Facile parlare, mai voi cos’avreste fatto?
di LORENZO D’ONOFRIO (RI Pescara)
Premesso che è facile parlare DOPO, mentre noi parliamo sempre PRIMA… se fossimo stati al governo, avremmo parlato più o meno così:
Cari Italiani,
l’emergenza iniziale che ci ha colti impreparati è finita da tempo, ma il nostro ordinamento costituzionale ha in sé tutti gli strumenti per affrontare ogni situazione, anche la più problematica e duratura, permettendoci di agire, in ogni situazione avversa, nel pieno rispetto dei principi dello stato di diritto.
Ogni scelta, anche la più difficile, sarà necessariamente adottata “nelle forme e nei limiti della Costituzione”, oltrepassare i quali significherebbe mettere a repentaglio la tenuta del nostro ordinamento democratico. Nulla è più importante della democrazia, neanche la nostra stessa vita: rinnegare questa evidenza, sancita dalle priorità scandite nei primi articoli della Costituzione, significherebbe infangare il sangue versato da chi, per la democrazia, ha sacrificato la propria di vita.
Agiremo quindi su più fronti, prioritariamente occupandoci di rimediare, nel più breve tempo possibile, alla destrutturazione del Sistema Sanitario Nazionale operata dai governi che ci hanno preceduto. Inietteremo risorse per sopperire alle carenze strutturali e occupazionali generate dai tagli indiscriminati degli ultimi 30 anni, rafforzeremo con decisione la medicina di base, investiremo con convinzione nella edificazione di una industria farmaceutica pubblica.
Nell’immediato garantiremo il ritorno alla normalità, accettandone i rischi e utilizzando tutti i presidi a nostra disposizione, consci che la fine della pandemia probabilmente non dipenderà da quello che faremo, e che dovremo continuare a convivere con il virus cercando di limitare i danni di carattere sanitario, ma anche quelli economici e sociali.
Fra i presidi a disposizione ora abbiamo i vaccini, ma realisticamente dobbiamo riconoscere che non sappiamo se saranno risolutivi, perché non abbiamo informazioni certe sulla loro efficacia.
Sappiamo però che la maggior parte di voi non ne avrà bisogno, così come sappiamo che a una parte di voi il vaccino potrebbe salvare la vita, o comunque evitare spiacevoli complicazioni in caso di contagio, per cui vi invitiamo a valutare serenamente con il vostro medico l’opportunità di sottoporvi a vaccinazione, in base alla vostra età e alle vostre condizioni di salute. Provvederemo a fornirvi tutta l’assistenza che sarà necessaria.
Tornerete così a vivere, perché vivere significa rischiare, adottando, se lo vorrete, tutte le precauzioni che riterrete opportune, ma rispettando le scelte altrui, senza costrizioni, liberi dalla paura, con il coraggio che ognuno saprà darsi. Ci prenderemo cura di voi e ci dedicheremo una volta per tutte alla vera priorità del Paese, il lavoro, invertendo finalmente la sciagurata rotta di chi ci ha preceduto, di chi ha sacrificato i vostri diritti sull’altare dei riequilibri contabili, mettendosi su una strada che, come ci ricordava Federico Caffè, ha costituito un “tradimento degli ideali della Resistenza”.
Se non facessimo tutto questo, verremmo meno al mandato impostoci dal nostro giuramento sulla Costituzione. Se non facessimo tutto questo, “tradiremmo l’ideale di costruire un mondo in cui il progresso sociale e civile non rappresenti un sottoprodotto dello sviluppo economico, ma un obiettivo coscientemente perseguito”.
Primo, parlare di democrazia è fuori di testa.
Ricordo che l’art. 10 della costituzione, ci seganala che lo stato si ADEGUA ALLE NORME INTERNAZIONALI.
Ergo, ci sono norme che lo stato deve osservare. In pratica lo stato NON C’È. per i dementi, ricordo che la costituzione è stata scritta sotto dettatura.
Per quanto riguarda il vaccino, che nn lo è parlare di rivolgersi al proprio medico, vuol dire tante cose.
E voi vorreste essere il faro del futuro?