Un fondo americano mette le mani su Telecom: Italia in svendita?
di BYOBLU (Michele Crudelini)
Sembra essere iniziata una nuova stagione di privatizzazioni in Italia. Dopo lo smantellamento di Alitalia sembra ora essere arrivato il turno di un’altra azienda strategica italiana: la Telecom.
L’offerta dagli Stati Uniti
Sembra infatti essere arrivata un’offerta sostanziosa per l’acquisizione del 100% della principale azienda italiana delle telecomunicazioni. L’offerta di acquisizione è arrivata dal colosso americano KKR, acronimo di Kohlberg Kravis Roberts. Un fondo di investimento con sede a New York con un giro di affari pari a oltre 100 miliardi di dollari.
Secondo quanto riportato da Bloomberg il piano della KKR sarebbe quello di spacchettare la Telecom in diverse realtà in modo tale da ridurre i costi e ottimizzare i profitti. Da parte italiana sembra esserci particolare attenzione rispetto a questa offerta, con il Governo Draghi pronto a dare il via libera all’operazione con qualche piccolo accorgimento.
Come per esempio l’inserimento di Cassa Depositi e Prestiti all’interno dell’operazione per aumentare la sua partecipazione nell’azionariato. I vertici di Telecom starebbero così valutando l’offerta, anche alla luce della reazione positiva da parte del titolo in borsa, salito di oltre 20 punti percentuali.
C’è un rischio occupazionale
Mentre Governo e azienda aprono quindi al buon esito dell’operazione, i sindacati hanno invece già lanciato l’allarme su possibili ripercussioni in termini di occupazione. Alcune sigle hanno così scritto una comunicazione al Ministero dello Sviluppo economico.
Un’azienda che aveva basato il proprio piano di rilancio industriale su un progetto infrastrutturale condiviso dal Governo vede ora rimesso tutto in discussione per il repentino e ad oggi tutt’altro che chiaro cambio di impostazione dell’Esecutivo. C’è in gioco la tenuta occupazionale di Tim con il rischio di migliaia di esuberi e la tenuta di tutto il settore Tlc.
Per ora non è stata fatta trapelare alcuna risposta. D’altronde è piuttosto difficile credere che un fondo di investimento come KKR che basa la sua attività e ricchezza su operazioni di speculazione finanziaria abbia intenzione di preparare un piano industriale serio per il futuro delle telecomunicazioni italiane.
Se andasse in porto, l’Italia si troverebbe così ad affrontare un processo di transizione digitale, che comprende l’introduzione dell’infrastruttura 5G, con la principale azienda di telecomunicazioni nelle mani di un fondo straniero.
Telecom: un’azienda trasformata in spezzatino
La storia della Telecom è però costellata, soprattutto negli ultimi 30 anni, di operazioni poco trasparenti, svendite e spacchettamenti improvvisi. Il tutto ebbe inizio nel 1997 quando il Ministero del Tesoro uscì dall’azionariato dell’azienda, decretandone la privatizzazione. Ministero allora diretto, guarda caso, da Mario Draghi, onnipresente in tutte le operazioni di liquidazione delle aziende pubbliche italiane.
Da allora la Telecom ha subito un lento declino passando in diverse mani, finendo poi per subire scalate da parte di operatori stranieri. Prima con la spagnola Telefonica, arrivata a controllare il 22% dell’azienda. Poi con l’ingresso della francese Vivendi, divenuta maggiore azionista di Telecom nel 2016 con il 24% delle azioni e infine con l’entrata del fondo di investimento americano Elliott.
Passando attraverso queste operazioni, la Telecom è arrivata a perdere la metà del suo valore di mercato, permettendo così oggi all’ennesimo investitore straniero di poter tentare l’acquisizione ad un prezzo svalutato. Sembra l’ennesimo copione rivisto: un’azienda pubblica di fondamentale importanza strategica, che viene smembrata dalle privatizzazioni degli anni ’90, per essere poi venduta definitivamente oggi. E la costante di queste operazioni sembra essere sempre lui: Mario Draghi.
FONTE: https://www.byoblu.com/2021/11/22/un-fondo-americano-mette-le-mani-su-telecom-italia-in-svendita/
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