Leonardo-Finmeccanica, Boeing, Lockheed Martin e non solo. Che cosa si sono detti Giorgetti, Eisenberg e i manager della difesa italiana e americana
di START MAGAZINE (Michele Arnese)
Chi c’era e che cosa si sono detti al dinner meeting all’hotel Four Season di Milano i manager di Leonardo-Finmeccanica, Boeing e Lockheed Martin con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti (Lega) e l’ambasciatore americano in Italia, Lewis Eisenberg
Incontro al Four Season di Milano tra il sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, e l’ambasciatore Usa in Italia Lewis Eisenberg, lunedì 20 maggio.
Si è trattato di una cena-incontro per celebrare le sintonie fra industrie americane e italiane della Difesa attive nel nostro Paese.
Giorgetti e Eisenberg avrebbero parlato anche del viaggio di Matteo Salvini, previsto per il 9 giugno in Usa, dove dovrebbe incontrare il vice presidente americano Mike Pence.
Un viaggio, ha spiegato Giorgetti al diplomatico, che potrebbe essere rimandato, ovvero annullato in vista del post voto del 26 maggio. Il numero due della Lega ha colto l’occasione per relazionare al diplomatico americano la situazione che si potrebbe creare il 27 maggio, dopo le elezioni europee.
Che cosa ha detto Giorgetti precisamente? Ne ha scritto oggi Gianluca Roselli sul Fatto Quotidiano. “Il governo è inconcludente”, ha sibilato l’ospite d’onore del Carroccio secondo il Fatto, “per il 26 maggio mi auguro uno choc benefico per tutti”.
Giorgetti, in sostanza, avrebbe ribadito in tutti i modi di non voler più avere a che fare con i 5 Stelle.
Lunedì sera – anche per omaggiare Giorgetti – erano presenti rappresentanti di spicco di gruppi del settore come Leonardo-Finmeccanica (c’era Paolo Messa, direttore Relazioni Istituzionali Italia), Boeing e Lockheed Martin (che produce gli F35 su cui i Pentastellati borbottano e sbraitano).
“Il settore difesa americano – dice un rappresentante di un gruppo Usa che preferisce l’anonimato – spera sempre di riuscire prima o poi a far parte del sistema difesa Italia. Quindi condividere con Leonardo il mercato e fare fronte comune”.
Ma per far questo, aggiunge la fonte americana, “servirebbero certezze di disponibilità fondi fra Difesa, Mise e Mef che al momento non vediamo”.
Al dinner meeting c’era anche l’ambasciatore italiano negli Stati Uniti, Armando Varricchio – già fedelissimo di Enrico Letta e poi consigliere diplomatico di Matteo Renzi – che organizzò prima delle scorse elezioni politiche la visita negli Usa dell’allora vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio.
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