Monti: nemico sincero
di ANTONIO MARRAPODI (FSI-Riconquistare l’Italia Reggio Calabria)
Leggere le parole di Mario Monti è sempre stimolante perché è l’unico dei “nemici” che ha l’onestà intellettuale di dire le cose in faccia come stanno. Sul “Corriere della Sera di oggi” (17 gennaio) non si fa infatti scrupoli nel dettare a Conte le condizioni per ottenere la sua fiducia e a delineare il futuro che attende non solo il governo attuale ma qualsiasi maggioranza che governerà all’interno della gabbia unionista. Insomma, il famoso “Pilota automatico” che lui ha più volte auspicato per il nostro paese.
Senza dubbio, ha il merito di sottolineare la temporaneità della sospensione delle attuali regole fiscali europee e dell’intervento straordinario della BCE (nonostante molti si illudano che possano continuare ad infinitum).
Da questa premessa trae infatti conclusioni interessanti.
Ad esempio, afferma la necessità di:
- tornare a una stringente disciplina di bilancio;
- lasciar fallire le piccole e medie imprese distrutte dai lockdown senza continuare a dar loro sussidi, riprendendo il darwinismo sociale che contraddistingue da sempre la sua ideologia che è molto facile da predicare, senza riflettere sulla sofferenza umana che potrebbe causare, da uno scranno di senatore a vita (il più fisso dei posti fissi);
- aumentare la tassazione patrimoniale (che lui ha già triplicato nel 2011, distruggendo il settore);
- rendere il fisco «friendly ma non troppo» con imposta ordinaria sul patrimonio, imposta di successione, imposizione sugli immobili e aggiornamento del catasto, imposizione sul lavoro etc.;
- liberalizzare tutto il possibile.
Il punto è che si tratta proprio di quelle riforme che la stessa Commissione europea ci suggerisce di adottare nelle “Country Specific Recommendations” del 2019 e 2020 richiamate nello stesso regolamento del Recovery Fund. La logica è quindi questa: austerità o niente danari. Tant’è che nel nostro Piano Nazionale Gualtieri si è premurato di inserire una mostruosa previsione di discesa del rapporto debito/PIL che implica avanzi primari registrati neanche sotto il governo Monti (!).
Talvolta si obietta anche che le “condizionalità” siano necessarie vista la nostra pessima capacità di spesa. Su quest’ultima si può essere anche d’accordo ma la soluzione non sarà certamente quella di cedere ogni residua sovranità del paese. Questi strumenti non sono infatti altro che il mezzo per ingabbiarci definitivamente in UE e pilotare l’Italia da Berlino e Parigi sostituendo il normale debito contratto sui mercati con debito privilegiato contratto verso l’UE e altre istituzioni come il MES. Questo spiega infatti il “braccino corto” di Gualtieri nell’emettere BTP nonostante i tassi praticamente a zero garantiti dalla BCE e la spinta ossessiva per aumentare il nostro indebitamento verso l’UE tramite il fondo SURE (le condizioni contrattuali sono sottoposte a presunzione di inaccessibilità) e il Recovery.
I nostri avi hanno dato la vita combattendo – contro gli austriaci prima e contro i tedeschi dopo – per l’unità, l’indipendenza e la libertà del nostro paese dal giogo delle potenze estere. Cosa penserebbero nel vedere la Patria per la quale hanno lottato ridotta ad uno status semicoloniale governata da una classe politica culturalmente e politicamente subalterna a popoli che non hanno niente da insegnarci e che, storicamente, si son sempre battuti per dominarci?
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