Una società migliore: di UE, di banche centrali e di sovranità
di GILBERTO TROMBETTA (FSI Roma)
Tra una morte lenta e dolorosa e una rapida e ancora più dolorosa, alla fine hanno scelto di continuare con la prima. Con la tecnica della rana bollita. La BCE dopo aver causato con le colpevoli parole della Lagarde l’ennesimo aumento dello spread, si è decisa a intervenire. Per salvare l’euro, ovviamente. Mica i cittadini dei Paesi in difficoltà. Dei 750 miliardi che la BCE ha promesso di creare dal nulla per acquistare titoli di Stato dei Paesi membri, ai cittadini non arriverà quasi nulla. Come non è arrivato praticamente niente degli oltre 2 trilioni di euro creati dal nulla dal QE. Sono tutti soldi che in larghissima parte resteranno nel sistema finanziario a ingrassare le solite vacche. Ma sarebbe meglio dire maiali. Quelli cioè che negli ultimi 30/40 anni si sono arricchiti a nostre spese.
Ci sono voluti circa 5000 morti di coronavirus (quasi tutti italiani) per fargli ammettere che lo spread dipende dalla BCE. Che crea soldi dal nulla. Che in fondo il deficit si può pure fare e che la dimensione del debito pubblico, beh, non conta nulla. Troppo poco e troppo tardi. È colpa della BCE se l’Italia negli ultimi 20 anni ha pagato di tasca propria (cioè nostra) molto più della Germania per quanto riguarda gli interessi passivi sul debito (tutti soldi che vanno a ingrassare i parassiti che campano di rendita).
Tenete conto che 100 punti di spread di differenza tra i TdS decennali e i Bund decennali corrispondono a 1 punto percentuale di interessi in più da pagare. Un’enormità se tenete a mente che la BCE lo ha fatto arrivare anche oltre i 500 punti. E infatti tra il 2000 e il 2018 abbiamo pagato 1.549 miliardi di interessi passivi sul debito. Come se non bastasse, la UE che ci ha tolto più di 150 miliardi di euro di pizzo (91,997 miliardi di contributi netti e 58,23 tra contributo al MES, al fondo EFSF e prestiti bilaterali). E quei pochi soldi, nostri, che ci ha ridato indietro ce li ha prestati a strozzo. Non gli si può dare neanche degli strozzini. Perché almeno gli strozzini non ti prestano i soldi tuoi.
È sempre la UE che ci ha imposto misure di austerità che non avrebbero senso in un periodo di forte crescita. Figuriamoci in piena crisi. È la lettera che ci ha inviato la BCE nel 2011 ad averci imposto sacrifici lacrime e sangue per trasferire ancora più ricchezza al 10% più ricco. E ancora di più all’1%. Ma, soprattutto, allo 0,1%. Sono le 63 raccomandazioni di tagli al SSN inviate dalla Commissione agli Stati membri tra il 2011 e il 2018 ad averci fatto arrivare alla crisi scatenata dal coronavirus altamente impreparati.
Adesso che c’è ancora una volta da salvare l’euro stanno cadendo molti dei luoghi comuni su cui si è retta la propaganda liberale degli ultimi decenni. La disoccupazione, la miseria, i salari da fame, l’arretratezza nello sviluppo del territorio, le divisioni tra Nord e Sud del Paese, sono tutte scelte politiche che rientrano nelle modalità con cui i più ricchi e i servi al loro soldo portano avanti la lotta di classe. Abbiamo 4 milioni di italiani in condizioni di povertà assoluta, 9 in condizioni di povertà relativa. Abbiamo 6 milioni tra disoccupati e inattivi. 4,3 milioni costretti a fare il doppio o il triplo lavoro per quanto poco vengono pagati (“part time involontario” lo chiamano nella neolingua). Un numero di suicidi per motivi economici cresciuto così tanto che dal 2011 l’ISTAT ha smesso di contarli (altri centri no: sono stati quasi 1000 solo negli ultimi 7 anni).
Hanno svenduto l’IRI, privatizzato e liberalizzato una marea di servizi fondamentali. Come Autostrade. E anche là abbiamo dovuto contare decine, centinaia di morti. Tutto affinché i ricchi diventassero ancora più ricchi. Coi soldi nostri, non solo con quelli creati dal nulla dalle banche centrali “indipendenti”. Ci hanno tolto, questi parassiti, 1.043 miliardi di euro di soldi nostri dal 1981 a oggi. Poi arriva il coronavirus e non abbiamo ospedali a sufficienza, medici a sufficienza, infermieri a sufficienza, posti letto a sufficienza.
Serviva il covid-19 per rendersi conto che aver lasciato chiudere tutte le fabbriche o quasi che avrebbero, oggi, potuto produrre internamente tutto quello che ci serve non è stata poi questa grande idea? Sono serviti le migliaia di morti in pochi giorni per far riscoprire il valore dello Stato. Per far riscoprire che certe cose, se non le fa lo Stato, non le può fare e non le fa nessuno. Che quando arriva il momento del si salvi chi può (può essere una guerra come una pandemia mondiale come l’apocalisse zombie) o ci si stringe, uniti, come popolo dentro la casa comune chiamata Italia e sotto il tetto protettivo della Costituzione, o ci aspetta la Grecia.
E a proposito di Grecia, spendiamole due parole Per Conte e Gualtieri che fino all’ultimo, ancora adesso probabilmente, col Parlamento chiuso e le persone costrette dentro casa, stanno provando in ogni modo e in ogni sede a farci ricorrere al MES. «A farci ricorrere tutti gli Stati e senza condizionalità» dirà qualcuno… Cioè vorrebbero – dicono – ottenere in poche ore quello a cui viene detto di no – Nein!, per essere precisi – da 20 anni. Quando l’unica cosa che ci servirebbe è recuperare la nostra sovranità. Politica, monetaria e fiscale. Non il MES, non la BCE come la FED, ma la Banca d’Italia che torni a fare quello per cui è nata: accompagnare le politiche economiche decise dal Governo controllando i tassi di interesse ed emettendo dal nulla la moneta per permettere allo Stato di spendere a deficit.
Ecco, lasciatemi chiudere così.
Se andranno avanti nel loro progetto di svendita del Paese, portato avanti senza alcun coinvolgimento del Parlamento (cioè a democrazia sospesa), non ci dev’essere quarantena che tenga. Non possiamo permetterci di essere consegnati in mano agli aguzzini dei fratelli greci. Perché quello sarebbe il destino che ci aspetta.
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