Sir Bis e la dote ai ccciovani
di STEFANO ROSATI (RI Rieti)
La dote ai giovani promessa da Letta fa molta tenerezza. Anche l’enfasi che molti contatti – un po’ ingenui nell’abboccare sempre alla chiamata alle armi quando si dice di voler far pagare il ricco – hanno dato alla notizia fa tenerezza. La misura proposta da Letta consisterebbe in 10mila euro per la metà dei 18enni italiani, avrebbe un costo di 2,8 miliardi di euro per l’erario e sarebbe finanziata mediante tassazione sui grandi patrimoni (adesso è inutile parlare dei molteplici modi in cui questa norma potrebbe essere elusa in un sistema a libertà di circolazione di capitali).
Vediamo cosa prevede il PNRR. Faccio un esempio, anche per dare una risposta a chi in privato mi chiedeva di spiegare perché in un post precedente avevo affermato che il PNRR creerà enormi sacche di rendita privata (ossia monopoli) con risorse prese mediante indebitamento pubblico (estero e con rigide condizionalità) che verranno restituiti dalla classe lavoratrice con la classica macelleria sociale.
Nel PNRR si concedono per la digitalizzazione (in sostanza, per la rete 5G) 6,71 miliardi di euro. Ad agosto (c’era ancora Conte) fu fatto un accordo tra TIM (azionista di maggioranza, la francese Vivendi) e Cassa Depositi e Prestiti per costituire la società AcessCo che avrà il monopolio per la costruzione della rete 5G. La società AccessCo ha inglobato anche la FiberCo, una società costituita da TIM insieme a Fastweb e il fondo americano KKR.
AccessCo avrà il controllo, il monopolio, sulla rete 5G. Insomma con soldi pubblici presi a debito sui mercati internazionali, una società privata partecipata al 51% da TIM (che è controllata dai Francesi di Vivendi) e al 49% da CDP, diventa monopolista di un settore strategico fondamentale nella società dei “cciovani”, fondata sul diritto di accesso a internet. Il diritto di accesso a internet non sarà un servizio pubblico gratuito per tutti, ma sarà gestito da una società mista pubblico privata, a maggioranza privata (e straniera).
Cari cciovani e cari amici di sinistra, il PNRR prevede più concorrenza come strumento di equità e di coesione sociale, anche nella sanità. Per voi. Per i ricchi invece prevede la creazione di monopoli privati con fondi pubblici (6,7 miliardi di euro) in settori strategici. Che vuol dire che avremo sicuramente bisogno dei loro servizi e che li dovremo pagare.
Due volte. La prima per accedere al servizio, la seconda per restituire i soldi presi a prestito per costituire il loro monopolio. Attenzione, questo è solo un esempio, eclatante. Dentro il PNRR se ne possono trovare altri. Adesso parliamo della mancetta ai diciottenni promessa dal Robin Hood in calzamaglia (o dallo Sceriffo di Nottingham?).
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