di MICHELE DURANTE (RI Genova)
La prima generazione della Repubblica Italiana. I nostri nonni. Il loro sacrificio. La loro eredità. E le possibilità che non possiamo sprecare. In questi ultimi anni se n’è andata la prima generazione della Repubblica Italiana ma è rimasta la sua eredità, un’eredità che non possiamo dimenticare e che la mia generazione, la terza, ha il dovere di far rivivere. Se n’è andata una generazione che ha ricostruito e lottato per questo Paese. Una generazione che ha fondato la nostra collettività su valori che sono sotto attacco e che la mia generazione ha l’inderogabile dovere di difendere.
I miei nonni mi hanno lasciato un tesoro che è un insegnamento: lotta per lasciare ai tuoi figli un posto migliore del tuo. E Loro lottavano con la calma, la serenità e la saggezza di chi costruisce dal nulla. Noi purtroppo non lottiamo più e, presi dall’isteria di futili pretese, stiamo distruggendo ciò che loro hanno costruito, gettando al vento le grandi possibilità che ci hanno donato con tanto sacrificio ed amore.
Solo ora mi rendo conto che loro hanno sempre agito e si sono sempre sacrificati per amore della loro famiglia e del loro Paese: credo che per la mia generazione sia giunto il momento di raccogliere questa eredità. Dobbiamo farlo. Dobbiamo agire per lasciare un posto migliore ai nostri figli e dobbiamo farlo senza mai arretrare di un millimetro rispetto ai nostri valori. Come hanno fatto loro, i nostri nonni. Dobbiamo sacrificare tutto, se necessario, anche la nostra vita, perché loro lo avrebbero fatto: anzi, loro lo hanno fatto. Non tanto per lasciarci un posto migliore ma per darci la possibilità di lasciare un posto migliore ai nostri figli, per insegnarci l’unico modo per poterlo fare: sacrificio, lotta, rispetto dei valori e quindi lavoro, fermezza e idee inscalfibili.
Questo erano i miei nonni e io aspiro a diventare come loro, anche se nei nostri tempi e per la nostra generazione credo che ormai loro siano irraggiungibili, il minimo che possiamo fare è riuscire a riprendere la via che loro hanno tracciato. Ci hanno lasciato un tesoro che è il prodotto della loro vita, esperienza e saggezza. Un tesoro inestimabile che si sostanzia del loro spirito combattivo e allo stesso tempo inamovibile, solido, concreto.
Se anche solo in parte la mia generazione riuscirà a far suo questo spirito e a trasmetterlo ai posteri, avrà vinto. Non come hanno vinto i nostri nonni, però. Loro hanno anche costruito con umiltà. E per questo, non smetterò mai di ammirarli e ringraziarli.
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