Lo zero virgola e il tonno
di MARCO TROMBINO (RI Genova)
I casi sono due: o uno ha abbastanza soldi per vivere e permettersi lussi, o fatica ad arrivare a fine mese.
Nel primo caso, il cittadino può votare quello che vuole: è benestante. Nel secondo caso è suo interesse votare chi si batte per il diritto al lavoro e a un reddito dignitoso (sarebbe carino che lo facesse lui in prima persona). In questo secondo caso, il cittadino miscio [“squattrinato” in dialetto genovese, ndr] deve capire che una forza politica che faccia gli interessi del suo ceto sociale deve passare per lo zero virgola qualcosa dei voti.
Se non è così sono successe due cose:
A) il partito è schizzato dallo 0% al 20% perché il fondatore è un oligarca ricco;
B) il partito è schizzato dallo 0% al 20% perché il fondatore è un personaggio televisivo famoso, o un influencer.
In entrambi i casi, il poveraccio che li ha votati è un tonno, che cade nella rete come l’ultimo dei fessi. Nel caso A pensa che un oligarca abbia interesse a migliorare il reddito di chi sta in fondo al pozzo – cosa che non succederà mai – nel caso B pensa che una persona famosa comprometta sé stesso e la sua immagine per un ceto sociale di cui non vive le difficoltà.
In entrambi i casi, è un tonno. Quindi una forza politica che voglia ottenere risultati per lavoratori e disoccupati deve passare per percentuali ridicole, perché nessuna casa si costruisce senza mettere prima per terra pochi mattoni.
O il poveraccio capisce questo principio, o si tiene la miseria. Mentre l’oligarca e l’influencer se la ridono, insieme in un ristorante esclusivo.
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