La responsabilità dei leghisti meridionali
di GIANLUCA BALDINI (FSI Pescara)
Salvini ha già fatto capire che vuole capitalizzare il risultato eclatante della Lega per concludere l’autonomia differenziata. In sintesi le tasse dei contribuenti delle tre regioni più ricche del nord resteranno per la quasi totalità sul territorio e non saranno più oggetto di trasferimenti perequativi. L’affermazione di questo principio mina l’unità nazionale, perché uno Stato unitario è tale in quanto gestisce un bilancio nazionale che svolge essenzialmente proprio la funzione di garantire la coesione sociale, mitigando le diseguaglianze attraverso la redistribuzione fiscale.
Questo assunto pare non tocchi minimamente gli interessi degli eletti in quota Lega del Sud Italia, i quali antepongono l’interesse della poltrona ottenuta cavalcando l’onda del trend positivo di un partito anti-meridionalista agli interessi delle comunità cui appartengono.
Tuttavia, se Salvini otterrà il risultato che ambisce a portare a casa, costoro saranno presto chiamati a rispondere delle loro responsabilità politiche, perché questa riforma darebbe la mazzata finale a un’economia che dall’Abruzzo in giù è alla canna del gas.
L’autonomia differenziata nella sua versione definitiva costerebbe circa 200 miliardi di Euro di trasferimenti al Sud. Questo significa, per esempio, che in Abruzzo non si dovrà discutere su quale città debba ospitare il DEA di II livello tra Chieti e Pescara, perché con questa entità di tagli uno dei due ospedali andrà certamente chiuso.
In Abruzzo, come in altre regioni, la spesa sanitaria pesa per quasi il 70% sul bilancio regionale. Il che vuol dire che i primi servizi che andranno tagliati dopo la riforma sulle autonomie regionali saranno proprio quelli che assicurano l’esercizio del diritto alla salute.
Mi auguro che gli esponenti del PD abbiano la decenza di non esprimersi al riguardo, visto che, mi preme ricordarlo, la riforma costituzionale che sta consentendo questo scempio è stata promossa e scritta da loro.
Del resto nel PD stesso esistono molte anime federaliste, che la pensano esattamente come Salvini su tante cose.
Confido, a questo punto, nella resistenza di quei grillini che si oppongono all’avanzamento della riforma. Se dovessero cedere anche loro, per tutte le regioni italiane dall’Abruzzo in giù sarà finita.
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