Cartello petrolchimico-parte 2: aiuti USA ai nazisti
di Tonguessy
Qualsiasi macchina bellica necessita di benzina. Molta benzina. La Germania nazista non ne aveva. Nel’34 ad esempio importò l’85% di prodotti raffinati. Questa dipendenza estera che non evrebbe permesso nessun avvio di attività belliche, fu drasticamente ridimensionata allorchè la Standard Oil americana e la IG Farben finanziarono e svilupparono il processo di idrogenazione che trasformava il carbone presente in notevoli quantità nel territorio tedesco in benzina per autotrazione. Nel precedente articolo si citava Carl Krauch e la creazione della Jasco. Un ulteriore passo fu la creazione della joint-venture Ethyl GmbH, nata dalla cooperazione tra IG Farben e Ethyl Gasoline Corporation (di proprietà della Standard Oil e General Motors) per costruire e rendere operativi degli impianti di distillazione di piombo tetraetile, un additivo necessario per la benzina.
Purtroppo la produzione non sarebbe iniziata prima del 1939, e la Luftwaffe ne aveva bisogno per invadere la Cecoslovacchia. Fu quindi chiesto a Carl Krauch di avviare le trattative per l’acquisto di 500 tonnellate di piombo tetraetile presso la Standard Oil, operazione il cui successo garantì la vittoriosa invasione di quella nazione le cui risorse ed industrie pesanti furono importantissime per le politiche imperialiste naziste.[1] In seguito furono importate altre tonnellate di benzina raffinata per un valore di 20 milioni di dollari. Quando la SGM ebbe inizio in Europa e la Gran Bretagna chiese spiegazioni per queste continue vendite di materiali strategici, la Standard Oil registrò l’intera flotta a Panama per vitare ritorsioni. Le loro petroliere trasportavano prodotti petroliferi a Tenerife e Canarie, dove avveniva il trasbordo su petroliere tedesche dirette ad Amburgo.[2]
La Standard Oil of New Jersey (che nel ’41 era la più grossa compagnia petrolifera al mondo, e controllava l’84% del mercato petrolifero USA) era controllata dai Rockefeller, che possedevano anche la Chase. Il secondo maggior azionista dopo i Rockefeller era la IG Farben. Nel 1932, John D. Rockefeller nomina William Stamps Farish a capo della Standard Oil. Farish è amico di Hermann Schmitz, capo della I.G. Farben, e arruola Ivy Lee per una propaganda filo nazista sulla stampa Usa. [3]
Nel 1945 lA Chase National Bank viene rinviata a giudizio per avere violato la Trading With the Enemy Act, avendo convertito marchi in dollari per tutta la durata della guerra (a causa dell’embargo contro la Germania nessuno poteva accettare pagamenti in marchi, ma con questo strattagemma Hitler riuscì ad acquistare materie prime con cui prolungare la SGM). Anche Prescott Bush, nonno di GW, aveva fatto affari d’oro con i nazisti, al punto di consolidare definitivamente la propria fortuna e assicurare un futuro roseo alla omonima dinastia politica.
Bert Walker, suocero di Prescott Bush, era uno dei più grossi finanziatori di Hitler negli USA, e presidente della Union Banking, nata dagli interessi congiunti di Thyssen (Fritz Thyssen, magnate dell’acciaio, si iscrisse al partito Nazionalsocialista nel 1931 e nella sua autobiografia ammette di avere aiutato Hitler. Nel ’28 acquistò palazzo Barlow a Monaco, che diventò il quartier generale dei nazionalsocialisti[4]) e W.A.Harriman (quest’ultimo riuscì a piazzare 50 milioni di dollari di bond tedeschi presso investitori Americani). Anche la Union Banking funzionava come riciclaggio del denaro nazista, e Walker decise di mettere Prescott Bush a capo di questa banca. Purtroppo per Bush, Walker e Harriman arrivano delle investigazioni da parte del Congresso.
Bush, invece di disinvestire il denaro nazista, assolda un avvocato incaricato di nascondere quei patrimoni.[5] L’avvocato in questione si chiamava Allen Dulles, ed era già avvocato della banca dei Thyssen nonchè rappresentante legale di alcune ditte tedesche, incluse la IG Farben. Dal 1937 Allen Dulles e suo fratello John Foster opereranno per conto di Bush e Harriman per coprire gli affari fatti con i nazisti, ed effettueranno simili operazioni per altri, come i Rockefeller.[6] Le indagini sul conto di Bush si concludono con una denuncia (ott ’42) di avere organizzato gruppi nazisti e tutte le azioni della UBC sono confiscate dall’U.S. Alien Property Custodian. Ciò non impedisce a Walker di finanziare la Bush-Overbey Oil Development Co. in Texas, che permetterà al 26enne George H.W. Bush di iniziare una opulenta carriera di petroliere.
Particolare degno di nota: Allen Dulles è lo stesso a capo della CIA dal ’53 al ’61.
Nel 1933, il 4 gennaio, Hitler venne invitato alla Banca Schroeder da un gruppo di industriali, che diedero a Hitler il denaro per superare la crisi e schiacciare i sindacati. Due americani furono presenti a questa riunione, John Foster Dulles e Allen Dulles. Nel 1934 Allen Dulles è nel consiglio d’amministrazione della banca Schroeder, suo fratello John Foster Dulles è consigliere legale, la banca è il braccio finanziario del nazismo. Nel 1936 la Banca Schroeder si fonde e forma la Schroeder, Rockfeller & Co. Inc. Carlton P. Fuller presidente, Avery Rockfeller vicepresidente. Nel 1937 alla fine di gennaio, Dulles fonde tutte le sue attività in un unico conto nella stessa banca intestato alla Brown Brothers Harriman-Schroeder e Rock (Rock diminutivo di Rockefeller). John Foster and Allen Dulles sono i due avvocati della Standard Oil Company di John D. Rockefeller, che stanno per essere indagati per gli affari con i nazisti e per la loro propensione all’eugenetica (dottrina di igiene raziale).[7]
Merita di essere menzionato H.Ford, anche lui attivamente impegnato nel rilancio politico-industriale della Germania nazista al punto di ricevere un’alta onorificenza e di avere il suo ritratto appeso in bella mostra nel quartiere generale di Hitler. Fu fondata la Ford- Werke che, sotto copertura, forniva materiale bellico alla Wehrmacht e procurava materie prime, essendo una compagnia nominalmente americana. [8]
Era fin troppo chiaro come i capitalisti americani stessero costruendo la macchina bellica nazista anche a William Dodd, ambasciatore USA in Germania, che scrisse a Roosevelt: “oltre un centinaio di corporation americane hanno qui in Germania delle agenzie oppure delle cooperazioni. La DuPont stanno facendo lucrosi affari nel settore armamento (la DuPont produsse il 40% di tutti gli esplosivi usati nella Prima Guerra Mondiale ndr) Standard Oil ha fatto arrivare 2 milioni di dollari in Dicembre del’33 e guadagna 500.000 dollari all’anno con la produzione di ersatz (sostitutivo della benzina ndr) ovvero idrogenazione del carbone. General Motors e Ford fanno affari enormi qui tramite le loro agenzie. Scrivo tutto questo in quanto complicano le cose e si aggiungono rischi di causare una guerra” [9]
La macchina bellica nazista faceva capo, come abbiamo visto, al cartello petrolchimico della IG Farben. Non era di importanza vitale solo la benzina per il Fuhrer. Anche la gomma aveva la sua enorme importanza per le politiche di espansione naziste. I protocolli di intesa predevedano che la Stardard Oil desse alla IG Farben tutti i brevetti e le conoscenze per la realizzazione di una nuova plastica chiamata Butile, la cui produzione venne predisposta a Buna (vicino ad Auschwitz). Primo Levi lavorò nella fabbrica di Buna.
Tratto dal libro: “Se questo è un uomo” : “La Buna e’ grande come una città; vi lavorano oltre ai dirigenti e ai tecnici tedeschi, 40.000 stranieri, e vi si parlano 15 o 20 lingue. Tutti gli stranieri abitano in vari Lager che alla Buna fanno corona: il Lager dei prigionieri di guerra inglesi, il Lager delle donne ucraine, il Lager dei francesi volontari, e altri che non conosciamo. Il nostro Lager fornisce da solo 10.000 lavoratori che vengono da tutte le Nazioni d’Europa”
Gli accordi de L’Aja sottoscritti tra IG Farben e Standard Oil non prevedevano l’uso dei brevetti (ne furono depositati circa 2000) da parte della compagnia americana se non previo cospicui pagamenti. Nel ’42 fu quindi annunciato da parte del Justice Department l’intenzione di denunciare la Standard Oil. La commissione del senato appositamente istituita concluse che la carenza di gomma sintetica durante il periodo bellico era da imputarsi agli accordi tra le due multinazionali, e che la Standard Oil con il suo comportamento aveva danneggiato lo sviluppo della gomma sintetica negli USA. [10]
Concludendo: una parte importante delle più grosse industrie americane aveva volontariamente spostato ingenti capitali, tecnologie e know-how in Germania. Si trattò di un piano di industrializzazione forzato che aveva come principale attore la IG Farben, l’industria petrolchimica che fece decollare il nazismo e che in un secondo tempo usò i prigionieri dei lager come manodopera per continuare a sviluppare quelle risorse che resero possibile la SGM.
[1]http://www.bibliotecapleyades.net/sociopolitica/ sociopol_igfarben02d.htm
[2]http://www.mit.edu/~thistle/v13/3/oil.html
[3]http://it.wikipedia.org/wiki/Standard_Oil
[4]http://www.guardian.co.uk/world/2004/sep/25/usa.secondworldwar
[5]Nazis in the attic By Randy Davis http://emperors-clothes.com/articles/randy/swas5.htm
[6]http://www.enter.net/~torve/trogholm/secret/rightroots/dulles.html
[7]http://it.wikipedia.org/wiki/Allen_Welsh_Dulles
[8]http://www.reformed-theology.org/html/books/wall_street/ chapter_06.htm
[9]http://www.reformed-theology.org/html/books/wall_street/ introduction.htm
[10]http://ipbiz.blogspot.com/2005/11/standard-oil-and-ig-farben- patents-and.html
Cartello petrolchimico-parte 1: la IG Farben
https://www.appelloalpopolo.it/?p=1978
Cartello petrolchimico-parte 2: aiuti USA ai nazisti
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2002
Cartello petrolchimico-parte 3: Rumsfeld
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2033
Cartello petrolchimico-parte 4: Monsanto
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2056
Cartello petrolchimico-parte5: DuPont
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2105
Cartello petrolchimico-parte6: Dow Chemical e ALCOA
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2141
Cartello petrolchimico-parte7: il dopoguerra
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2193
Cartello petrolchimico-parte8: Neuordnung
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2216
Cartello petrolchimico-parte9: conclusioni
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2247
Quando la Union Bank chiuse i battenti a Prescott Bush andarono 1,5 milioni di dollari, alcune fonti dicono addirittura 3; chissà convertendo a cifre attuali (dopo 60 anni) a quanto corrisponderebbe!
Gira e rigira….girano sempre gli stessi nomi…ho appena terminato la traduzione di La biographie cachée des Obama : une famille au service de la CIA (2nde partie)
che pubblicherò prossimamente e lì, sempre nell'ambito delle porcherie della CIA si parlava di Allen Dulles…è evidente che per entrare nella Cia ci vuol un gran bel curriculum….
;)
Abbiamo qualche problema con i commenti.
Un lettore chideva dove si trova la prima parte della serie di articoli scritti da Tonguessy. Ho approvato il commento ma è scomparso!.
Comunque, la prima parte si trova nella home tre o quattro articoli prima di quello relativo alla seconda parte.
Ci scusiamo per il prblema, che cercheremo di risolvere prima possibile.
John Perkins, autore di "Confessioni di un sicario dell'economia" (imperdibile!) descrive le tecniche da revolving doors: i controllori appartengono allo stesso gruppo sociale dei controllati. Chi controlla esce dalla stessa porta girevole che porta ai vertici delle grosse multinazionali. E viceversa. A noi semplici citadini non resta che stare a guardare le prevedibili applicazioni di quella meravigliosa invenzione sociale del "migliore dei mondi possibili", ovvero la democrazia.