Niente è come sembra
di GIANLUCA BALDINI (FSI Pescara)
Il bel Justin Trudeau, primo ministro canadese e leader del partito liberale, quello che piace a tutti perché fa yoga e partecipa ai gay pride, quest’anno ha preso due decisioni piuttosto controverse, di cui nessuno stranamente parla. Provvedimenti che, se fossero stati assunti da Trump o da Bolsonaro verosimilmente avrebbero scatenato ondate di proteste a livello planetario.
La prima riguarda l’autorizzazione alla produzione su scala industriale di un salmone geneticamente modificato, che grazie a un malfunzionamento dell’ormone della crescita progettato in laboratorio crescerà nella metà del tempo. Un salmone dopato col GH, insomma, proprio come fanno i culturisti che partecipano a Mister Olympia. Il consumo era già stato autorizzato tre anni fa, dopo gli USA – allora il presidente degli Stati Uniti era Barack Obama, anche lui idolatrato dal progressismo perché di colore, nonché insignito del premio Nobel per la… guerra. Oggi Trudeau trasforma quindi il Canada nel secondo produttore mondiale di animali geneticamente modificati per uso alimentare dopo gli Stati Uniti.
Ovviamente non sarà necessaria alcuna etichettatura, quindi è verosimile che, se passeranno gli accordi transnazionali di cui si è tornato a parlare recentemente (il Ministro Bellanova, la simpatica signora che ha fatto parlare di sé per il titolo di studio e per il suo abbigliamento distraendoci dalle nefandezze che aveva compiuto da parlamentare e sindacalista, ha riaperto la discussione sul tema) ci potremmo ritrovare a mangiare salmone canadese dopato a nostra insaputa.
La seconda decisone – che dovrebbe far parlare di Trudeau come di un nemico numero uno dell’ambiente nel mondo, eppure si parla di lui in termini entusiastici anche e soprattutto nel campo delle scelte climatiche – è la scelta di espandere l’oleodotto “Trans Mountain Pipeline”.
L’oleodotto che attraversa la costa occidentale canadese è stato nazionalizzato lo scorso anno, dopo che Trudeau nel 2016 aveva già autorizzato l’espansione alla società che lo gestiva, per la modica cifra di 3 miliardi di euro. Adesso il primo ministro vuole triplicarne la capacità per aumentare le esportazioni di greggio verso l’Asia. Chiaramente l’industria petrolifera ha accolto con grande entusiasmo la decisione e Trudeau se l’è persino venduta come una mossa a favore dell’ambiente, sostenendo che i 300 milioni di dollari di maggiori entrate fiscali attesi dal progetto verranno investiti per la transizione verde.
Però, anche se sei un simpatico liberale, bello, che fa yoga e che viene venduto al mondo come un bravo e onesto progressista, c’è un limite alle cavolate che puoi rifilare ai tuoi elettori e al mondo intero in nome dell’idolatria del capitale che finanzia i tuoi successi elettorali. Così gli ambientalisti canadesi avvertono che questa scelta determinerà un incremento di 15 milioni di tonnellate di emissione di gas serra da parte del Canada, che porterà all’estinzione delle orche (preoccupazione confermata da un rapporto dell’Ufficio nazionale dell’energia) e che il progetto avrà persino un impatto sociale rilevante perché interesserà le ultime aree occupate dai nativi americani. Ai quali però Trudeau ha promesso la possibilità di acquistare quote di partecipazione al progetto per trarne un ristoro economico. Un vero paladino dei deboli e degli oppressi, wow!
In conclusione… non dovete mai fidarvi delle apparenze. Quando i media (che sono espressione del grande capitale finanziario e industriale transazionale) vi descrivono un uomo di potere come probo, solidale, umano e ci ricamano su fornendo un’immagine pubblica eccessivamente “friendly”… state sicuri che è un servo del demonio. L’inquinatore Trudeau e il ragazzo immagine del complesso militare-industriale americano Obama non sono meglio di Trump e Bolsonaro. Hanno solo l’industria dell’informazione dalla loro parte.
Lo stesso discorso vale per questo governo giallorosso: Zingaretti e soci non sono migliori di Salvini e compagnia. Semplicemente lo sembrano, perché ve li fanno apparire meno pericolosi.
Passo e chiudo.
Prodi, Clinton, Blair, Obama, Tsipras, Merkel, Sakozy, Letta, Renzi, Conte, Macron…………. . . . . . . . . . . . . . .
E’ lunga la lista dei falsi progressisti al servizio delle lobby finanziarie e delle borghesie cotoniere.
Sarà dura liberarcene.