Riconquistare l’Italia
di GIANLUCA BALDINI
Credo sia giunto il momento di annunciare ai miei amici e conoscenti una decisione che afferisce al mio impegno politico in Riconquistare l’Italia. Dopo aver letto in questi giorni dichiarazioni di alcuni compagni di viaggio che ci hanno accompagnato in questi dieci anni di militanza, anch’io mi sono deciso a esternare pubblicamente una riflessione.
Nel 2012 ho iniziato un percorso importante, con quelli che ormai sono i miei amici fraterni. In questo percorso ci siamo posti degli obiettivi. Diciamola pure tutta, ovvero, che questi obiettivi non me li sono posto da solo, giacché sono consapevole dei miei limiti e so che in questo genere di cose sono un autentico disastro.
Gli obiettivi programmatici sono stati delineati da chi ha evidentemente dimostrato di avere più competenze strategiche di me e io ho accolto con umiltà e pazienza queste decisioni e ho lavorato umilmente per il nostro soggetto collettivo, senza prendere nulla e dando tutto ciò che potevo. E questo impegno ha portato frutti importanti, visto che ogni singolo obiettivo è stato raggiunto, persino anzitempo rispetto alle previsioni.
Voglio tuttavia rammentare che nell’intraprendere questo percorso ho sperimentato, nella fase intermedia, un periodo di smarrimento e di disillusione, nel corso del quale mi sono lasciato attrarre dal canto delle sirene di chi voleva convincermi che il modo migliore per ottenere ciò che ambivo a raggiungere fosse perseguire una deviazione, una scorciatoia comoda e decisamente conveniente. Non rinnego nulla del mio passato, anzi, ritengo che quella deviazione sia stata uno degli episodi più formativi della mia esistenza. Grazie a questo incidente di percorso, infatti, ho incontrato mia moglie. E ho quindi potuto constatare che nella vita non è così raro che sia la strada sbagliata a portarci nel posto giusto.
Dopo quello sbandamento sono tornato sul sentiero tracciato dai miei compagni di viaggio e ho ricominciato da capo. Questo ravvedimento mi è costato tantissimo: il lavoro, la sicurezza economica, le commesse per la mia impresa familiare. Ho scelto gli ideali, ma questa decisione l’ho pagata a caro prezzo. In questi anni ho impiegato il mio tempo libero e anche quello non libero, nonché una quota non esigua delle mie finanze personali e familiari, per far crescere il soggetto politico che ho contribuito a fondare, il Fronte Sovranista Italiano, oggi conosciuto con il simbolo di Riconquistare l’Italia (RI), che nelle ultime elezioni ha stretto un’alleanza con altre realtà nazionali, sotto la sigla di Italia Sovrana e Popolare.
L’ho fatto perché ho creduto e credo ancora che non ci sia altra possibilità che lavorare per costruire un soggetto politico popolare ispirato al sovranismo costituzionale e continuo a credere che questo sia l’unico modo per poter sperare di consegnare ai nostri figli un paese migliore. Ho militato in Riconquistare l’Italia con convinzione e ho deciso di chiarire che continuerò a farlo con ancora più determinazione, con la consapevolezza che questo percorso è il più lungo, che richiede una vita di sacrifici e di militanza e che potremmo ritrovarci a seminare per una vita, senza raccogliere nulla.
Tuttavia non vedo alternative. Non mi lascerò incantare da altre sirene, non abbandonerò mai l’impegno che ho assunto e non mi deprimerò. Continuerò a lavorare a testa bassa, lasciando fare agli altri ciò che sanno fare meglio di me, per esempio occuparsi dell’organizzazione del partito, delineare strategie, costruire alleanze, e mi metterò a disposizione per ogni candidatura futura che mi dovesse essere richiesta, perché forse è l’unica cosa che ho capito di essere in grado di fare dignitosamente per il mio partito.
Ringrazio Dio e la mia famiglia per tutto ciò che mi è stato dato, l’universo è stato generoso con me, e io non posso fare altro che ricambiare donando tutto me stesso per gli altri: per la mia famiglia, per i miei amici, per i miei studenti, per il mio partito e per il mio paese.
Viva l’Italia e viva la Costituzione del 1948. Ci libereremo!
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