Referendum del 20 e 21 settembre: 3 MOTIVI per dire NO al taglio della rappresentanza
Il Comitato “3 MOTIVI per il NO” nasce per promuovere il voto “NO” nel referendum costituzionale del 20 e 21 settembre 2020, confermativo della riforma varata con Legge Costituzionale pubblicata in G.U n. 240 del 12/10/2019, con particolare riferimento a 3 MOTIVI, selezionati tra le tante buone ragioni per opporsi alla riforma, in quanto illustrano indubbi e clamorosi svantaggi derivanti dalla riduzione dei parlamentari, che potrebbero essere al più controbilanciati da ipotetici (e invero inesistenti) vantaggi, ma che non possono assolutamente essere negati.
I 3 MOTIVI sono stati inoltre individuati in ragione del fatto che risultano agevolmente comprensibili da tutto il Popolo italiano, in quanto pressoché privi di elementi di carattere tecnico e, perdipiù, palesemente di grande rilievo e impatto emotivo, dunque utili alla battaglia referendaria.
Territori senza eletti
La riduzione dei parlamentari lascerà per sempre senza rappresentanza molti territori che oggi o eleggono (almeno) un parlamentare o hanno possibilità di eleggerlo e, quindi, talvolta riescono ad eleggerlo e talvolta no: valli alpine, contrade collinari di borghi che non si raccolgono attorno a una media città, ma al più a una piccola cittadina, isolate zone appenniniche, in generale province o parti di province non densamente popolate rispetto ad altre.
Questi territori tenderanno a divenire politicamente marginali: saranno colpiti dai tagli, in luogo dei territori rappresentati; e beneficeranno di minori spese rispetto a territori vicini, che invece troveranno tutela nei loro rappresentanti.I cittadini che li abitano si sentiranno impotenti, abbandonati e, alla resa dei conti, cittadini parziali.
Addirittura intere province con poca popolazione, anche se di grandi dimensioni, potrebbero non riuscire ad eleggere un senatore (è il caso di Rieti per esempio).
Peraltro, non sono soltanto i cittadini dei territori demograficamente marginali a dover votare “NO” per difendere i loro interessi. Non è giusto, infatti, che i cittadini che vivono inurbati e che continuerebbero ad eleggere rappresentanti in Parlamento, si disinteressino egoisticamente dei tanti cittadini che vivono in aree non densamente popolate.
Un regalo alla “Casta”: i cittadini condannati a scegliere il “meno peggio”
Gli italiani, di “sinistra” o di “destra” o di “centro”, non stimano i partiti attuali: i cittadini votano i partiti turandosi il naso, considerandoli soltanto meno peggiori di altri partiti; i cittadini spesso votano contro partiti e contro leader politici, invece che per convinta adesione e stima dei partiti e dei politici che immeritatamente premiano con il voto.
Tutti attendono che la politica italiana sia sconvolta da qualcosa di nuovo, di valido, di storico. Tutti siamo convinti che il sistema di formazione e selezione della classe dirigente sia saltato e che la attuale classe dirigente sia di qualità modestissima, oltre che espressione di una vera e propria “Casta”, nella sostanza un “Partito Unico” portatore di interessi elitari, lontani dalle vere esigenze dei cittadini.
Una “Casta” che nel corso degli ultimi decenni ha programmato e realizzato una serie di riforme destrutturatrici del nostro impianto costituzionale, perdipiù rendendo sempre più difficoltosa la partecipazione dei cittadini all’attività politica al di fuori delle formazioni espressione di quel “Partito Unico” al potere.
La speranza che molti italiani hanno riposto nel M5S, palesemente dimostra che il Paese ha bisogno di nuovi partiti che siano realmente popolari, quindi portatori delle istanze dei ceti più deboli, da troppo tempo non rappresentate in Parlamento.
Ebbene, con la riforma, pur lasciando inalterata la soglia di sbarramento al 3%, di fatto sarebbe necessario, per una nuova forza politica, raggiungere, nelle diverse circoscrizioni, percentuali oscillanti tra il 5% e il 9%.
In tale prospettiva il taglio dei parlamentari, presentato come una misura “anti Casta” volta a colpire i privilegi di una classe dirigente elitaria, corrotta, incapace, responsabile dell’attuale degrado della politica e del Paese, finirebbe paradossalmente per blindare in Parlamento proprio la “Casta”, ovvero i responsabili di tale condizione.
La riforma, in definitiva, agevolerebbe le formazioni politiche più potenti, che dispongono di ingenti risorse finanziarie, controllano i media, monopolizzano le campagne elettorali, rendendo estremamente più improbabile l’emersione e l’avvento in Parlamento di nuove formazioni politiche sinceramente ispirate ai valori costituzionali, espressione delle esigenze popolari, lontane da interessi lobbistici.
Rafforzerebbe quelle forze politiche esistenti che gli italiani votano, perlopiù, turandosi il naso, in attesa che il Popolo partorisca finalmente uno (o più) veri, seri e grandi partiti.
Un Parlamento sempre più scadente
L’analisi del quadro politico attuale è impietosa e sconfortante anche sotto un altro punto di vista: oggi non esistono veri e solidi partiti, con una lunga storia e idee ferme, con un collaudato sistema di formazione e selezione della classe dirigente. Non è che esistano e siano decadenti. No, proprio non esistono. I partiti attuali sono centri di potere nazionale che negoziano con centri di potere locale, disponibili a spostarsi da un partito all’altro. I centri di potere nazionale conferiscono i simboli ai centri di potere locale, più o meno vaste reti clientelari, gruppetti di persone, sprovvisti ormai anche di sedi, ma in grado di muoversi sul territorio, di ramificarsi nelle contrade e nei quartieri cittadini e di far apparire che sia presente ciò che in realtà non esiste.
Questa situazione, che si protrae ormai da lungo tempo, ha generato una classe politica parlamentare mediamente pessima: i parlamentari particolarmente intelligenti, o particolarmente laboriosi, o particolarmente capaci di studiare e risolvere problemi sono oggi pochissimi. Moltissimi sono, invece, i mediocri.
Orbene, una riduzione di un terzo dei parlamentari comporterebbe, al più, una proporzionale riduzione sia dei (già pochi) parlamentari bravi, che dei parlamentari inutili, cioè quelli tali ritenuti perché privi di laboriosità, capacità di studio e comprensione, o di particolari conoscenze tecniche. Ma ciò sarebbe già un grave danno. Dinanzi alla modesta soddisfazione di veder diminuire il numero di “fannulloni” e “buoni a nulla” che si fregiano del titolo di Onorevole o Senatore, starebbe l’oggettivo svantaggio di ridurre e indebolire il già esiguo numero dei parlamentari bravi. Dare preferenza alla soddisfazione di veder ridurre il numero degli onorevoli “cialtroni”, a costo di indebolire il Parlamento, è una scelta che, se fatta consapevolmente, sarebbe chiaramente meschina e masochistica.
I contatti del Comitato:
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3 motivi per tagliare ancora di PIÙ… 1…abbiamo visto a cosa servono 1000 persone in 70 anni?…a nulla si sono solo arricchiti….2…per GOVERNARE bene il territorio non ci vuole più rapresentanza ma voglia di fare….3…IO AVREI TAGLIATO MOLTO DI PIÙ…METTEREI MASSIMO 2 SENATORI A REGIONE…E 4 DEPUTATI A REGIONE…2 MANDATI E POI FUORI DA TUTTO…
ci piacerebbe elevare il livello della discussione e confrontarci su argomenti reali. Cerchiamo di lasciare da parte l’avversione per questa classe politica (che condividiamo) e di renderci conto che ogni provvedimento che rende più difficile l’ingresso in Parlamento di nuove formazioni politiche come il FSI Riconquistare l’Italia è un danno per la nostra democrazia e un favore alla “Casta”, il cui potere, con il taglio dei parlamentari, invece di essere messo in discussione, viene rafforzato.
Buongiorno, lei sta auspicando un circolo ristretto di parlamentari, addirittura 40 senatori e 80 deputati, si rende conto che questo è il sogno di qualsiasi lobby che ha interesse a indirizzare l’azione politica a suo vantaggio e che darebbe pieno compimento ad un’oligarchia che già ora sta facendo il bello e il cattivo tempo a scapito dei cittadini?
E le commissioni? Il dibattito parlamentare? Si ridurrebbe tutto ad un consesso di pochi “illuminati” scelti dai partiti, soprattutto con la legge elettorale attuale, che si pone come obbiettivo il solo ed unico mantenimento dello status quo.
Ci rifletta su, la sua idea è pericola per la democrazia.
Saluti.
Se li comprano già tutti così, aboliamone un po’ così risparmiamo sia noi che le lobby.
aboliamoli tutti e incoroniamo l’imperatore così risparmiamo 4 briciole in più. Ma mi faccia il piacere!
Verissimo, meno sono…..meglio si comprano!!!!
io credo Che una proposta seria fosse stata il taglio dello stipendio (indennità) dei parlamentari…. del 50%.
così ci sarebbe stato un risparmio notevole e una rappresentanza migliore.
per questo motivo non bisogna votare il si.
Voterò NO. SI al taglio dei loro lauti stipendi, che sono immorali rispetto a tanti che faticano ad arrivare a fine mese.
Con la riduzione dei parlamentari, saranno le regioni a rappresentare meglio le popolazioni locali
Le regioni in cui entrano sempre i soliti? Con un sistema elettorale che blinda le forze politiche già dentro e chiede ai nuovi partiti di raccogliere un numero spropositato di firme, per la cui autentica bisogna rivolgersi ai consiglieri dei partiti già dentro? Con sistemi elettorali che prevedono sbarramenti e premi di maggioranza?
Non sono d’accordo, i Parlamentari sono troppi come si può verificare paragonando alle democrazie europee. Poi i partiti sono obbligati a scegliere non i capi bastone o i portatori di tessere ma personaggi di elevata cultura e referenze. Inoltre per non lasciare territori senza rappresentanza si riforma o i collegi. E poi dico anche he una democrazia inicamerale toglierebbe di mezzo molti ignoranti e opportunisti di mezzo. Vi consiglio di cambiare rotta e verificare altre ipotesi di democrazia snella e che tolga dalle scatole burocrazia e ignoranza politica.
Ecco verifichiamole le altre democrazie europee, perché in realtà siamo al ventiduesimo posto nel rapporto fra popolazione e parlamentari: https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-02-07/l-italia-ha-troppi-parlamentari-ma-europa-e-solo-ventiduesima-105200.shtml?uuid=ABu203u
Ci consiglia di verificare altre ipotesi? Ma a noi piaceva tanto quella costituzionale con un bel sistema elettorale proporzionale puro.
Tagliare!Negli altri paesi democratici c’è meno rappresentanti ,ma più democrazia,e sicuramente meno spreco di risorse economiche..
Un dovere morale riorganizzare il parlamento x questo il si è opportuno le grandi banche, le maggiori aziende italiane lo fanno esclusivamente a tutela dei propri interessi gli italiani votando SI lo farebbero nell’interesse dell’ Italia
Tagliare con criterio.! Dare a tutti la possibilità di essere rappresentati .. un po come ! Togliere ai ricchi per dare ai poveri.. togliamo a chi ha più rappresentanti nelle regioni. Ecc….
Con questo progetto di riforma si taglia male, senza rispettare la democrazia.
è sicuro di quello che scrive?
In realtà siamo al ventiduesimo posto nel rapporto fra popolazione e parlamentari: https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-02-07/l-italia-ha-troppi-parlamentari-ma-europa-e-solo-ventiduesima-105200.shtml?uuid=ABu203u
Tutto giustissimo, spero però esistano documenti più sintetici, per essere più incisivi.
OK! Votiamo NO e poi firmiamo per ridurre i loro stipendi e privilegi. Sono sicuro che i “Nostri Rappresentanti” (Sic!) si faranno non in quattro, ma in quattrocento per applicare la decisione che scaturirebbe dall’esito del referendum, come hanno fatto per il finanziamento pubblico ai partiti, (a me non importa cosa comporterebbe il 70/% dei no, ma questo è stato il volere del Popolo e deve essere rispettato, mentre hanno subito trovato l’escamotage del 2 per mille e/o rimborso elettorale in base ai voti ricevuti, col risultato che hanno rubato più di prima, come i 49 milioni delle lega stanno lì a dimostrare), o con l’esito del referendum per l’acqua pubblica. Sarebbe come chiedere di comprare la corda a chi dovrebbe essere impiccato! Il 99% sono dei miserabili cialtroni che non esitano a votarsi in camera l’uno con l’altro anche se assenti per beccarsi la diaria di presenza giornaliera, i c.d. pianisti docet!
Quando scrive i “Nostri Rappresentanti” (Sic!) mi sembra di capire che non si sente rappresentato. Un buon motivo per non sbarrare la strada a nuovi partiti. Quanto al finanziamento pubblico, se conosce il funzionamento del 2 x 1000 sa che è riservato ai partiti che sono già in parlamento, mentre a un piccolo partito come il nostro (FSI Riconquistare l’Italia), che si finanzia solo con i contributi dei propri militanti, non è consentito neanche di ricevere il 2 x 1000 dei propri iscritti.
Insomma, ogni riforma serve a blindare la Casta nel Palazzo e il taglio dei parlamentari (il cui padre è un certo Calderoli) va proprio in quella direzione.
Ma le altre nazioni europee come fanno con un minore numero di parlamentari???
E l assenteismo dei parlamentari???
I senatori a vita che non producono niente???
Minore? Sicuro?
https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-02-07/l-italia-ha-troppi-parlamentari-ma-europa-e-solo-ventiduesima-105200.shtml?uuid=ABu203u
Io vivo in un paese dove il sindaco dispone di 150.000 € l’hanno con le province che non esistono più dipendiamo tutti dalla regione ed essendo al confine Genova non sa neanche chi siamo……Calice al Cornoviglio non ha guà oggi nessun appoggio quindi ben venga il risparmio del taglio dei parlamentari .
Lei confonde appoggio con rappresentanza. Quanto alla situazione attuale, disastrata, dei Comuni, ma anche delle Regioni, dovrebbe approfondire come ci siamo arrivati, grazie proprio ai promotori di questa nuova riforma costituzionale.
Letto tutto con estrema attenzione…ma non mi avete assolutamente convinto
E’ La fotografia dell’attuale parlamento, un para e to superfluo Al potere delle oligarch ie dei partiti e ras
Non sono d’accordo con le spiegazioni portate ad esempio!!! Sia per qua to riguarda e partiti che per i parlamentari tari nullafacenti!!!
Ottima sintesi
Michelangelo Castellarin
L’introduzione delle Province autonome ( senza specifica di Trento e Bolzano) all’Art. 57 e’ un precedente di grave ambiguità che apre al coinvolgimento teorico dell’Art. 114 e a tutti gli enti autonomi provinciali italiani. Da studiare.
Il sistema politico italiano, sostanzialmente partitocratico sin dagli anni ’50 ha cercato di indebolire il Senato a favore del monocameralismo camerale, giungendo alla proposta di cancellazione della Sua fiducia al Governo, nel Referendum 2016. Oggi, ma è sola apparenza, questa cronica sfida al potere sovrano del Senato, si capovolge e rovescia improvvisamente col Referendum 2020: ridotti a soli 200 eletti il Senato offrirà a un piccolo numero di senatori la possibilità di dare e togliere la fiducia al governo! ma è una strategia breve e transitoria: la prospettiva sarà dimostrare che il Senato è inutile copia della Camera, ha un potere troppo grande e dev’essere ridimensionato a ente ausiliario di politica legislativa con le circoscrizioni regionali, dunque privato del potere di assegnare e togliere la fiducia al Governo; potere esclusivo da garantire alla sola Camera dei deputati.
Questo parricidio costituzionale dev’essere fermato e siamo in tempo: chiariamo questo tema con le forze parlamentari prima che termini questa Legislatura.
Michele