meno affidabile”, si legge in un editoriale del Global Times. Perché è in corso una “guerra fredda tecnologica” e schierarsi dal lato sbagliato potrebbe comportare gravi perdite commerciali.
L’Europa sembra quindi nel bel mezzo di un scontro tra due potenze che non riguarda solo deficit commerciale e guerra dei dazi, ma che si esprime anche sul piano del predominio tecnologico: lo sviluppo del 5G è uno degli obiettivi strategici della Cina e rientra nell’ambizioso piano di trasformazione dell’economia nazionale conosciuto come Made in China 2025.
Per l’esecutivo comunista, le accuse statunitensi devono essere lette come un tentativo di bloccare il rafforzamento di Pechino e dei suoi campioni nazionali: Huawei conta oltre 180 mila addetti, con attività in più di 170 tra nazioni e regioni, e registra vendite annuali che superano i 100 miliardi di dollari. Washington invece dice di essere seriamente preoccupata per i rischi di spionaggio in Europa, considerata una priorità nel suo sforzo globale atto a impedire la diffusione delle attrezzature cinesi per lo sviluppo delle reti di ultima generazione.
- Il presidente cinese Xi Jinping e Ren Zhengfei, fondatore e presidente di Huawei – MATTHEW LLOYD/AFP/Getty Images
Come reagiranno i diversi paesi europei? Le autorità tedesche stanno decidendo quali misure prendere, l’asta delle frequenze per il 5G dovrebbe tenersi in primavera, nella seconda metà di marzo. Intanto però Huawei ha già creato alcuni laboratori in Germania e Gran Bretagna per testare e validare la sua tecnologia, in modo da convincere i clienti che non esistono “back door” che espongono le reti e i dati alle cyber spie.
Il colosso asiatico delle telecomunicazioni ha detto di essere pronto a costruire un centro analogo in Polonia, ma le autorità polacche devono ancora accettare l’offerta. E non è detto che lo faranno: il paese potrebbe escludere Huawei dallo sviluppo del 5G a causa dei dubbi sollevati da Washington. Il mese scorso un dirigente della stessa società era stato arrestato in Polonia con l’accusa di spionaggio.
- Bruno Le Maire, ministro dell’Economia e delle Finanze francese – ERIC PIERMONT/AFP/Getty Images
Intanto anche in Francia sono state espresse preoccupazioni a riguardo dal ministro delle Finanze Bruno Le Maire, chein un’intervista su France 2 ha fatto notare la necessità ancora più impellente di proteggere le informazioni riservate ora che si sta verificando il passaggio dal 4G al 5G. Infatti, due operatori del Paese Bouygues Telecom e Altice Europès SFR Group stanno già impiegando la tecnologia Huawei per le loro reti.
Intanto il conflitto si consuma anche nel resto del mondo, dopo che Australia e Nuova Zelanda hanno bloccato l’impiego dei dispositivi Huawei per la realizzazione delle reti e infrastrutture 5G. A loro probabilmente si unirà anche il Canada, secondo alcuni analisti: “Credo che un divieto sia molto probabile”, ha chiarito Richard Fadden, ex consigliere del primo ministro Justin Trudeau.
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