Il destino: una nuova nobiltà?
Ho condotto i bambini a una sfilata di carri di carnevale.
La musica era in parte sud-americana in parte rap. I carri erano penosi: una tettona desiderata da un pescecane e da un bagnino; steve jobs; il cioccolatino perugina (lo sponsor). Una pena immensa.
I miei bambini di tre anni e mezzo guardavano frastornati e sembrava capissero che erano finiti dentro un branco di schiavi.
Continuiamo a peggiorare. O insorgerà una forza politica che contesterà "la libertà" (di ascoltare, vedere, introiettare e ripetere le mode televisive), o la società si dividerà in due.
Molte persone, in gran parte comuni, semplici, povere, non vorranno avere più nulla a che fare con la massa dei consumatori. Un milione o due milioni di persone si considereranno "diversi" e vorranno frequentarsi tra loro, aspirando a una sorta di nuova nobiltà.
E' terribile ma è il destino.
Una nuova nobiltà esiste da tempo. Ora, con la crisi, qualcuno scivola e cade fuori dal giro ma la nobiltà non se ne cura per niente. Per loro non contano i numeri ma i soldi che si possiedono.
Per quanto riguarda gli altri, quelli che non vogliono avere a che fare con i consumatori, sono già in conto al sistema che sa benissimo di che fascia si tratti. Sono quelli che arrancano con pensioni che anche con la più grande volontà non permettono alcun traguardo consumistico.
Poi c'è una fascia di "ex" (68ttini, comunisti ecc.) che si chiudono in difesa e che non contano nulla (me compreso).
La Grecia avanza e staremo a vedere cosa succede.