RICORDANDO L’ARS (oggi Riconquistare l’Italia)
di STEFANO ROSATI
Papà il 2 giugno mette il tricolore alla finestra. Anche l’autista in pensione che abita sotto casa mia la mette.
Alla gran parte delle persone invece non interessa molto il 2 giugno ma in fondo per la stragrande maggioranza della popolazione era razionale che fosse vietato bere il caffè da seduti e consentito berlo in piedi.
De Gasperi era per la monarchia – la storiografia riserva spesso gradite conferme a chi ha qualche ragionevole dubbio e sa aspettare- ironia della sorte fu l’ultimo presidente del consiglio del regno d’Italia e il capo provvisorio del nuovo stato repubblicano, prima di diventare nuovo presidente del consiglio dal ‘46 al ‘53.
Fu – non a caso- padre dell’integrazione europea, ossia di una forma di condizionamento e restrizione della sovranità popolare, che in fondo, da bravo monarchico e liberale, avversava.
Convinse il Parlamento a ratificare il Trattato Nato promettendo che questo non avrebbe mai comportato l’uso del territorio Italiano per le basi americane, ponendo così le basi per l’abrogazione – di fatto – dell’art. 11 Cost., affibbiando al contempo, con l’inganno, un altro colpo micidiale all’indipendenza politica del nostro Paese.
Dalla “rivoluzione contro la guerra” che la Costituzione del ‘48 delineava, alla restaurazione per la guerra. Una guerra permanente e strisciante, continua, negata dalla menzogna dei 70 anni di pace.
70 anni di pece, sugli occhi.
Per introdurre un ulteriore vincolo alla libertà politica del Paese decise di abolire il proporzionale a favore di una legge elettorale con premio di maggioranza, la cosiddetta Legge Truffa, per la quale lottò strenuamente insieme agli americani e ai liberali (Il Presidente Einaudi la firmò immediatamente e, a seguito delle proteste dei parlamentari, da buon democratico, sciolse le Camere).
Oggi tutte queste forme di condizionamento, di limitazione brutale della sovranità popolare, dell’indipendenza politica del Paese sono ‘acquisite’, accettate, codificate.
Costituzionalizzate.
Sono un dato di fatto e di diritto.
La monarchia ha perso, è vero.
Ma i monarchici hanno vinto, c’è poco da dire.
Allora la Festa della Repubblica ha senso solo come una Festa per la Repubblica.
Una festa per qualcosa da riconquistare.
Una festa per darci coraggio, per ricordarci il da farsi.
Una festa per non mollare.
Una festa per riconquistare l’Italia
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