Smentita la previsione del picco del petrolio: decrescisti e alternativi ambientalisti devono riflettere

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5 risposte

  1. Granduro ha detto:

    Già, però il prezzo del petrolio, probabilmente rimarrà elevato. Finiti i tempi della energia a basso costo. Ed in queste condizioni competere sarà più duro.
    Non saremo in lotta per la sopraffazione, ma semplicemente per la sopravvivenza.

  2. Emilio ha detto:

    Però c'è quest'articolo di Debora Billi  http://petrolio.blogosfere.it/2012/07/picco-del-petrolio-uno-sbaglio-non-ci-giurerei-troppo.html  che conferma il picco.
    In ogni caso, hai pienamente ragione a distinguere fra un'ipotetica umanità e la realtà degli Stati.
    Saluti, Emilio.

  3. Massimo ha detto:

     
    Per la serie: quando si vuole fideisticamente credere che un problema non è un problema…
    Vi invito a leggere questo articolo del fisico e ricercatore spagnolo Antonio Turiel, tradotto e pubblicato sul blog di Ugo Bardi, docente di chimica fisica presso l'Università di Firenze:
    * Importare energia, esportare miseria
    http://ugobardi.blogspot.it/2012/06/importare-energia-esportare-miseria.html
    In questo articolo si spiega perché siamo dinnanzi ad un fuoco fatuo, soprattutto negli USA, che peggiorerà la situazione.
    Poi andate a leggervi la definizione del concetto di EROI (Energy Returned On Energy Invested – ritorno energetico sull'investimento energetico) è schiaffatevela bene nella zucca, altrimenti non capirete mai una mazza riguardo il problema dell'approvvigionamento energetico:
    * Ritorno energetico sull'investimento energetico
    http://it.wikipedia.org/wiki/EROI
    Il problema non è "il petrolio sta finendo", la teoria del picco non ha mai affermato questo.
    La teoria del picco ha semplicemente fatto notare una cosa banale, se vogliamo: ovvero che avremmo prima consumato il petrolio a buon mercato (low-hanging fruits) e poi via via saremmo passati ad estrarre quello sempre più costoso in termini di denaro ma soprattutto costoso in termini energetici, ambientali e umani (ad esempio, cercate "Delta del Niger petrolio"). Difatti così sta avvenedo (leggere l'articolo per qualche dettaglio).
    Ad un certo punto il giocattolo si rompe. Facciamo un esempio (semplifico riguardo le fonti di energia): se per estrarre l'equivalente energetico di 3 barili di petrolio devo consumare energia per l'equivalente di 1 barile di petrolio probabilmente già mi conviene lasciarlo lì dov'è ciò che vorrei estrarre. Perché poi mi servirà (molta) altra energia per trasportarlo, processarlo in qualche modo (per esempio il petrolio devere essere raffinato) e infine distribuirlo.
    Fatta questa precisazione, sono d'accordo con te, Stefano, col discorso che sintetizzi con "l'umanità non esiste". Aggiungo che la differenza sarà non solo fra nazioni ma anche fra classi sociali: per i supericchi ci sarà petrolio ancora a lungo; anzi, la benzina a 10 €/l (o 100 €/l) avrà l'effetto collaterale di permettere al ricco di sfrecciare per le strade con la propria fuoriserie senza avere fra le palle il traffico di massa di noi poveracci.
    Non sono affatto d'accordo invece quando scrivi:
    «… il carattere finito delle risorse non dovesse essere invocato: “… d) che l’esaurimento delle risorse ancora non si vede all’orizzonte e non dispongo degli strumenti matematici e scientifici per verificare se le opinioni dei catastrofisti, che sostengono essere già stato raggiunto il picco del petrolio e prevedono gravissime conseguenze, siano fondate e meno. In mancanza di quegli strumenti, perché dovrei credere a taluni scienziati come si crede in Dio? Anche sotto questo profilo conviene attendere gli eventi".»
    Innanzitutto l'argomento che non disponendo degli adeguati strumenti culturali sia giusto ignorare un problema è una colossale vaccata, scusa la franchezza. Così come ci stiamo sempre più occupando di economia ad un livello sufficiente per capire che l'Euro è una truffa, cercando riscontri di quello che ci viene spiegato nelle teorie economiche (aree valutarie ottimali), nei dati e nella Storia, così possiamo occuparci di scienza ad un livello non specialistico ma sufficiente per valutare se quello che (alcuni) scienziati ci stanno raccontando ha un qualche fondamento o meno.
    Del petrolio e dell'energia in generale si è già trattato sopra, il concetto di EROI è fondamentale e mi sembra semplice da capire. Fra l'altro è uno strumento che permette di capire che, per esempio, l'idea di usare gli inceneritori per generare energia è una truffa, non solo per quanto riguarda la salute (§). Difatti più energia è stata usata per creare un oggetto meno ha senso bruciarlo per ottenere energia: il bilancio energetico è negativo, cioè c'è uno spreco di energia nel distruggerlo. Un po' meno spreco nel riciclarlo, meglio riutilizzare finché possibile – vedi rifusione contro riutilizzo dei contenitori in vetro.
    Diciamo qualcosa di altre risorse. Per esempio il rame: a me risulta che i furti di cavi o paletti (per la messa a terra) di rame siano passati da quasi zero a fenomeno preoccupante negli ultimi anni. Lo stesso vale per altri materiali: "smontaggio" e furto di interi impianti industriali fermi (chiusi per la crisi) del valore di centinaia di migliai di Euro, per poterne rivendere i materiali (metalli soprattutto) a peso, per decine di migliaia di euro.
    Segnali coerenti con quello che dicono quelli che tu chiami "catastrofisti" (rendendo lecito controbattere allo stesso livello chiamandovi "negazionisti").
    Ci sarebbe molto altro da scrivere riguardo l'intreccio energia/agricoltura industriale/fertilità dei terreni/fertilizzanti sintetici/acque non inquinate/cambiamento climatico ma questo commento è già troppo lungo, mi fermo qui.
    P.S.: Monbiot mi sembra sempre più poco affidabile e i suoi "cambi di opinione" sempre più sospetti.

    §) Problemi per la salute da non sottovalutare. Per esempio:
    * I danni alla salute degli inceneritori – Patrizia Gentilini

    * Regione sbugiardata sugli inceneritori! Ecco lo studio Moniter

  4. Massimo ha detto:

    Dimenticavo una domanda importante: ma se non avete le conoscenze scientifiche per valutare cosa dice questo o quello scienziato, com'è che sposate acriticamente la tesi degli scienziati che cita Monbiot? Solo perché ve la propone Monbiot che prima era un "credente" e adesso è un "convertito"?
     
    Non c'è che dire, se è in malafede la strategia di persuasione che sta utilizzando è proprio efficace.

  5. stefano.dandrea ha detto:

    Massimo,

    intanto ti ringrazio per i suggerimenti di lettura.

    Il discorso che avevo iniziato sulla decrescita e che non ho proseguito perché non era molto "vendibile" – interessava potenzialmente soltanto ai decrescisti, i quali tuttavia vogliono leggere, come quasi tutti, purtroppo, soltanto le cose che condividono – mirava a indicare quali argomenti potessero essere ragionevolmente, efficacemente e persuasivamente invocati a sostegno di proposte politiche, con la speranza di convincere la maggioranza o quasi dei cittadini; e quali argomenti non devessero essere invocati. Il discorso sul carattere finito delle risorse mi appariva e continua ad apparirmi un argomento debole, non forte, non persuasivo. A sostegno o contro stanno teorie o ipotesi scientifiche, dunque qualche cosa di diverso dal (più semplice) calcolo della energia necessaria a produrre energia con un inceneritore, bruciando un oggetto per utilizzare il quale è stata utilizzata energia. Suppongo, infatti, che il consenso scientifico su costi e benefici di energia prodotta da inceneritori sia maggiore che non sul picco del petrolio o sull'entità e sulle cause del mutamento climatico, dove ci sono anche scienziati che negano che siamo in possesso di serie di dati, diacronici e sincronici, che permettano di svolgere qualsiasi ipotesi scientifica.

    Per quanto riguarda l'economia, credo che occorra assumere un atteggiamento ugualmente prudente. Direi che bisogna interrogarsi su quella che io chiamo filosofia dell'economia e lasciare agli economisti l'economia. Per contestare l'esperimento dell'euro, bastava svolgere osservare: i) introducendo l'euro, perdiamo il tasso di interesse interno e ci sottoponiamo a un tasso di interesse unico che non gestiamo; ii) perdiamo la possibilità di adottare, magari in caso di necessità, il cambio flessibile; iii) perdiamo ogni possibile controllo sulla banca centrale. Infatti, è vero che avevamo reso autonoma la nostra banca centrale; ma in qualsiasi momento l'autorità politica italiana sarebbe potuta tornare indietro totalmente o parzialmente; iv) e potrei continuare per un bel po'

    Insomma, stiamo attenti a credere che quale sia la giusta disciplina della circolazione dei capitali delle merci e dei servizi,  o la giusta disciplina dei servizi pubblici locali a rilevanza economica lo debbano suggerire gli economisti; stiamo attenti a non credere che se si debba accogliere il principio della concorrenza o soltanto quello previsto nella costituzione della iniziativa economica privata spetti agli economisti, magari a quelli che cominciano a criticare le scelte politiche effettuate nell'ultimo ventennio. Io non ho avuto timore di dichiarare il mio apprezzamento per Marine Le Pen la quale ha dichiarato "basta tecnici".

    Detto questo, non è detto che io sia in disaccordo con te su scelte di politica energetica che tu, certamente più competente di me, potresti suggerire. Il mio discorso e la mia critica riguardano soltanto gli argomenti; e hanno il fine di irrobustire le tesi ambientaliste, non di indebolirle, anche se forse non sono stato sufficientemente chiaro.

    Grazie ancora e a presto

     

     

    la quale prima avevamo si reso autonoma

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