Nel nome del fogno
di LEONE CALZA (FSI-Riconquistare l’Italia Avellino)
L’adesione a MES, Recovery Fund e a tutte le trappole che l’Europa prepara non serve a “trovare i soldi”. I soldi ci sono e si possono trovare, come testimoniano le aste dei btp delle ultime settimane. Ma sottoscrivere questi accordi serve:
1. alla classe dirigente italiana (Confindustria in testa) per stringere in modo irreversibile il cappio del vincolo esterno intorno al collo del Paese e quindi procedere coattivamente e speditamente con lo smantellamento dello stato sociale e di quello che resta del fastidioso (per loro) sistema di tutela del lavoro disegnato nella Costituzione. Se verrà qualcuno dopo di loro, non deve avere materialmente la possibilità di recedere dai trattati e nemmeno di ammorbidire gli impegni assunti nei trattati.
2. a smobilitare e svendere quegli asset pubblici (e anche privati, se non saranno più difendibili) che il capitale, specialmente estero (ma non solo) è impaziente di incamerare a poco prezzo.
Come sempre negli ultimi 40 anni, classe dirigente italiana e capitale finanziario transnazionale marciano e colpiscono uniti. E chi colpiscono? I soliti: lavoratori, pensionati, piccoli risparmiatori, piccole e medie imprese, classe media, famiglie etc, in altre parole, quelli che sono stati massacrati negli ultimi decenni. Sempre in nome degli stessi alti e irrinunciabili ideali: il sogno europeo, la governabilità, l’onestà, l’ammodernamento del Paese, fare dell’Italia un Paese “normale”, i valori liberali, la competitività, la responsabilità, i conti in ordine, la credibilità, le sfide, le riforme ambiziose etc. Tutte cose che non sono arrivate, ma nel cui nome è stata violentata senza costrutto la vita di decine di milioni di persone.
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