Profumo d’Europa
di DAVIDE VISIGALLI (FSI Genova)
Nei discorsi e proposte degli intellettuali, associazioni e partiti variamente in contrasto con l’Unione Europea, rimane sempre un afflato nostalgico sentimentale verso il progetto di Europa dei popoli e della Pace. A prescindere dalle intenzioni è difficile capire cosa gli stessi intendano fare nei confronti del Trattato di Maastricht: recesso e poi una nuova Europa o subito per un’altra Europa?
Sinceramente non mi importa. Sono discorsi che non tengono conto della volontà politica degli altri popoli, in un momento storico in cui è difficile far rispettare la nostra. Dopo che avremo esercitato il recesso dell’Italia, si potrà pensare con chi ci si potrà alleare sulla base di politiche comuni. Non si può sapere prima cosa decideranno gli altri popoli.
Perché poi una Confederazione Europea o una Costituzione Europea? Se davvero fosse necessario unirsi ad altri Stati (cosa che non credo assolutamente) perché non farlo con i Paesi del Mediterraneo? O con i Paesi dei Balcani? O un giusto mix dei due?
Ecco, a mio avviso (e non solo) il “profumo d’Europa” serve per mantenere una ricerca del consenso immediato, per come ora il popolo vede la politica. Non ci serve questo. I partiti non devono cavalcare il popolo ma devono elevarlo e istruirlo e creare il consenso passo dopo passo, insieme al popolo.
Il profumo spesso serve per mascherare il puzzo nauseabondo degli umori viscerali. Ma la vera liberazione è lavarsi dalle impurità, non profumarsi per coprirle.
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