Dobbiamo ribellarci a un sistema economico che invade ogni spazio e non produce più cose, ma marchi

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  1. Tonguessy ha detto:

    Cose contro marchi, ovvero oggetti contro simboli.
    Siamo in una"nuova fase dell'economia, in cui la confezione della merce è più importante della merce stessa. In altre parole, da un consumismo basato sul possesso di cose, si va ora verso un consumismo basato sul possesso e sulla esibizione di simboli."
     
    Lo schema Ponzi applicato all'industria, la "culturizzazione" delle merci che diventano sempre più virtuali, abdicando al ruolo utilitaristico che da sempre hanno coperto.
    E l'astrazione, l'iperrealtà simbolica che avanza inesorabile e si arroga il diritto di dettare legge sugli oggetti reali. La vendetta della metafisica sulla fisica. Dopo gli anni del positivismo e neopositivismo in cui si chiedeva un riscontro sensoriale alle nozioni espresse, si è arrivati alla neometafisica culturalimprenditoriale che attribuisce poco valore alla sensorialità e molto valore al simbolismo sotteso. Il trend ci porta a vivere di astrazioni simboliche: il che non sarebbe male, se ci insegnassero anche a mangiare simbolicamente senza dovere fare la spesa reale.

    D'altro canto giova ricordare come oggi anche i beni (l'acqua in primis) siano diventati merci, in uno shift di identità e funzioni che servono proprio a tentare di mantenere in vita lo schema Ponzi attualmente in atto (crescita infinita)

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