di RICCARDO PACCOSI (FSI-Riconquistare l’Italia Bologna)
Il post che avrei voluto scrivere sulla manifestazione di oggi a Roma, era molto bello.
Avrei, con cura del dettaglio, spiegato perché a mio parere essa andava sostenuta in un’ottica anti-liberista, perché essa non fosse una manifestazione “negazionista” e, tantomeno, di destra.
Avrei spiegato, poi, le varie articolazioni con cui il cosiddetto populismo si determina – alcune delle quali sono, certamente, di destra – facendo un minimo di excursus sulla storia recente. Infine, a chi mi avesse obiettato la presenza, nella manifestazione odierna, di gruppi recanti messaggi ingenui o di questo o quell’altro personaggio poco gradito, avrei spiegato perché, in qualsiasi fase storica, i blocchi sociali d’opposizione si fanno con quel che c’è e come anche nelle manifestazioni degli anni ’70 vi fossero componenti ingenue e folkloristiche.
Dunque, se da una parte posso scegliere di non andare a una manifestazione come quella di settembre caratterizzata dalla presenza massiccia dei neofascisti di Forza Nuova, dall’altra avrei spiegato che tale scelta non può valere per tutte le manifestazioni cosiddette “populiste”: non può valere, perché non si sceglie questo o quel gruppetto politico bensì la composizione di classe a cui una certa manifestazione si rivolge. La politica, cioè, non può occultare o far bypassare la comprensione sociologica dei fenomeni di piazza.
Insomma, stavo per concludere e pubblicare un post corposo sul piano argomentativo, denotante approfondita conoscenza dei movimenti di massa e della loro storia, nonché una discreta capacità di lettura del piano sociologico ch’è sotteso alla cronaca politica spicciola. Poi però ho pensato: chi me lo fa fare?
Se argomento, se faccio dissertazioni storiche e sociologiche, se specifico e distinguo, forse questo impedisce ai miei contatti di sinistra di berciare di “fascismo”, “negazionismo” e tutto il resto?
E poi: perché mai dovrei mettere le mani avanti, giustificarmi con questa gente? Perché dovrei star lì a difendermi preventivamente spiegando che no, non è vero che si tratti d’una manifestazione di destra? Forse che gli esponenti della sinistra politica provano a giustificarsi quando appoggiano l’Unione Europea e le sue politiche di distruzione dei diritti sociali? Si giustificano quando appoggiano od ostentano silenzio-assenso per le aggressioni della Nato ai danni di altri paesi? Si vergognano di essere, in ampia parte, favorevoli alla riduzione del diritto di voto proprio come Mussolini? Si vergognano d’aver appoggiato formazioni neonaziste durante la crisi ucraina? Si vergognano che i leader del PD appoggino i colpi di stato occidentali in America Latina proprio come faceva Giorgio Almirante negli anni ’70? Per quale motivo, insomma, dovrei difendermi dall’eventuale accusa di essere “di destra” formulata da chi assume posizioni di tal fatta?
Per i progressisti odierni, è normale l’uso della retorica al posto dell’analisi, è normale il ricorrere continuamente alla calunnia, ovvero il definire “di destra” chiunque esprima obiezione alle strategie del capitalismo sovranazionale. Già, perché purtroppo, in questa disastrata fase storica, anche a questo ci è toccato di assistere: la classe degli sfruttatori che definisce fascista la classe degli sfruttati.
Dunque no, nessuna giustificazione preventiva e nessuna spiegazione: il “pericolo fascismo” di cui cianciate, cari amici di sinistra, io ritengo coincida con la globalizzazione neoliberale che voi sostenete. Quindi, non sono tenuto a giustificarmi con voi.
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