SALARIO MINIMO
di VALERIA SORU
Se i sindacati di categoria svolgessero appieno il loro dovere ed i Tribunali del lavoro funzionassero, ora infatti non funzionano perché per avere una sentenza di primo grado passano anni, a Cagliari, ad esempio, anche più di cinque, tutte le retribuzioni che non consentono un’esistenza libera e dignitosa per la famiglia del lavoratore sarebbero adeguate.
Questa condizione si è effettivamente realizzata in Italia durante il “trentennio glorioso” del secolo scorso, mi chiedo perché ora dobbiamo tornare indietro con la proposta di un valore fisso per legge che non può che essere inadeguato a priori. Se poi a determinarlo è una Fornero siamo a cavallo, ovvero nella me@da.
Con l’art. 36 della Costituzione è sotteso il principio di giustizia sociale di redistribuzione dei risultati dell’attività lavorativa (e dei suoi proventi monetari) a a vantaggio della parte debole del rapporto di lavoro.
La disposizione esprime pienamente la centralità del “principio lavorista” in seno alla costituzione economica della nostra Repubblica per il concreto riconoscimento del valore dell’attività lavorativa in guisa che non possa mai verificarsi una situazione di lavoratore in stato di bisogno.
Prima di parlare di legge che impone salario minimo proporrei un rafforzamento adeguato dei Tribunali del lavoro affinché siano garantiti processi spediti (durata massima 6 mesi), il divieto di accettare contratti collettivi siglati da sindacati improbabili ed una legge che impedisca distribuzione di utili nelle ipotesi in cui vi sia uno scarto oltre una certa soglia tra i compensi elargiti agli amministratori e quelli assicurati ai lavoratori affinché sia ripristinata la funzione costituzionale del lavoro come redistribuzione dei risultati ottenuti.
Infine modificherei il reddito di cittadinanza per gli abili al lavoro, dandogli un connotato integrativo alla retribuzione nelle ipotesi in cui il datore di lavoro non fosse oggettivamente in grado di elargire un salario adeguato. Ci sono interi settori dell’economia, ad esempio in agricoltura o nel settore del turismo, che si trovano in questa situazione.
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