di FRANCESCO CARPAGNANO (FSI-Riconquistare l’Italia Siracusa)
Lo so che dirsi anarchici per qualcuno fa figo. E fa figo disegnare quel bel logo con la A cerchiata. Poi quello stesso logo te lo ritrovi su maglioni di lusso a centinaia di euro al pezzo. Contraddizione? Bestemmia? No, ci sta tutto invece.
Quello che molte persone appartenenti a quella frangia che ama definirsi “anarchica” o “libertaria” non riescono a cogliere è la natura paradossale della libertà. E il paradosso è questo: la libertà può esistere solo se c’è un’autorità superiore che la garantisce. È triste, se volete, ma è così. Laddove questa autorità (che si identifica con lo stato, ma che se vi fa piacere potete chiamare come vi pare) viene a mancare, si realizza una libertà ASSOLUTA che si rovescia immediatamente nel suo esatto contrario: la guerra di tutti contro tutti, l’affermarsi della legge del più forte e di conseguenza la violenza e l’oppressione.
Si illudono quelli che pensano che una volta distrutto lo stato ci si trovi in una condizione di armonia e di uguaglianza in cui tutti vivono liberi e felici. Se non ci credete basta guardare a quelle parti del mondo in cui lo stato “non riesce ad arrivare”. Ce ne sono anche in Italia, del resto, e interi paesi in giro per il mondo rispondono a questa descrizione. Esse non somigliano per niente a quel paradiso libertario che avete in mente voi. Al contrario, sono spesso terreno di scontro di bande criminali che fanno le peggiori porcherie immaginabili, o in alternativa terreno di conquista per le multinazionali che sfruttano risorse e uomini senza alcuna pietà.
In altre parole, laddove non regna un’autorità pubblica se ne crea una privata, molto più dispotica, oppressiva e violenta. Ciao.
P.S. È scontato aggiungere che se la presenza di uno stato forte sia la condizione NECESSARIA per la libertà, essa però non è SUFFICIENTE. Lo stato può benissimo diventare dispotico, ma la battaglia va fatta per il controllo democratico dello stesso e non per la sua distruzione.
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