La scorciatoia della volgarità e del perbenismo
di Alessandro Bolzonello
‘Nessuna vera evoluzione è soltanto il contrario di qualcosa di pessimo’.
Accolgo la provocazione di Franco Bolelli apparsa su facebook qualche giorno fa. Naturalmente il riferimento è il confronto fra ‘berlusconismo’ e ‘montismo’: sono esemplari le immagini circolate sui media in queste settimane relative a stili e sembianze di premier e ministri; estremizzando: il modello ‘volgare’ versus quello ‘perbenista’.
Appunto, siamo sicuri che intraprendere la via opposta sia la soluzione?
Il tempo ci dirà se l’azione di Monti e del suo governo si esaurirà nel perseguimento del giusto contrario, oppure si rivelerà una coraggiosa elaborazione dei bisogni della realtà. Le conseguenze le verificheremo direttamente sulla nostra pelle.
Di certo entrambi i modelli, così polarizzati, presuppongono la saturazione, il riempimento, il ‘tutto pieno’; non creano spazi utili per favorire la nascita di ‘ciò che può essere’, del ‘possibile’.
Il modello ‘volgare’ si sostiene attraverso dosi omeopatiche di sogni e illusioni che ruotano attorno all’immagine, all’estetica, al piacere, all’affermazione e al successo. Modello che ha trovato terreno fertile nel corso degli ultimi decenni e che viene rappresentato emblematicamente dai vari ‘real time’ come il ‘grande fratello’, il ‘Billionare’, gli emergenti ‘faccendieri’, …. Videocracy, il docufilm di Eric Gandini, lo rappresenta a meraviglia.
Il modello ‘perbenista’, nella sua accezione idealtipica, si prodiga a proporre l’illusione della razionalità assoluta: sono una sua espressione la corsa al salutismo, l’apertura alla globalizzazione ove fa comodo, l’overdose di conoscenze e competenze spesso fine a se stesse, la fiducia cieca nell’innovazione e nella tecnologia. Negli ambiti professionali sono esemplari i ‘maturity model’ orientati a definire il percorso per il raggiungimento di ciò che è ‘buono e giusto’. È un modello e un conseguente approccio che, oltre a non considerare pezzi significativi di vita, tende ad espellere ogni forma di debolezza e limite.
Le giovani generazioni sono sottoposte a questi modelli: calciatore o manager, modella o avvocato, personal trainer o – oso toccare un tasto che, nonostante la secolarizzazione, rimane sensibile – sacerdote. Polarizzazioni che rischiano di sostenersi una sull’altra: si legittimano sulla differenza, se non sul disprezzo, dell’altro. È ciò che abbiamo assistito in questi anni tra maggioranza e opposizione. E gli esiti sono sotto gli occhi di tutti.
Entrambi i modelli si caratterizzano per un ‘tutto pieno’. Un pieno funzionale a coprire il vuoto dell’esistenza, individuale e collettiva. Emerge tutta l’incapacità di stare di fronte all’essenza della realtà: semplice, anche banale, certamente ‘finita’. Un pieno chiaramente difensivo che impedisce il pensiero, la riflessione, la proposta, soprattutto la possibilità di rendere interessante il vivere.
Io mi chiedo se la causa di questa antinomia non discenda in ultima istanza dall' età degli attuali protagonisti della scena politica.
Ci ritroviamo con il governo più "vecchio" della storia della Repubblica (e volutamente scrivo governo in minuscolo e Repubblica con la maiuscola); forse il più vecchio che c' é in Europa ed é con rabbia ed amarezza che faccio dei confronti:
Il Premier norvegese, Jens Stoltemberg é più giovane di me e il suo intervento dopo la strage di Utoia é stato considerato il più importante discorso pronunciato in Norvegia dalla fine della seconda guerra mondiale.
I vecchi, é abbastanza ovvio, o sono giunti alla pace dei sensi e vivono in una realtà loro dove i giovani disoccupati sono "bambinoni" e le tasse "bellissime", oppure sono direttamente dei satiri penosi che a tutto pensano salvo a quello che può essere di giovamento al Paese!
In caso di incendio voi vi fidereste ad essere soccorsi da un pompiere di oltre settant' anni che vi deve portar giù da una ripidissima scala a pioli eretta nel bel mezzo delle fiamme ed affacciata sul vuoto?