Tre domande al CTS
di MARCO COSTI (RI Fermo)
Da quando l’emergenza covid ha preso il sopravvento sul resto dell’agenda politica, il Governo si è dotato di una compagine tecnica che potesse fornire le indicazioni necessarie a fronteggiarla.
Tuttavia questo organismo, perennemente richiamato dallo stesso Governo ad ogni provvedimento di merito, non si interfaccia mai con la cittadinanza, non è mai stato chiamato a riferire circa i propri indirizzi. Alcuni dei componenti sono apparsi nei vari salotti televisivi, senza però approfondire alcune questioni tecniche dirimenti. Quando a settembre 2020 il Governo è chiamato a desecretare i 95 verbali delle sedute del CTS, lo fa lasciando parecchi omissis e, soprattutto, senza specificare le deduzioni scientifiche alla base delle quali si prendevano decisioni determinanti per la società e l’economia italiane.
Milito in un partito, “Riconquistare l’Italia”, che tiene particolarmente alla serietà dell’approccio metodologico in merito a questioni sanitarie e ritiene che alcune di queste siano non più procrastinabili. Alla luce di ciò, sono tre gli interrogativi che mi piacerebbe porre ai membri del Comitato:
1) perché vaccinare i guariti nonostante lo studio di Turner e colleghi pubblicato il 24 maggio su “Nature” che indica i guariti come sostanzialmente protetti a vita?
2) quale stima epidemiologica degli infettati totali nella popolazione generale dall’inizio dell’emergenza possiedono le autorità sanitarie?
3) come è possibile che dopo 19 mesi la diagnostica sia affidata ancora a un tampone orofaringeo che rintraccia il virus nelle mucose, col rischio che questo venga riscontrato più volte anche in persone protette da anticorpi?
Domanda… ma il governo sostenuto da quasi tutti i politici, che gliene frega del rapporto con la cittadinanza?
A quella basta e avanza la pubblicità….. come ben vedi.