L’austerità espansiva è ancora tra noi
di SIMONE GARILLI (FSI Mantova)
Alesina, un Crozza con i capelli, insiste ancora con la teoria dell’austerità espansiva, sia pure mascherandola in una narrazione un po’ più moderata.
Quando dice: “nel breve periodo bisogna far ripartire la crescita con politiche fiscali che non l’azzerino e ridurre le regole inutili” sta sostenendo sempre la stessa tesi, e cioè che non è un rilancio del deficit e lo scontro con l’Unione Europea sulle regole fiscali che può portare crescita, ma la riduzione del deficit per rassicurare i mercati e non azzerare una crescita trainata da chissà quale altra fonte di domanda.
Il tema ormai non è la solidità scientifica di una tesi così idiota, smascherata prima dalla (buona) teoria economica che dalla storia, ma piuttosto perché la suddetta tesi continui ad occupare pagine di giornali, librerie e web dopo gli immani disastri che ha provocato nell’ultimo decennio in Italia e altrove, fallendo anche laddove secondo i suoi sostenitori avrebbe dovuto funzionare senza se e senza ma (durante il governo Monti il rapporto debito pubblico/Pil è cresciuto dal 116,5% al 129%, in meno di tre anni).
Penso che molti “attivisti” dovrebbero imparare da questa vicenda. Un decennio di enormi sforzi divulgativi, il proliferare di associazioni post-keynesiane “senza fini politici” che si proponevano quali consigliere del Re…A cosa ha portato? Al nulla cosmico. Nelle mie frequentazioni di divulgatori MMT ne incontrai uno, ormai 4-5 anni fa, che mi assicurò: “stiamo cambiamo il mondo, abbiamo una bomba tra le mani e presto tutti dovranno ammettere che abbiamo ragione noi”.
Intanto l’austerità domina quasi indisturbata la cosiddetta governance europea, che altro non è se non la sintesi delle decisioni nazionali tedesche e francesi. Se qualche elemento di disturbo ha rallentato le politiche di austerità, esso è venuto da qualche governo europeo dignitoso e non brutalmente servile alla diarchia franco-tedesca. Una trattativa a testa alta in Europa per chiedere il minimo sindacale in termini di deficit ha smosso più coscienze che 10 anni di divulgazione nevrotica.
E comunque la realtà è che vediamo Cottarelli sproloquiare ovunque e Alesina pubblicare ancora libri-bestsellers sull’austerità espansiva. Serve la politica, l’esempio, la prassi. Chiudete i libri, leggeteli nei ritagli di tempo, e militate per ricostruire partiti popolari. Fine della storia.
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