Rinunciare alla TV salva la vita
di LORENZO D’ONOFRIO (FSI-Riconquistare l’Italia Pescara)
Ho appena visto un intero TG, dopo tanto tempo. Ho capito perché molte persone, che dopo la sbandata di marzo scorso avevano ritrovato la razionalità, stanno di nuovo sbarellando. Pochi giorni di somministrazione costante di informazione televisiva sono in grado di mettere alla prova anche le menti e gli umori più razionali. Fra qualche anno, rivedendo questi TG, ci chiederemo come sia stato possibile e se sia davvero accaduto.
Una sequenza di immagini, dati improvvisati, frasi ormai stereotipate lette e rilette senza inflessioni, capri espiatori sulla graticola, famiglie in cerca di sole e aria di mare trattate come i peggiori untori che osano godersi l’ultimo giorno di libertà, ragazzi che si permettono di non riuscire a frenare istinti, ormoni e sfoghi di un anno di repressioni che nessuno gli restituirà.
L’unica cosa che manca in questa informazione ormai occupata da gossip inquisitorio e presunti scienziati che a un esame universitario boccerebbero almeno un paio delle diverse versioni di se stessi che ci hanno regalato, è la SCIENZA, termine troppo abusato. Quotidiane carrellate di informazioni che di scientifico non hanno nulla, ma soprattutto fra loro incoerenti, che se immaginate tutte insieme darebbero l’impressione di un quadro di Picasso.
Tutto questo mi fa pensare a quanto la cattiveria e l’odio, alla faccia dell’ipocrisia e del politicamente corretto, siano invece indissolubilmente radicati nella natura umana e per uscire fuori abbiano bisogno solo di essere alimentati.
Mi fa pensare all’ex Jugoslavia, o alla storia del nostro Paese fra Ventennio e Resistenza, a come possano atrocemente mutare in poco tempo rapporti nelle comunità, fra vicini, amici, addirittura familiari, agli inevitabili regolamenti di conti che accompagnano sempre la rottura di equilibri più o meno consolidati e ai sentimenti di rivalsa che trasformano in ritorsione la sofferenza e l’umiliazione provocate dalle angherie.
Questo ultimo anno ha solo scoperchiato un virus più infame del Covid, che fermenta da un quarantennio che si fa chiamare liberale ma che ha progressivamente compresso le libertà conquistate e represso la capacità di autonomo pensiero.
Aver soppresso a tempo indefinito ogni forma di espressività, di socialità, di confronto, di dissenso costruttivo in nome de LaScienza rischia di farlo esplodere in tutta la sua virulenza… e forse sarà un passaggio necessario.
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