La società dell’esclusione
di GIANLUCA BALDINI (RI Pescara)
Confrontandomi con diverse famiglie ho appurato che i genitori degli adolescenti si trovano costretti a vaccinare i figli essenzialmente mossi da due ragioni.
La prima è l’esclusione sociale cui sono condannati i ragazzi non vaccinati, costretti a farsi il tampone a giorni alterni per poter frequentare le attività extrascolastiche e per passare del tempo libero con gli amici. Biblioteche, fast food, cinema e teatri, palestre e piscine, chiederanno il green pass ad ogni ingresso. I ragazzi che si trovano in comitive di ragazzi già vaccinati chiedono ai genitori di ricevere il vaccino per essere liberi di muoversi.
La seconda ragione è quella che ha mosso anche me e che adesso diventa cogente anche per i ragazzi: la volontà di non diventare i capri espiatori di DAD e nuove limitazioni. Il comma 3 dell’art. 1 del D.L. 6 agosto 2021, n. 111 nasce per questo scopo. Questo dispositivo prevede la possibilità di derogare all’uso di mascherine se alle attività didattiche e curriculari partecipano solo studenti vaccinati. In sintesi, hanno generato una norma che formalizza il principio opposto a quello dell’inclusione, promosso da decenni per realizzare il principio di uguaglianza sostanziale espresso nell’art. 3 della nostra Costituzione.
Il governo Draghi ha istituzionalizzato la scuola dell’esclusione, in cui se sei diverso vai stigmatizzato e marginalizzato. Questo provvedimento produrrà due effetti: da un lato in molti correranno a vaccinare i figli, sotto pressione degli stessi ragazzi, che non vogliono sentirsi diversi. Dall’altro chi resisterà a questa pressione sociale sarà oggetto di discriminazioni più o meno palesi. Nei contesti più critici questo provvedimento potrà generare un’escalation di veri e propri atti di bullismo.
Com’è possibile che nessuno si sia opposto? Perché non ci sono state levate di scudi da parte dei portatori di interesse? Non dico i sindacati, che mi sembrano allineati al 100% con qualsivoglia nefandezza attui questo governo. Ma perché non si sentono le voci dei coordinamenti dei docenti incaricati sul sostegno, le associazioni delle famiglie dei ragazzi con disabilità e tutto il mondo del terzo settore che si occupa di inclusione delle differenze?
È così importante vaccinare una fascia della popolazione a rischio Covid pari a ZERO da consentire di derogare anche ai sacri principi dell’inclusione e dell’uguaglianza? Come ci siamo arrivati a questo punto? Ma siamo davvero così pochi a vivere tutto questo come un incubo senza fine? Perché dobbiamo sacrificare anche i ragazzi? Perché dobbiamo mettergli gli uni contro gli altri? E perché esporli a rischi inutili?
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