Nuove frontiere della Propaganda
1)L’IMPORTANTE È POLARIZZARE
Questo è il mio ultimo post su Salvini.
Le ultime due vaccate (quella sulla sentenza Cucchi e quella sugli ospedali di notte) mi hanno definitivamente confermato che parlare di Salvini è assolutamente controproducente.
La tecnica (non sua, ma affinata da tanti in almeno un trentennio e che lui, o meglio chi lo guida, sfrutta egregiamente) è questa: dare in pasto alla gente e agli oppositori ciò che ognuno vuole sentirsi dire e in forma tale che ognuno possa capirci ciò che desidera capire, per tifare e sentirsi vincente, o per “urlare”, sfogarsi su un nemico da bersagliare nell’immediato, ma mai combattere veramente, con progettualità, per qualcosa che vada oltre il tifo di segno contrario, anche quando si riempiono le piazze.
In questa polarizzazione, indipendentemente da quelli che sono poi i risultati elettorali, ci guadagnano entrambe le fazioni e ci rimette lo spirito indipendente, davvero libero. Ci rimette il Paese, paralizzato da un trentennio fra gli anti-qualcuno e quel qualcuno.
Vale per Salvini, ma non solo: è la nuova frontiera della Propaganda, che annichilisce la riflessione e la reazione.
Andiamo avanti…
LORENZO D’ONOFRIO (FSI Pescara)
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2)DIVULGATORI E POPULISTI
I divulgatori e i populisti sono accomunati da una caratteristica sostanziale: istruiscono il volgo o cercano consenso nel popolo. Attività utile, ci mancherebbe altro.
Ma essi stessi con il loro dire e agire riconoscono di non far parte del popolo. Vogliono avvicinarlo, spesso anche in buona fede. Alcuni poi, sono popolo ma credono di essere superiori.
Ma non basta e non basterà.
Il popolo non istruisce, agisce.
Il popolo non cerca consenso, forma il partito.
Il popolo vuole governare perché sa di essere sovrano.
Fortunato sarà colui che, dopo il tempo dei divulgatori, dopo il tempo dei populisti, vedrà il tempo del popolo.
DAVIDE VISIGALLI (FSI Genova)
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