Un dialogo interno all’ARS: una risposta a Tonguessy e alcune proposte
Il mio post dedicato al dibattito relativo all'uscita dall'euro da destra o da sinistra ha trovato il dissenso del socio Massimo, che ha receduto dall'associazione. Il dissenso e le mie risposte si leggono nei commenti al post.
Tonguessy, membro del comitato direttivo dell'ARS, ha scritto un commento, che copio e incollo. Al commento segue la mia risposta, con alcune proposte finali, volte a migliorare, a mio avviso, l'organizzazione e il funzionamento dell'associazione. Naturalmente, le proposte servono soltanto ad aprire un dibattito che sarà svolto con calma e nelle sedi competenti. Raccomando a tutti i soci dell'ARS di leggere attentamente sia il commento di Tonguessy sia la mia replica.
Il commento di Tonguessy
"Stefano,
qui ci sono dei problemi irrisolti. Probabilmente sono alla radice dell'uscita di Massimo dall'ARS. Se, come dichiaravi tempo addietro, il bacino elettorale dell'ARS è grosso modo di sinistra, ma la sinistra oggi la consideri una "parola priva di significato, o meglio idonea soltanto a designare la sinistra attuale", questo apre due possibilità:
1- i prossimi iscritti ARS saranno "privi di significato" ovvero neoliberisti, in piena concordanza di significato con la TUA definizione di sinistra.
2- i prossimi ( e magari anche alcuni-molti degli attuali) iscritti saranno (sono) anticapitalisti, in perfetta sintonia con il concetto di sinistra storica, che ha significativamente guidato quelle lotte che hanno permesso ai lavoratori di acquisire un certo potere.
Ora questi diversi modi di interpretare la sinistra genera mostruose situazioni per cui io e Massimo, ad esempio, saremmo "privi di significato" in quanto di sinistra. Al contrario io considero di sinistra solo quelle forze che si muovono come antagonisti al capitale. Quindi non c'è spazio per il PD, che è a tutti gli effetti di destra (neoliberista).
Tu hai replicato: "Vallo dire a mio padre ex-PCI che è di destra!"
E così, invece di dire a tuo padre che sta sostenendo la destra neoliberista, stai convincendo noi di sinistra che siamo "senza valore".
Grottesco a dire poco.
La mia proposta nell'ultimo Consiglio Direttivo (inserita tra varie ed eventuali) era stata di sospendere questi giudizi tranchant fino a che non si fosse raggiunta una definizione maggiormente condivisa di questo termine.
Sfortunatamente non vi è accenno alcuno sulla questione (che ha impegnato praticamente metà discussione) nel resoconto del sito ARS.
E questo non è un bel segnale. L'unica indicazione che ne era emersa è che chiunque abbia dei mal di pancia è invitato a discuterne. Il che è esattamente quello che ha fatto Massimo, con i risultati che vediamo.
Aggiungi pure che, come ho scritto parecchio tempo fa, il disegno neoliberista è storicamente di destra ed ha avuto in D. Rumsfeld il suo portavoce autorevole che ha saputo coniugare affarismo a capitalismo e politica:
"Il Wall Street Transcript e Financial World lo premiarono come Outstanding Chief Executive Officer nel '80 e '81 per avere, durante la sua gestione, tagliato il numero dei dipendenti del 60%, facendo cosi' schizzare alle stelle gli utili della società"
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2735
Rumsfeld è stato cofondatore (assieme a Dick Cheney e Richard Perle legato alla destra israeliana) del PNAC, portavoce della Pax Americana nel mondo ovvero della globalizzazione su principi neoliberisti (reaganomics), legata alla destra conservatrice USA.
Eppure dici che la scelta capitalista "non è di destra, ma capitalista".
Mi sembra un bel pasticcio. Vogliamo continuare a perdere iscritti (credimi, Massimo è solo uno che avuto il coraggio di lamentarsi pubblicamente, altri si lamentano privatamente) e creare così una società "esclusiva" così come scrivevo nell'ultimo mio articolo, oppure vogliamo trovare modi per condividere il percorso comune, creando i presupposto per una società "inclusiva"?
Ecco la mia risposta.
Caro Tonguessy,
mi sembra un'ottima occasione per chiarire ciò che mi è sempre parso chiarissimo e credo lo sia al 90% degli iscritti all'ARS.
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Non mi ricordo di aver dichiarato che “il bacino elettorale dell'ARS è grosso modo di sinistra”, perché l'ARS è una semplice associazione che ha per scopo sociale quello di promuovere un movimento sovranista, anzi, come è scritto già nel progetto, siccome siamo umili e realisti e sappiamo qual è la situazione di debolezza nella quale ci troviamo, l'ARS intende promuovere soltanto una frazione della futura alleanza sovranista.
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Quindi, ciò che ho detto spessimo – magari in quella occasione alla quale ti riferisci ho espresso male o velocemente il concetto – è che gli iscritti dell'ARS proverranno a mio avviso principalmente dalla sinistra.
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Per ora i fatti confermano quella previsione. A naso direi che il 70% degli iscritti proviene da sinistra, il 20% dal centro e il 10% da destra (per metà ex liberisti che hanno cambiato opinione, per metà dalla destra sociale).
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Quel 70% ha idee diverse sul valore o significato attuale della parola sinistra. Per recare tre esempi, Marino Badiale prende posizione sul dibattito teorico e reputa che la distinzione sia superata, tu credi che la parola sinistra abbia ancora oggi un significato piuttosto chiaro del quale tutti dovrebbero prendere atto, io non mi interesso del problema teorico e quindi non credo che la distinzione sia superata, credo che la tua sia una posizione volta a difendere la parola sinistra (con il rischio di creare frizioni o incomprensioni con chi la pensa sostanzialmente come te ma non si considera di sinistra) e non abbia alcuna rilievo contenutistico. Personalmente mi considero (democratico e) socialista e non mi qualifico più di sinistra. Ma nella ricerca di una linea comune che abbia qualche speranza di attirare consenso ed aggregare, nella scrittura del “Documento di analisi e proposte” ho scelto una linea di patriottismo costituzionale, fissando alcuni chiari paletti sulla modalità di attuazione della Costituzione e lasciando alla storia, all'egemonia e al rapporto tra le forze che saranno in campo una volta riconquistata la sovranità, ogni ulteriore svolgimento. E credo che già per realizzare quegli obiettivi serviranno quindici anni, se tutto va bene.
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Io non contesto l'interesse di Marino per la questione teorica, né il tuo attaccamento alla parola sinistra. Perché tu devi contestare le mie posizioni? Abbiamo un socio, Gian Marco, che avvalendosi della possibilità della doppia tessera è iscritto anche al Fronte della Gioventu' comunista. Ora, certamente quando dialoga con i suoi amici su facebook può darsi che utilizzerà il termine compagno o compagni. Che senso avrebbe andare a rimproverarlo dicendogli che se la gente scopre che è dell'ARS può pensare che nell'ARS sono tutti comunisti? Così come tu scrivi articoli in cui assumi posizioni estremamente antimoderne, giungendo a contestare la scelta dell'agricoltura e altri articoli ti dichiari di sinistra e sostieni la tua tesi secondo la quale la parola sinistra (e non quella socialista, come sostengo io) è in grado di avere un significato piuttosto chiaro ed univoco. Chi ti contesta? Nemmeno io capisco il senso dei tuoi articoli anti-moderni quasi in senso primitivo. Ma che problema è? Sarebbe assurdo venirti a dire: così non fai comprendere ai visitatori di Appello al Popolo il progetto dell'ARS, in certo senso li disorienti! Marino Badiale è un decrescista mentre l'ARS ha elaborato un programma, senza ricorrere ad alcuna qualifica e ha espressamente previsto che il problema teorico decrescita-crescita (anche questo a mio avviso in gran parte un problema terminologico) non venga affrontato, mentre, nella elaborazione dei documenti, verranno presi in considerazione, eventuali profili con prese di posizioni tendenzialmente unitarie. Che facciamo, rimproveriamo Marino di pubblicare su mainstream articoli sulla decrescita o di partecipare a convegni di decrescisti? Simili rimproveri sarebbero davvero sconcertanti.
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Ciò che conta, comunque, è la posizione dell'ARS, la quale ha scelto di non autoqualificarsi di destra, di centro, di sinistra, di centrosinistra, di centrodestra, socialista liberale, liberalsocialista, azionista, comunista, socialista, democratica socialista, crescista, decrescista, e in generale di essere contro le declamazioni, ma di proporre contenuti, di svolgere analisi e formulare proposte. In nessun documento dei sei (compreso il progetto e l'atto costitutivo) l'ARS si è auto-quaificata di sinistra. E il concetto è stato da me ripetuto nella relazione in assemblea, senza che vi sia stata alcuna critica.
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Un socio che nella prossima assemblea nazionale, dopo oltre due anni di lavoro, proponesse all'ARS di auto-qualificarsi di sinistra (o di centro o di destra o altrimenti), sarebbe chiaramente un distruttore. Infatti, non soltanto, probabilmente troverebbe l'ostacolo di coloro che provengono dal centro o dalla destra (non necessariamente di tutti, perché alcuni ora si qualificano di sinistra) ma anche di parecchi che provengono da sinistra, sia che si qualifichino ancora di sinistra sia che siano disinteressati a questa qualifica. L'ARS sarebbe spaccata: a che pro? A quel socio si dovrebbe dire, molto amichevolmente (e lo dico con sincerità): “senti, c'è l'associazione Ross@ e c'è la Rivista Indipendenza che intende creare un'associazione. Invece di venire a sfasciare il progetto dell'ARS, che era basato su altri presupposti, perché non ti associ a una di quelle due associazioni? Perché vuoi modificare il progetto di chi per due anni vi ha lavorato sulla base di alcuni presupposti che magari reputa indispensabili per riuscire a costruire qualche cosa? Non hai compreso lo spirito inclusivo dell'ARS? Non ti sei reso conto che si fanno proposte che si crede ottengano il consenso di almeno del 90% dei soci, perché stiamo costruendo un fronte e cerchiamo una linea comune, perché non intendiamo essere un circolo culturale ma vogliamo cercare di agire e riuscire pian piano ad incidere?”.
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Naturalmente ognuno, al di fuori dei documenti ufficiali dell'ARS (delibere del comitato direttivo, documenti approvati in assemblea, volantini, appelli) può continuare ad auto-qualificarsi come vuole e ad esprimere un giudizio personale su persone, proposte, e analisi altrui, così come sul significato attuale e le potenzialità politiche di alcuni termini (non soltanto sinistra, ma anche socialismo, decrescita, autarchia, ecc. ecc.). Così come su tutte le materie non coperte dai documenti ufficiali dell'ARS, ognuno può continuare ad avere la posizione politica che reputa opportuna. Per esempio, credo che si stiano raccogliendo le firme per dieci referendum, proposti da Claudio Martelli ed altri. Non ricordo le materie. Però è ovvio che ognuno potrà, a titolo personale, non soltanto prendere la posizione che reputa preferibile, ma anche partecipare, magari come socio di altre associazioni, alla raccolta delle firme e alle iniziative di sostegno ad uno o altro referendum, o invece essere contrario.
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Ti invito a riflettere sulla espressione “se non vogliamo continuare a perdere iscritti”. Secondo me contiene un gravissimo errore. Noi non siamo un circolo culturale o un circolo di scacchi cittadino. Non siamo un'associazione di venti persone che aspira a divenire di trenta (in quei casi si che si deve cercare di recuperare ogni socio). Abbiamo promosso un'associazione che ha lo scopo, tra due anni – lo abbiamo chiarito in assemblea – di dar vita ad un movimento politico sovranista, che voglia riportare la Costituzione al vertice del nostro ordinamento anche per quanto riguarda la disciplina dei rapporti economici e che perciò aspiri al recesso dai trattati europei, assolutamente incompatibili con la nostra Costituzione. Orbene, dopo l'assemblea del 15-16 giugno si sono iscritte formalmente 35 persone e un'altra ventina stanno collaborando all'organizzazione degli incontri senza essere ancora formalmente iscritte: lo faranno in occasione degli incontri. Se i nove incontri di settembre e i due che si svolgeranno in ottobre in Calabria e in Sicilia (ma già qualcuno si è fatto avanti per organizzarne un altro in Campania) porteranno anche soltanto altre 50 iscrizioni, noi avremo raccolto in tre o quattro mesi tanti iscritti quanti siamo riusciti a raccoglierne nei precedenti quindici mesi. Quindi, dal punto di vista del numero delle iscrizioni le cose vanno benissimo. Non solo. Sono sempre di più gli iscritti che militano anche nella vita reale, iscritti che si incontrano e progettano azioni e, dopo gli incontri regionali, cominceranno a compierle, rispetto agli iscritti che militano soltanto sulla rete. Quindi sotto il profilo della qualità degli iscritti, le cose vanno ancora meglio. Ma vi è di più. Sono sempre di più gli iscritti che dedicano all'ARS molte ore al giorno, gli iscritti che genereranno altri iscritti e senza i quali il progetto abortirebbe. Quindi, sotto il profilo dei militanti fondamentali, le cose, se possibile, vanno meglio ancora. Quindi di cosa stiamo parlando? Se andassero via un Lorenzo D'Onofrio, un Andrea Franceschelli, un Mattia Corsini, un Gianluigi Leone, un Fiorenzo Fraioli, un Antonello Nusca, e moltissimi altri allora dovremmo chiederci cos'è che non va. Ma se in tre o quattro mesi entrano 120 persone nuove, persone che escono dalla rete e si incontrano nella realtà per programmare azioni da svolgere nella realtà e se entra un numero rilevante di persone disposte a dedicare all'ARS parecchie ore al giorno di lavoro volontario, anche se uno, due, tre o dieci militanti poco attivi vanno via non è un problema: in un'associazione come la nostra è fisiologico. Accade in tutte le associazioni di questo tipo. Alcuni iscritti si vergognano di non poter o voler dare un contributo attivo, pur condividendo l'iniziativa, altri non sono più convinti del progetto o credono che ve ne siano altri più realistici e attraenti. Che problema c'è? E' atteggiamento da setta o da circolo culturale o scacchistico star dietro a tutti, soprattutto quando le cose vanno bene.
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E' assurdo che noi, nel momento in cui le cose vanno benissimo, ci si dedichi oltre misura, ma anzi anche in minima misura, ad andare dietro alle lamentele dei singoli iscritti, tanto più se svolte in forma non cortese e comunque non chiara (“Senti Stefano questa è la tua linea personale o è quella di ARS?”: ma sulla oscurità della domanda aggressiva e poco educata torno tra poco) . Anche perché ben è possibile che analoghi dubbi li abbiano altri soci più disciplinati, che prendono atto di ciò che sta scritto nei documenti e nel progetto. Tutti noi vorremmo migliorare i nostri documenti aggiungendo o sostituendo una frase. Ma i peggiori sono quelli che vogliono farlo (se lo facessero tutti a novembre dovremmo discutere oltre 200 emendamenti per documento.). Tutti noi siamo o possiamo essere scontenti del comportamento di uno o altro socio (io ero molto scontento del comportamento del socio Massimo, come dirò). Ma stiamo zitti, perché siamo disciplinati e costruttivi.
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E qui mi trovo costretto ad affiancare al caso personale mio, che ad alcuni desta sconcerto, il caso personale di Massimo, che a me desta il doppio dello sconcerto. D'altra parte dove sta scritto che si deve parlare in pubblico solo di me e non di altri soci (in reaktà, credo non si dovrebbe parlare di nessuno)? Che sono l'idiota del villaggio? Dunque: i) ringrazio Massimo perché ha voluto lavorare per tutto questo tempo al forum, al quale, non certo per volontà mia o di qualche altro socio, i soci e i simpatizzanti danno pochissima importanza rispetto al blog Riconquistare la Sovranità, alla pagina facebook, ad Appello al Popolo, al blog di Mattia Corsini, a Eco della rete, a Voci dalla strada a Tempesta Perfetta, ad altri blog a noi vicini e adesso, credo, al profilo twitter appena aperto; ii) Massimo non è venuto né alla prima né alla seconda assemblea nazionale; iii) non ha motivato perché non poteva o voleva venire né ha dichiarato, almeno nel secondo caso, che non avrebbe partecipato; iv) non è venuto a conoscerci a Bologna, o a Pistoia, o a Viareggio, o a San Vincenzo di Livorno, o a Verona o a Campodarsego; v) non ha dunque avvertito il desiderio di conoscere le persone che si stanno iscrivendo e di valutare personalmente, sotto il profilo umano, culturale, dell'intelligenza le persone che mandano avanti l'associazione; vi) non ha presentato all'associazione un solo nuovo socio; vii) non si è proposto per organizzare anche un piccolo incontro tra amici a Firenze; viii) non ha mai cercato, nemmeno via email, i pochi soci toscani, né ha chiesto le email di quei soci per cercarli (invero dovrebbe possederle, almeno in parte, perché gestiva il forum; ix) non ha risposto alla email inviata da Anna Biancalani, socia di Pistoia, spedita il 25 agosto in vista dell'organizzazione dell'incontro regionale Toscano; ix) ha perciò costretto Anna Biancalani a recarsi a Firenze, per cercare la sede dell'incontro, nonostante che lui fosse un socio di Firenze e avesse la possibilità di svolgere almeno questo ruolo; x) e, con il suo comportamento passivo e inerte, ha impedito finanche che quando Anna si è recata a Firenze lo potesse conoscere (non ha lasciato il numero di telefono, altrimenti Anna lo avrebbe cercato; infatti ha chiesto l'amicizia anche su facebook a una persona con suo nome e cognome, senza ricevere risposta); xi) a una settimana dall'incontro di Firenze non aveva ancora comunicato la sua partecipazione, né aveva comunicato che avrebbe portato all'incontro alcuni amici e conoscenti (se non li porta lui chi dovrebbe portarli?); xii) ha iniziato la discussione sul post contestato con frase, a mio avviso, poco cortese – “Senti Stefano questa è la tua linea personale o è quella di ARS?” – perché sapeva che in nessuno dei sei documenti dell'ARS (compresi progetto e atto costitutivo) l'ARS ha preso posizione sul dibattito relativo all'uscita da sinistra o da destra dall'euro.
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Cosa ne pensate del comportamento del socio Massimo, non è sconcertante? Io lo avrei lasciato correre sotto silenzio ma Tonguessy mi ha “costretto” a tirarlo fuori, per mostrargli che ci sarebbe ben altro da discutere, in sede di comitato direttivo, naturalmente.
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E veniamo al contenuto del mio articolo e quindi al mio comportamento: i) nell'articolo ho affermato che il dibattito sull'uscita da sinistra o da destra dall'euro è poca cosa e di nessuna rilevanza, per le ragioni che ho argomentato; ii) nessuna clausola dell'atto costitutivo e nessun'altra proposizione di uno dei documenti ufficiali mi impedisce di esprimere con sincerità il mio giudizio sul significato e la rilevanza di un dibattito o di quello in particolare, tanto più che noi sosteniamo una tesi diversa: non si deve e può uscire soltanto dall'euro; iii) ho cercato di dimostrare che, sotto il profilo considerato, la tesi dell'ARS è molto più “di sinistra”, io preferisco dire socialistica o sociale e popolare, che la proposta dell'uscita “da sinistra” dall'euro, perché l'ARS vuole ridare allo Stato e quindi alla politica e al popolo italiano più poteri di quelli desiderati dai (o dei quali si accontentano i) sostenitori dell'uscita “da sinistra” dall'euro; iv) ho qualificato come come capitalistica la tesi dell'uscita da sinistra dall'euro (un po' meno “di destra” di quella che si asserisce di destra). E' un giudizio che sono libero di esprimere, senza violare alcuna clausola o proposizione di un documento ufficiale; v) ho dichiarato di preferire, a titolo personale, la parola socialista o la frase “sociale e popolare” alla parola sinistra. E sono libero in base alle clausole dello statuto e ai documenti ufficiali di esprimere la mia preferenza. Né mi verrebbe mai in mente di chiedere per quale ragione, coloro che sono affezionati alla parola “sinistra” preferiscano questo termine al termine “socialista” (l'ho fatto solo in un commento, quando ero ormai infastiditissimo e comunque non mi interessa minimamente). Riconosco che sarebbe un comportamento sconcertante; vi) ho ribadito, forse nei commenti, che l'ARS, comunque, non si auto-qualifica né di sinistra (né di destra, di centro, di centrodestra o di centrosinistra), né socialista (socialdemocratica, democratico-popolare o altro). L'ARS è per “un'economia sociale e popolare”, costruibile soltanto attraverso l'attuazione della Costituzione e quindi recedendo dai trattati europei.
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A mio avviso, dunque, ho solo esercitato la libertà di esprimere il mio pensiero, con un comportamento che non contrasta con nessun vincolo fondato sui documenti ufficiali dell'ARS.
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Si tratta allora di una contestazione che riguarda l' “opportunità” dei miei giudizi? L'ipotesi va affrontata sotto due diversi profili.
Intanto, la questione dell'opportunità è sempre pericolosa, perché rischia di voler limitare la discrezionalità che i documenti ufficiali riconoscono ai soci. Introdurre un vincolo di opportunità, rischia di introdurre un vincolo di legalità non previsto. Un vincolo che non varrebbe per il decrescismo di Marino Badiale, per l'anti-modernismo o l'attaccamento per la parola sinistra di Tonguessy, e per altro. Quindi un vincolo di opportunità va introdotto, al più, soltanto per ragioni oggettive, evidenti, generali. In realtà, secondo me, non va mai introdotto, come cercherò di spiegare tra breve.
E quali potrebbero essere queste ragioni oggettive, evidenti e generali? Direi l'insuccesso dell'associazione. Questa è l'unica ragione. Un insuccesso non reputato definitivo, altrimenti si chiude, bensì momentaneo e imputato, a torto o a ragione, a taluni comportamenti reputati inopportuni.
Ma l'insuccesso non può consistere nel fatto che uno, due, tre o dieci soci preferirebbero che un socio o lo stesso presidente cercasse di avvicinare Brancaccio, anziché esprimere sinceramente il giudizio sul significato di un certo dibattito suscitato da Brancaccio (da me molto stimato, per altro) o dissentano sull'uso di parole o sull'espressione di giudizi che, si crede, potrebbero allontanare una o altra persona o uno o altro gruppo, o sul fatto che uno, due o tre soci recedano o stiano in attesa e non militino. Il giudizio di opportunità può riguardare soltanto l'efficacia dell'azione complessiva, valutata alla stregua dei risultati prodotti.
Ebbene, chi ha chiara la difficoltà di costituire aggregazioni politiche, chi sa che per venti anni i cittadini hanno reclamato contro partiti ai quali non si iscrivevano e che non combattevano promuovendo nuovi partiti, chi rifletta sulla conformazione dell'opinione pubblica che è intervenuta (almeno) nell'ultimo ventennio (in realtà già da prima) volta a creare il consumatore indebitato passivo e qualunquista, chi consideri i concreti tentativi falliti o con scarsissimo successo di Massimo Fini, Giulietto Chiesa, MPL, per il bene comune, e altri e non valuti con astratti criteri, dovrebbe riconoscere che, come ho osservato sopra, le cose stanno andando molto bene: perché stanno entrando molti più soci di quelli che vanno via; perché chi sta entrando vuole ed è disposto ad agire nel mondo reale, rispetto a quelli, tutto sommato pochissimi, che vanno via, che erano soltanto virtuali; perché stanno entrando persone di grande valore, disposte a dedicare all'ARS parecchie ore al giorno, ossia i soci necessari, senza i quali il progetto abortisce in partenza; perché non è andato via nemmeno un socio che ha lavorato almeno un anno e tanto per l'associazione (insomma un socio che abbia creduto veramente nell'ARS per ciò che è, non per ciò che vorrebbe che fosse).
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In un'associazione, se i risultati non ci sono e si crede che si tratti di un insuccesso temporaneo, si cambiano dirigenti. Si cambiano membri del comitato direttivo, si cambia il presidente. Ecco perché, a mio avviso, la questione di opportunità non va mai posta. Se un'azione si è rivelata inopportuna, al momento dell'Assemblea, è giusto cambiare i dirigenti.
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Da che cosa derivano i risultati indicati? Io credo che derivino proprio da alcune prese di posizioni dell'ARS: non ci siamo auto-qualificati di sinistra; non abbiamo preso posizione sui cosiddetti diritti civili, reputando che siano una forma di divisione della società su questioni inessenziali o sulle quali comunque un partito può accettare posizioni diverse (e di fatto tutti i partiti nel mondo le accettano, salvo i fanatici partiti della sinistra e della destra radicali); abbiamo dimostrato che senza ricollocare la Costituzione al vertice dell'ordinamento, si è è in una gabbia liberistica dalla quale non si può uscire; abbiamo dimostrato che coloro che estendono il cosmopolitismo all'economia, ai consumi, alla circolazione dei fattori produttivi sono globalisti e dunque capitalisti.
Chi sta entrando perciò nell'ARS? Per quanto riguarda coloro che provengono da sinistra, coloro che sono disposti a militare in una formazione che non si auto-qualifica di sinistra; coloro che sono disposti a militare con persone che la pensano diversamente sulla inseminazione artificiale, sulle quote rosa o sulla legge sull'omofobia; coloro che sono curiosi di conoscere persone che provengono dal centro o dal centrodestra o dalla destra le quali accettino la linea comune che abbiamo cercato di tracciare nei nostri sei documenti. Gli altri, quelli con la puzza sotto il naso nei confronti di chi nella sua vita ammette di aver votato Berlusconi, quelli che non sono disposti a militare in una formazione che non si auto-qualifichi di sinistra o socialista o antimperialista, quelli che sono di sinistra principalmente perché sono a favore di tutti i diritti civili o che sono a tal punto fanatici di un certo diritto civile da non accettare di militare in una formazione che non ne faccia una bandiera, non entrano. Non ci fa niente. Questo era il progetto.
Chi sta entrando dal centro e in piccola misura dalla destra? Coloro che guardano più al profilo economico sociale che ai diritti civili, che accettano di militare con persone che in maggioranza sono forse “progressiste” sui diritti civili le quali, tuttavia, hanno convenuto come principio fondamentale di non fare di questi temi una bandiera; coloro che accettano ormai la Costituzione, anche se in altri tempi a lungo l'hanno rifiutata o ignorata, perché non ne avevano colto il valore; coloro che hanno compreso l'inganno dell'unione europea e la centralità di questo tema, coloro che non sono individual-liberal-liberisti ma hanno comunque un'anima sociale, popolare e statalista, o da lunga data o perché l'hanno scoperta di recente a causa della crisi e delle letture che hanno svolto.
La logica inclusiva risiede proprio nel desiderio di conoscere tutte queste persone a prescindere dalla provenienza; nell'essere disponibili e gentili con l'Altro; nel voler invitare a cena una squisita signora che nel 1994 è stata coordinatrice regionale di Forza Italia e che ci telefona perché ha apprezzato tutti i nostri documenti; nella curiosità per queste persone e in genere nel voler verificare fino a che punto la distinzione centrodestra/centrosinistra era falsa e ingannatrice – era l'ideologia del secondo ventennio: quello dell'imperialismo euroatlantico – e volta a distruggere l'unità d'Italia (non solo la sovranità costituzionale) minando lentamente la coesione sociale e territoriale, quando invece, sulla base del patto costituzionale, si possono unire persone che sono state ingannate dall'una e dall'altra parte (magari anche tu quindici anni fa eri di sinistra ma a favore dell'Unione europea).
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Diciamo arrivederci a Massimo.
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Vorrei utilizzare questa spiacevole occasione per trarne benefici per l'organizzazione e il funzionamento dell'Associazione, fissando alcuni criteri, che dovrebbero guidare il nostro comportamento. Qui avanzo una proposta da discutere, che sarà in seguito ripresa dal Comitato Direttivo.
1) al di fuori dei vincoli posti dai sei documenti ufficiali, i soci sono liberi di esprimersi come vogliono, nella forma e nel contenuto (i vincoli aumenteranno man mano che aumenteranno i documenti);
2) un socio che sia incerto se un comportamento sia legittimo o illegittimo, deve scrivere un breve testo formulando un “chiaro quesito” al Comitato Direttivo (se è certo dell'illegittimità, segnala il comportamento al collegio dei probiviri, come prevede l'atto costitutivo);
3) se uno o più soci rivolgono lamentele oralmente a uno dei membri del Comitato Direttivo, quest'ultimo li invita a formulare un chiaro quesito per iscritto da indirizzare al Comitato direttivo e rifiuta di farsi portatore di opinioni altrui; eventualmente fa proprie quelle opinioni ma non cita associati anonimi, che hanno rifiutato di agire alla luce del sole formulando un chiaro quesito scritto e che perciò non meritano apprezzamento e considerazione;
4) tutti i soci devono avere un atteggiamento di rigido self restraint nel porre questioni di opportunità, le quali limitano la libertà di alcuni soci al di là di quanto previsto nei documenti ufficiali. Una volta limitata una libertà non vi è ragione per non limitare altre libertà (da chi si rifiuta di attribuire alla parola sinistra un significato diverso da ciò che ha significato negli ultimi venti anni, si passa alla libertà dei decrescisti, a quella di chi è affezionato alla parola sinistra, a quella di chi usa nelle conversazioni pubbliche la parola compagno e il risultato certo è la distruzione dell'associazione – non solo della nostra; credo sia una regola generale). Ciò vale anche per i membri del Comitato Direttivo, che devono sapere che i vincoli aumenteranno con la prossima assemblea e poi con quella successiva che dovrà dar vita al Movimento. I membri del Comitato Direttivo devono avere pazienza e sapere che siamo soltanto all'inizio di un lungo cammino.
5) Quando, per qualche ragione che si argomenta gravissima (rischio di fuoriuscita di trenta soci attivi, per esempio; ma oggi: quando saremo mille, trenta soci non sono nulla), taluno intendesse porre una questione di opportunità, deve attentamente valutare se essa non provochi una spaccatura dell'ARS; egli deve credere in buona fede, e dopo aver attentamente riflettuto, di apportare un miglioramento che troverà un larghissimo consenso (l'atto costitutivo raccomanda sempre l'unanimità o quasi); se invece crede che troverà il consenso del 51% (del 55 o del 60 o del 45) è preferibile che egli receda anziché distruggere l'Associazione.
Inserisco qua un commento che Aaron Paradiso ha postato sotto l'articolo sul dibattito relativo all'uscita da destre da sinistra. E' evidente che (anche) questa è la sede naturale.
Aaron
In questi giorni sto "formulando" dentro la mia testa l'intervento da fare il 28 settembre alla prima riunione regionale di ARS Lombardia, una sintesi di chi siamo e di quale progetto abbiamo in cantiere, sapendo che la platea del pubblico sarà composta da gente che va da Destra a Sinistra. Io non credo più alle parole Destra Sinistra, appartengono alla generazione dei miei genitori, non alla mia, nonostante io abbia sempre votato a "sinistra", militato in formazioni della sinistra extraparlamentare e cantato bandiera rossa la trionferà in un sacco di cortei.
Ma ora Aaron è cresciuto.
Nell'insieme dei commenti, tra cui l'altro post con la lunga risposta di stefano, riconosco un elemento importante che stefano ha saputo cogliere e un suggerimento, che gian marco ha sollevato, che permettono di chiarire molte cose e mi aiuteranno nel saper formulare un "equilibrato" intervento il 28, quando inevitabilmente qualcuno dal pubblico chiederà : " ma ARS è di destra o di sinistra ? ".
ARS è l'associazione costituita che mira a creare un Movimento Sovranista che si integrerà nella creazione di un partito Sovranista. Passaggi chiave, di cui il primo ( associazionismo ) è ben definito e disciplinato da Statuto e Comitato Direttivo. Gli altri due vanno costruiti.
Nello Statuto non c'è scritto che siamo di Destra o di Sinistra, non è rilevante per i nostri soci, perche i soci sono militanti ( o devono esserlo ) di un Associazione Sovranista. Io da circa un anno mi definosco politicamente e culturalmente "un Sovranista". Poi sono anche un antifascista, non me lo dimentico e non lo uso come un titolo a piacere, di sicuro non è stato un elemento che ha pregiudicato per esempio il mio parere positivo sul documento politico sul lavoro scritto anche da Luca Cancellieri di ARS Sardegna, che di certo non ha militato in formazioni di sinistra e non si troverà d'accordo come me su temi come Antifascismo-Fascismo ( o, come penso possa succedere, vi troveremo delle critiche e degli apprezzamenti per rispettivi aspetti della cultura di base che ci appartiene, senza per questo sentirci considerati come dei traditori da parte dei compagni/camerati di rispettiva conoscenza ). Appunto sono maturato ( anzi lo ero anche quando ero più giovane rispetto a tanti coetanei ) e credo che ora l'impegno sia quello di costruire un Fronte, non con gente di Destra o di Sinistra, ma con uomini e donne Sovranisti.
Appunto, l'impegno.
Non conosco Massimo, ma Stefano ha indicato dei punti del suo comportamento che non corrispondono con la linea che ci siamo dati rispetto l'impegno da dare ad ARS. Ognuno ha i suoi tempi e possibilità, basta essere chiari, trasparenti e umili. Mettiamo giù "una squadra di calcio con azionariato popolare", per usare una metafora, dove sicuramente avremo dei Bomber ( Mattia Corsi l'abbiamo "ingaggiato" al calciomercato facendo un investimento su una giovane promessa, i nostri tifosi canteranno il suo nome vedrete se dico il falso ), 11 giocatori in campo ( i dirigenti del futuro partito ? ), delle riserve ( quelli che lavorano alla crescita del partito ma che non rappresenteranno l'espressione mediatica/comunicativa o territoriale ), un allenatore ( stefano )ed eviteremo di avere una dirigenza lontana dalla lettura del bisogno , ma un "azionariato popolare" che saranno gli elettori e poi i cittadini, una volta iniziato il "campionato parlamentare ".Era per ridere, però quello che voglio dire e che per capire ARS, se abbiamo dei dubbi o delle perplessità, non è ponendosi o ponendo la domanda:" siete di destra o di sinistra? " ma piuttosto facendo la propria parte dentro ARS, in modo che la Storia abbia il suo percorso e non ceda alla tentazione di restare acqua stagnante in mano ai dubbi.
Arrivo, brevemente perche mi sono allungato, sul post di Gianmarco e credo che sia importante lavorare su questo aspetto del movimento sovranista come partito patriottico socialista. Primo perchè la Costituzione incalza ad avere un ordinamento di questo tipo, secondo perche la storia d'Italia è impregnata di socialismo patriottico, terzo perchè sarà questo l'elemento chiave che unirà chi ha creduto nella Sinistra perche era un proletario ma oggi bestemmia se pensa che Sinistra vuole dire PD o Sel o che Rifondazione si occupa dei diritti degli omosessuali invece che dare priorità alle lotte in fabbrica ( vi prego, da questa mia affermazione non facciamone nascere un altra polemica ) oppure chi ha creduto nella Destra venendo per esempio dal mondo dei piccoli imprenditori e si è visto portare via risparmi, investimenti e è stato costretto a chiudere bottega perchè quattro mafiosi vendono il cemento a meno e fanno lavorare gli immigrati e poi fanno campagna elettorale per il PDL o prestano soldi alla Lega.
Tra 30 anni voglio avere dei figli già grandi, vederli ben nutriti e istruiti, che mi dicano " papà, nonostante tutto voi avete fatto una grande scelta e per questo ti ringrazio " che sentirli dire, magri e pezzenti, " che cazzo vi cambiava a voi se eravate di sinistra o di destra, dovevate fare qualcosa e invece non l'avete fatta, è colpa tua papà".
Ecco cosa penso.
Ora facciamo le cose, i risultati sono molto positivi, sia a livello di soci che di dimensione di azione. Faremo il partito patriottico socialista, parteciperemo alla Costituzione del CLN , la Storia ci paragonerà agli irlandesi del Easter Rising del 1916. Leggetevi quella storia, sopratutto noi compagni di sinistra perche non la conoscono tutti bene, ma quella gente di Destra e Sinistra ha liberato un popolo da oltre 7 secoli di imperialismo e quando Michael Collins ( un socialista patriottico ) si presentò al cambio delle bandiere nel castello di Dublino al termine della guerra di liberazione, l'ufficiale inglese che doveva portare via la bandiera inglese disse " Mr Collins, lei è in ritardo di 7 minuti" e Collins rispose " Mr Greys, voi inglesi avete aspettato 7 minuti per questo momento, noi 700 anni". Pazienza e Umiltà, Coraggio e Fede.
questo è ARS
Aaron Paradiso
ARS Lombardia
Relativamente al punto 11 e ad una parte della risposta di Paradiso.
A parte chiedermi di usare il mio nome come riferimento organizzativo per la zona in cui vivo non ne ho mai richiesto cariche politiche all'interno di ARS. Sono stato l'amministratore del forum perchè c'è chi l'ha voluto creare ed io ho dato la mia disponibilità. Mi sono sempre ritenuto un semplice socio che nel suo piccolo cercava di portare avanti un certo discorso, compatibilmente con la propria vita. Mi si rimprovera una scarsa attività che non corrisponde ai fatti, il forum non ha funzionato ma generalmente quel tipo di attività serve anche a fare proseliti. Sul perchè sia fallito quando in altre realtà funziona bene non posso dirlo ma non è certamente colpa mia e c'è voluto un bel po' di tempo per metterlo a regime, e mantenerlo funzionante, non è come una pagina su FB. Se mi si rimprovera il tono scortese che ho usato con il presidente gli ricordo di rileggersi il suo titolo e di cercare di usare anche un po' di memoria per ricordare di quali attenzioni sia stato oggetto in ambienti erroneamente considerati amici.
Concordo sul fatto che la mia uscita sia irrilevante per ARS e che ci siano persone di importanza assai maggiore della mia, sicuramente faranno un lavoro egregio. Le motivazioni per le quali lascio si desumono dalle risposte che ho dato negli ultimi tempi, da semplice iscritto. Magari, se vi avanza tempo rileggetele.
Dimanticavo, quel Massimo a cui è stato chiesto qualcosa su FB è un mio omonimo di Verona.
Copio e incollo il commento che Anna Biancalani ha lasciato sotto il post relativo al dibattito sull'uscita da destra o da sinistra dall'euro, perché mi sembra che anche questo commento abbia la sua naturale collocazione sotto questo post
Anna
In quali aggrovigliati meandri ci cacciamo per voler mantenere come ancora valide delle obsolete parole che hanno perso i loro significati originali dopo le sostanziali conversioni dei vecchi partiti novecenteschi peraltro suicidi! (partito liberale, pdup, pci…). Mi trovo in sintonia con l'incipit di Aaron, benché io sia nata nella prima metà del secolo scorso. Io oggi non di sinistra, ma lo sono stata quando questo significava credere e propugnare una idea di (allora) sinistra: e cioè concorrere democraticamente ad acquisire il potere per esercitarlo esclusivamente in funzione della ricerca ed attuazione del benessere dei cittadini tutti. E per me allora il bene-essere era dato dalla giustizia sociale (da raggiungere), dalla promozione culturale attraverso la scuola, l'intrattenimento, l'università (lo stavano facendo) la sicurezza del diritto (ce n'era abbastanza ed era in miglioramento), assistenza e tutela della salute ( le conquiste erano in crescendo) e garanzia delle libertà democratiche e sindacali (anche queste erano in crescendo e lo sono state fino alla fine degli anni '70). Oggi non mi ritengo di sinistra, di quello che si indica OGGI per sinistra. Tonguessy, sono di sinistra e "priva di valore"? Non ha più alcun senso questa parola. Le ideologie novecentesche sono tramontate, se non morte. Negli anni '70 si straparlava di ideologia borghese e marxista. Della prima non c'è più traccia, della seconda c'è molta nostalgia, ma mi pare che abbia bisogno di una rielaborazione per poter dare frutti adeguati. Abbandoniamo queste parole che creano confusione e ci dividono e confrontiamoci sulle idee, sugli ideali, sulle mete da raggiungere. Non sulle ideologie, che non ci sono più. Confrontiamoci sui modelli di società mai attuati che noi vogliamo realizzare, poco importa se fra anni o lustri.
Io, per esempio, che NON mi ritengo di sinistra, sono in ARS perché voglio restaurare la Costituzione del '48, e non solo, voglio realizzare tutto quanto non fu mai realizzato , ancorché scritto in quella Carta. Voglio ri-nazionalizzare tutto quanto fu degli Italiani (anche durante il Fascio), e che poi venne privatizzato (dal 1981). Voglio eliminare la moneta unica che ci toglie tutti i beni essenziali alla vita (lavoro, salute, acqua, istruzione etc.), e prima di tutto NON VOGLIO questa Unione Europea che ce la impone. Voglio una Banca Centrale di proprietà popolare, voglio cancellare la libera circolazione dei capitali, delle persone, dei beni e dei servizi, con tutti gli effetti che ne conseguono. Voglio finalmente una scuola di contenuti, formatrice dei giovani verso la realizzazione della loro umanità e dei valori che il popolo italiano del dopoguerra, anzi dal Risorgimento in poi, ha fatto suoi. Unitamente all'Università e corollari. Voglio la tutela sociale della salute, del paesaggio, dell'acqua e dell'aria. Voglio le tutele dei diritti di chi lavora a ogni livello. Voglio la sicurezza del diritto, le banche commerciali separate dalle speculative, l'eliminazione dei premi ai rentiers, e incentivi a chi si adopera fattivamente per la tutela dei territori e il benessere dei cittadini. Voglio che tutti nostri giovani laureati e diplomati costretti a cercarsi un impiego all'estero, a causa della povertà dell'intelligenza di chi ci governa, tornino alle loro famiglie perché occupati in Italia in lavori pertinenti con li loro titoli.
In una parola voglio che l'Italia e gli Italiani tornino ad essere liberi di decidere la loro politica: economica, culturale, monetaria, alimentare, scolastica, sociale.
Volete etichettarmi con una parola?
Ve lo dico io come sono, come mi sento, comne voglio essere chiamata: SOVRANISTA.
Invito tutti coloro che intendonjo intervenire a postare sotto questo post i commenti, visto che l'argomento trattato è svolto in questo post e che il commento di Tongurssy è stato appositamente copiato e incollato qua su.
Speriamo per l'ultima volta, copio e incollo il commento di Andrea Franceschelli, inserito sotto l'altro post:
Andrea Franceschelli
Giorgio Gaber nel 2001 pubblicava un album contente una scanzone intitolata "Destra-Sinistra ".
Di seguito il testo:
Tutti noi ce la prendiamo con la Storia
ma io dico che la colpa è nostra
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra.
Fare il bagno nella vasca è di destra
far la doccia invece è di sinistra
un pacchetto di Marlboro è di destra
di contrabbando è di sinistra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra.
Una bella minestrina è di destra
il minestrone è sempre di sinistra
quasi tutte le canzoni son di destra
se annoiano son di sinistra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra.
Le scarpette da ginnastica o da tennis
hanno ancora un gusto un po' di destra
ma portarle tutte sporche e un po' slacciate
è da scemi più che di sinistra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra.
I blue-jeans che sono un segno di sinistra
con la giacca vanno verso destra
il concerto nello stadio è di sinistra
i prezzi sono un po' di destra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra.
La patata per natura è di sinistra
spappolata nel purè è di destra
la pisciata in compagnia è di sinistra
il cesso è sempre in fondo a destra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra.
La piscina bella azzurra e trasparente
è evidente che sia un po' di destra
mentre i fiumi, tutti i laghi e anche il mare
son di merda più che sinistra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra.
L’ideologia, l'ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è la passione, l'ossessione della tua diversità
che al momento dove è andata non si sa
dove non si sa
dove non si sa.
Io direi che il culatello è di destra
la mortadella è di sinistra
se la cioccolata svizzera è di destra
la Nutella è ancora di sinistra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra.
La tangente per natura è di destra
col consenso di chi sta a sinistra
non si sa se la fortuna sia di destra
la sfiga è sempre di sinistra
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra.
Il saluto vigoroso a pugno chiuso
è un antico gesto di sinistra
quello un po' degli anni '20, un po' romano
è da stronzi oltre che di destra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra.
L’ideologia, l'ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è il continuare ad affermare un pensiero e il suo perché
con la scusa di un contrasto che non c'è
se c'è chissà dov'è, se c'è chissà dov'è.
Canticchiar con la chitarra è di sinistra
con il karaoke è di destra
i collant sono quasi sempre di sinistra
il reggicalze è più che mai di destra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra.
La risposta delle masse è di sinistra
con un lieve cedimento a destra
son sicuro che il bastardo è di sinistra
il figlio di puttana è a destra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra.
Una donna emancipata è di sinistra
riservata è già un po' più di destra
ma un figone resta sempre un'attrazione
che va bene per sinistra e destra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra.
Tutti noi ce la prendiamo con la Storia
ma io dico che la colpa è nostra
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra.
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra.
Destra-sinistra
destra-sinistra
destra-sinistra
destra-sinistra…
Basta!
Penso che non ci sia niente da aggiungere al messaggio contenuto nella canzone di Gaber per meglio chiarire il concetto che :
"è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra. "
e che quindi è ora di dire:
"Basta!"
Bene fatta questa premessa penso che l'ARS non rimpiangerà Massimo Resi.
Ha dimostrato con la sua NON MILITANZA il suo peso all'interno dell'ARS.
Se c'è qualcun altro che ha intenzione di (non) militare come lui, lo invito e lo esorto a uscire dall'ARS, troverà altri spazi più confortevoli dove pronunciare a vanvera la parola sinistra e la parola destra.
Addio.
Sinceramente questa entrata a gamba tesa non la capisco. Hai qualche nome in particolare da suggerire oppure è una minaccia fine a sè stessa?
Credi di stemperare l'atmosfera già abbastanza tesa lanciando i tuoi anatemi nel vento?
Infina occorre una precisazione su Gaber: il testo è un pour parler nato da un'idea di Gino e Michele (anche le formiche nel loro piccolo si incazzano). Questo non toglie che ponga dei quesiti seri: la Nutella è di destra o di sinistra?
Ma Gaber è anche quello che ha scritto testi come "Non insegnate ai bambini"
Non insegnate ai bambini
non divulgate illusioni sociali
non gli riempite il futuro
di vecchi ideali
l'unica cosa sicura è tenerli lontano
dalla nostra cultura.
Quindi in netto contrasto su quanto afferma Canfora :“A mio parere, il luogo dove le tendenze oligarchiche dominanti possono e devono essere messe in discussione è il laboratorio immenso costituito dal mondo della formazione e della scuola..è lì che l'educazione antioligarchica, su base critica, può farsi strada.”
Non ho visto Gaber come commento sull'articolo di Canfora.
E Gaber è quello che canta:
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Mi scusi Presidente
non è per colpa mia
ma questa nostra Patria
non so che cosa sia.
Neanche quando si parla di patria salta fuori Gaber, descritto così da Dario Fo:
Il suo era un pessimismo cosmico, anarchico, individualista. Qualsiasi presa di posizione collettiva, qualsiasi impegno etichettabile lo mettevano in fuga..Gaber attaccava la sinistra ufficiale e aveva tutte le ragioni. La sua era un' analisi dura ma cosciente, non ortodossa ma stimolante. Un isolato che bisognava ascoltare. Un anticonformista che mai è stato opportunista, mai ha giocato di furbizia, mai si è legato a chi vinceva. Il suo grande amico e partner artistico è stato un altro ribelle solitario, Sandro Luporini. E poi Gaber non aveva rabbia e rancore verso le persone, semmai verso la società e la politica. E i politici, di sinistra o di destra, non l' hanno mai amato perchè lui li graffiava, anzi li randellava.
http://archiviostorico.corriere.it/2003/gennaio/02/Dario_macche_qualunquista_era_anarchico_co_0_0301021313.shtml
Ribadisco il senso del mio intervento iniziale: cerchiamo di stare attenti quando affrontiamo temi delicati.
Immigrazione ad, esempio. Parliamone prima e pacatamente, per trovare una linea politica comunemente accettata. La stessa attenzione avevo chiesto fosse usata nell'affrontare questa discussione. Invece viene ripetuto sinistra e destra BASTA!
Comunque un dibattito (anche se diverso da come auspicavo) si sta svolgendo. Non auspicavo anatemi ed esclusioni, ma confronto e decisioni condivise.
Tonguessy, rispondo alle tue domande:
Hai qualche nome in particolare da suggerire oppure è una minaccia fine a sè stessa?
Non ho nessun nome da suggerire in particolare, ma ribadisco il concetto generale che tutti coloro che hanno intenzione di NON MILITARE farebbero bene ad uscire dall'ARS.
Credi di stemperare l'atmosfera già abbastanza tesa lanciando i tuoi anatemi nel vento?
Credo semplicemente di aver diritto a dire quello che penso senza dover pormi problemi di ovattamento.
Su Gaber hai alzato una questione inutile, in quanto ho preferito dire, attraverso i versi di una canzone, il mio pensiero sul tema. Non mi sembra di aver paragonato Gaber a Dio o all'oracolo da seguire in ogni sua prescrizione.
Purtroppo mi duole constatare che l'etichettamento "binario" destra/sinistra per te (e per molti altri purtroppo) funziona anche per i cantanti e per le loro canzoni. Lo spirito critico è morto, celebrategli il funerale.
Anatemi, esclusioni? No, invito a lavorare, invito a militare politicamente.
Credi di avere diritto a dire quello che pensi sempre e comunque? Davvero non consideri la diplomazia ed il tatto un valore necessario quando si fa politica? Manganello e olio di ricino come cura insostituibile? Squadrismo come tattica e gentilezza come aberrazione da additare al pubblico ludibrio?
L'articolo verteva su argomenti politici, non sulle mie, assai trascurabili, dimissioni. grazie comunque per la "precisa" ricostruzione del mio impegno in ARS.
Da tempo, per autodefinirmi, uso con parsimonia il termine "sinistra", e lo faccio solo quando il contesto lo consente. Non userei mai questo termine, ad esempio, se pensassi di poter essere confuso con quanti oggi si esaltano per il documento "La via maestra" (firmato da Lorenza Carlassare, Don Luigi Ciotti, Maurizio Landini, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky e presentato a Roma domenica 8 settembre all’assemblea indetta dalle associazioni per la Costituzione). Quel documento è un magistrale esempio di ambiguità, perché usa parole che noi potremmo tranquillamente sottoscrivere, ma poi ci infila un paio di passaggi ambigui che, con l'occasione, mi piace segnalarvi.
1) allorché vi si legge: "La dignità delle persone, la giustizia sociale e la solidarietà verso i deboli e gli emarginati, la legalità e l’abolizione dei privilegi, l’equità nella distribuzione dei pesi e dei sacrifici imposti dalla crisi economica, la speranza di libertà, lavoro e cultura per le giovani generazioni, la giustizia e la democrazia in Europa, la pace: questo sta nella Costituzione". Domanda: perché " la giustizia e la democrazia in Europa, la pace" e non " la giustizia e la democrazia NEL MONDO, la pace"? Sono forse desiderabili la giustizia, la democrazia e la pace "in Europa", e non anche "nel mondo"? Perché citano solo l'Europa? Oppure, più semplicemente, costoro, che si autodefiniscono (ovviamente) "di sinistra", sono anche "euristi", cioè sostenitori del più avanzato sistema liberista mai realizzato nella storia? E' ovvio che, se mi trovassi insieme con persone che simpatizzano per quel manifesto, mai e poi mai penserei di autodefinirmi anch'io "di sinistra". Mai e poi mai vorrei essere confuso con essi!
2) più avanti, nel manifesto si legge "Non è la difesa d’un passato che non può ritornare, ma un programma per un futuro da costruire in Italia e in Europa". E torna la stessa domanda: che c'entra l'Europa con la difesa della Costituzione?
Vi ho dato due esempi lampanti del fatto che oggi autodefinirsi "di sinistra" espone al rischio di gravi fraintendimenti sulle reali finalità della nostra azione politica. Dunque, il termine "sinistra", sebbene possa ancora essere usato (ma sempre con cautela) in contesti nei quali non possano sorgere così gravi equivoci, non può essere da noi adottato in senso generale e senza tener conto del particolare contesto nel quale ci si esprime.
Ciò detto, è anche vero che dobbiamo contrastare le tesi di quanti, essendo euristi, si autodefiniscono tuttavia "di sinistra". Come vogliamo chiamarli, se essi stessi si dichiarano "di sinistra"? Ha dunque ragione Stefano quando dice che "questa è oggi la sinistra"!
L'invito che rivolgo a tutti i soci, dunque, è di usare con attenzione questa definizione, e solo quando non vi siano possibilità di equivoco. Per esempio: con gli euristi che si autodefiniscono "di sinistra" ribadiamo con forza che noi siamo sovranisti; con i liberisti, invece, autodefiniamoci pure, quando è necessario, "di sinistra", ma aggiungendo subito "ma non la sinistra eurista".
Non facciamoci fregare dalle parole, e ricordiamo che, in questi tempi di possibili imminenti elezioni (lo so che Stefano è scettico… ma… abbiamo scommesso), il termine "sovranista" comincia ad essere ambito, e dunque sarà sempre più oggetto del solito tentativo di stravolgerne il senso, esattamente come è avvenuto con la parola "sinistra". Facciamo in modo, con una prassi politica seria e impegnata, che sia l'ARS il più autorevole detentore del diritto di definirne il significato.
Personalmente penso che nella storia politica italiana, l'uso delle categorie di destra e sinistra abbia avuto in generale un senso soltanto nel quadro del sistema politico a predominanza liberale esistito fino al 1914-1919 (il terminus a quo è quello della spaccatura del sistema politico italiano sul crinale neutralismo/interventismo, il terminus a quem è quello delle prime elezioni con il sistema proporzionale che videro l'affermazione dei partiti di massa socialista e popolare e il tramonto dell'egemonia liberale). Non a caso tali termini destra/sinistra nascono nell'alveo dei rapporti tra maggioranza e opposizione all'interno dei parlamenti eletti dopo le rivoluzioni liberali borghesi. Aveva quindi un senso parlare di "destra storica" e "sinistra storica" ai tempi di Agostino Depretis. Già all'epoca di Giolitti, l'irrompere sulla scena di socialisti, nazionalisti e cattolici gentiloniani, che fuoriuscivano tutti da tale schema, mette in crisi il binomio destra/sinistra, che a mio parere già dopo il 1918, con la conquista definitiva della scena da parte dei grandi movimenti socialista, popolare, fascista e comunista, era diventato completamente obsoleto. Figuriamoci oggi, dopo il crollo del blocco sovietico, il superamento anche delle ideologie e famiglie politiche novecentesche, la globalizzazione, l'integrazione europea e tutte le devastazioni connesse. Per non parlare degli equivoci insorgenti dall'accomunare nel termine "destra" e "sinistra" persone che pur accettando in linea di principio tali etichette, hanno posizioni totalmente e irrimediabilmente contrapposte qui e ora sulle questioni cruciali e vitali per le persone, per i popoli, per il mondo. Che hanno in comune i CSP di Rizzo e il PD, pur entrambi teoricamente di sinistra? E che hanno in comune PDL e "destra sociale", pur entrambi teoricamente di destra? Quindi ritengo completamente vuoti – e non da ieri – i termini destra/sinistra, mentre al contrario ritengo non privi di significato, ma quale declinazioni particolari di categorie più ampie, i termini "socialista" e "nazionalista" per esempio. Non sono scatole vuote, ma concetti pregni di contenuti, a differenza di destra/sinistra. Oggi la contrapposizione politica è intorno al crinale Stato Nazionale sovrano vs. Unione Europea (che non è e non vuole essere Stato, ma "post" o "anti" Stato, cioè negazione dello Stato come inveramento dell'idea del bene comune e prevalenza del politico sull'economico). In questa contrapposizione, o si è sovranisti (e poi sicuramente costituzionali, sicuramente patriottici, sicuramente socialisti o se il termine non piace, diciamo interventisti in economia e per la giustizia sociale) o si è europeisti/unionisti (e quindi sicuramente liberisti). Ma destra e sinistra ormai non sono più utili da tempo per orientarsi nella realtà politica italiana ed europea.
Bravo Luca,
sottoscrivo!
La nuova linea di demarcazione è quella che hai indicato tu: sovranisti, da un lato, globalisti, dall'altro. Se non riusciremo a far passare questo concetto, avremo perso la battaglia ancor prima di cominciare, poichè si continuerà nella inutile contrapposizione fintamente ideologica tra destra e sinistra (entrambe globaliste) alla quale assistiamo da vent'anni a questa parte.
Per ora, secondo me, si deve compiere proprio questo primo passo: far capire quali sono il vero scontro e la relativa posta in gioco.
In questo senso la nascita e lo sviluppo di movimenti sovranisti (naturalmente, almeno ad oggi, non ricomprendo fra questi il m5s) sono la tappa preliminare, indipensabile per rendere chiaramente visibile lo sconvolgimento del panorama politico.
Chi, invece, vuole approffittare della crisi per rivitalizzare partiti e ideologie otto-novecenteschi, a mio parere, non focalizza l'obiettivo e spreca energie preziose.
L'economia globalista è di destra. In politica il globalismo tende al centro, mentre dal punto di vista culturale è di sinistra. Dove per "cultura di sinistra" si intende, secondo il senso comune che l'ARS deve tenere nella massima considerazione pena la scomparsa, l'ideologia permissiva, individualista e fintamente cosmopolita che, evidente retaggio del Sessantotto, è diventata la sovrastruttura della mondializzazione in generale e dell'UE in particolare. Rispetto a questa deriva inarrestabile, cosa sia la vera sinistra è questione accademica che potrà anche appassionare storici e filosofi ma non riguarda affatto chi avverte la necessità di agire concretamente e realisticamente per cambiare uno stato di cose in apparenza compromesso.
Tonguessy,
il dibattito si sta svolgendo e come. Stanno emergendo molti punti.
Intanto la stessa legittimità, opportunità, pensabilità, moralità che il comitato direttivo di un'associazione possa decidere sull'uso di un termine imponendolo a tutti i soci: se usarlo e in che senso usarlo. Una volta fatta una mossa del genere, potrebbe essere ripetuta all'infinito su infiniti altri termini. A mio avviso nemmeno all'assemblea va riconosciuto un simile aberrante potere.
In secondo luogo, le osservazioni di Luca Cancelliere, che condivido pienamente, e che dovrebbero farti riflettere: comunista, socialista, socialdemocratico, repubblicano, democristiano della sinistra di base, fascista, nazionalista significano, sia pure con la ovvia polisemia. Invece sinistra e destra non significano. Ma questa è un'osservazione a latere, perché tu puoi rimanere attaccatto a questo termine anziché preferire il termine socialista, anche dopo queste considerazioni. Però rifletti sul fatto che è davvero insensato (non mi vengono altre parole) intervenire non su posizioni relative a specifici temi, bensì sul significato che si attribuisce a un termine. Sei stato tu a scrivere: "La mia proposta nell'ultimo Consiglio Direttivo (inserita tra varie ed eventuali) era stata di sospendere questi giudizi tranchant fino a che non si fosse raggiunta una definizione maggiormente condivisa di questo termine". Quindi adesso non puoi venire a dire pensiamo a temi specifici! No tu hai posto il problema dell'uso condiviso di un termine. Invece, il problema è che non esiste nessun obbligo o opportunità di attribuire a uno o altro termine significati omogenei. Quindi l'anatema di Andrea Franceschelli è perfettamente legittimo, nella misura in cui lui ha espresso la sua opinione. Sarebbe inopportuno, se avesse proposto qualcosa di simile ma opposto a ciò che hai proposto tu: ossia un vincolo dei soci a sostenere la tesi della insignificanza delle parole destra/sinistra.
Credo che sia importante anche il tema dei recessi. Non lasciamo che il mio spunto di riflessione si perda. Non è pensabile che ogni volta che qualcuno recede, l'associazione debba interrogarsi, debba parlarne, debba andare a ricorrere il socio recedente. Sarà il socio più legato al socio recedente a darsi da fare e a cercare di convincerlo ma non può essere l'associazione. Mi dispiace persino di aver esternato il giudizio su Massimo, che non si è comportato diversamente da alcuni altri soci. Però è assurdo che si ponga un problema a me che lavoro 10 ore al giorno per l'associazione e qualcuno si senta sconcertato perché un socio di cui non si sa niente (se lavora se non lavora, se è intelligente se non è intelligente) ha receduto, senza nemmeno esternare chiaramente i motivi del recesso, sul presupposto (falso) che vi sarebbe una perdita di iscritti dovuta al significato che attribuisco a un termine che uso.
Infine, non lasciamo sfuggire il suggerimento di ammonire i soci che anziché formalizzare richieste di chiarimenti (prima di svolgere osservazioni è sempre meglio chiedere chiarimenti) al comitato direttivo, vanno da uno dei membri, il quale parla poi a nome di altri imprecisati anonimi che non si sa chi sono, quanti sono, come lavorano e non si sa quanti addebbiti si potrebbero ad essi muovere (in genere per parlare serve sempre una legittimazione). Se noi giudichiamo questa pratica inopportuna e scorretta e la bandiamo, come io credo si debba fare, questa discussione è già servita.
Rileggendo a mente riposata l'articolo di D'Andrea e leggendo le considerazioni che fa sulla mia persona, i punti 11, 12 e 18, ritengo di dover correggere l'impostazione data da D'Andrea che mi dipinge come una specie di pelandrome menefreghista.
Lasciamo perdere il fatto che non vivo a Firenze, il perché io non abbia risposto ad alcune sollecitazioni è per motivi che mi riguardano a titolo strettamente privato, al netto delle illazioni e delle velenose considerazioni, questo è assolutamente il comportamento di un normale iscritto che ha dubbi, peraltro manifestati in più occasioni.
Nonostante i tanti dubbi, non sono mancato, personalmente e con i miei vari nick di far conoscete l'ARS. Dove hai la certezza che il mio (modesto) lavoro non abbia portato soci?
Così, tanto per scriverlo, la stragrande maggioranza di coloro che personalmete conosco è talmente rossa e non votante, sai siamo in Toscana, che se legge solo due periodi di un tuo intervento qualsiasi, non mi rivolge la parola per una settimana.
Dato che siamo sul personale e tu mi accusi di non aver perorato a sufficienza la causa dell'ARS ti ricordo che c'è stata una circostanza, rara, in cui ci siamo incontrati su un blog dichiaratamente a sinistra in cui ero riuscito a destare un minimo di interesse da parte sopratutto di un personaggio, definiamolo di una certa consistenza, che si era reso disponibile a conoscerci, arrivi tu e fai una serie di interventi in cui poi finisci per "non dispiacerti" di essere considerato portatore di una "rivoluzione conservatrice". Ottimo modo per fare proselitismo quello di infilarsi in un blog gestito per la maggior parte da DOCENTI UNIVERSITARI apertamente schierati a sinistra. infatti hai avuto la risposta che ti meritavi, peraltro assai civile.
Questo è il link: http://irradiazioni.wordpress.com/2013/08/27/uscire-dalleuro-ma-come-il-punto-di-vista-di-frederic-lordon/#comment-1198.
Vorrei che una volta tanto mi si capisse: ho scritto questo perché tu hai travisato completamente la mia figura di SEMPLICE ISCRITTO con tutti i suoi dubbi, che non ha mai chiesto incarichi nè visibilità, e l'hai fatta passare come quella di un pelandone menefreghista.
Non voglio commentare il fatto che tu consideri la domanda: “Senti Stefano questa è la tua linea personale o è quella di ARS?” offensiva, le offese vere te le sei prese altrove, anche in forum che funzionano. Tu hai preso psizione su qualcosa che non è contemplato in alcun documento programmatico di ARS, il problema è che chi ha fatto questa affermazione non è il SEMPLICE ISCRITTO Massimo, che anzi la pensa in moo diverso da te, ma il presidente della ARS, il PRESIDENTE. E a te non sempbra una domanda legittima ma offensiva.
Riguardo alle tue assai opinabili considerazioni sul forum mosse più sul desiderio di screditarmi che non su una obbiettiva visione del servizio che poteva svolgere, ricordo perfettamente che quando si stava pensando al forum, ci fu chi disse che secondo lui il forum era motivo di divisione e non di aggregazione, lo diceva un personaggio di spicco della nascente ARS. Chi aveva poi preso l'impegno di valorizzarlo mettendolo addirittura a verbale? E' quindi colpa mia se il progetto del forum in ARS ha dato scarsi frutti, nonostante l'impegno oltre che mio dei dirigenti Alba kan, Truman e Tonguessy e degli iscritti Andrea, Giancarlo, Enrica, Sergio, Luca, Mattia? Il forum è sempre rimasto in attesa di fornire il servizio per cui era stato pensato e creato, e questo in modo mai molesto da parte di chi lo amministrava.
Ma ritorniamo a questa figura del SEMPLICE ISCRITTO. Se si è appartenuti a vario titolo a qualche organizzazione politica si è a conoscenza che chi prende la tessera non è che automaticamente si mette a correre per la segreteria del partito, ci sono quelli, la stragrande maggioranza, che non organizzano cose molto importanti come manifestazioni, incontri, spettacoli pirotecnici e quant'altro. Sono quelli che fanno un lavoro di coscenza e defilato. Quando alla sezione un iscritto solleva obiezioni su un certo operato lo fà perché è perfettamente legittimato dalla sua appartenenza al partito. La risposta è nel merito non nella simpatia, che ci può anche non essere.
Ma cosa vuoi che pensino gli iscritti di un ex SEMPLICE ISCRITTO! Ma lascia perdere e ringrazia Dio di avere uno come Tonguessy nel tuo comitato direttivo, altro che attribuirgli le colpe sul perché hai distribuito rifiuti organici nel ventlatore che poi hai puntato in direzione di un ex SEMPLICE ISCRITTO, ex perche quel pelandrone si è liberamente dimesso.
Oh poffarbacco! Il socio Cancellieri sarà pure "de destra" (per usare questa inattuale parola) però chapeau! Me devo preoccupà perché io, che so' "de sinistra", me trovo d'accordo co' uno che è "de destra"?
p.s. just for fun, per prenderla un po' alla leggera insomma.
Mi associo al "poffarbacco" e allo "chapeau".
Mi dispiace per la decisione di Massimo e spero che possa essere un arrivederci.
Personalmente posso dire che una delle cose che mi ha spinto ad aderire all'ARS e che, credo, sia la forza del progetto, è stata la volontà di mettere insieme persone accomunate dalle stesse idee ed intenzioni, evitando di utilizzare categorie, come destra e sinistra, sulle quali esiste, oggi come mai, troppa confusione e che si prestano ad essere strumentalizzate, o comunque fraintese. Categorie che, peraltro, vengono vissute in senso assolutamente soggettivo, a seconda dell'esperienza personale e del background culturale di ciascuno (conosco molti piddini che si considerano, in buona fede, di sinistra), per cui un'identificazione in una di esse potrebbe avere l'effetto di respingere chi non ci si ritrova, pur condividendo i contenuti.
Non tutti, del resto, hanno una formazione ed una cultura politica (io mi metto fra quelli) che gli consente di capire pienamente cosa destra e sinistra rappresentino od abbiano rappresentato, ma questo non vuol dire che non possano dare un valido contributo alla lotta sovranista nella quale ci stiamo impegnando.
Ritengo quindi più utile guardare agli obiettivi concreti che costituiscono il cuore di questa lotta, senza etichettarli, rinunciando, come chiaramente scritto nel progetto (paragrafo 3) che tutti abbiamo condiviso, ad affrontare questioni ideologiche che possono creare divisioni e fraintendimenti, non solo fra di noi, ma anche con chi ci legge ed ascolta.
Sono assolutamente d'accordo. Mi piace il tono di conciliazione. Un po' di rispetto per i moribondi non guasta.
Ciao a tutti.
Sono stato tirato in ballo un paio di volte in questa e altre discussioni correlate, ben lieto che sia stato così perché l'argomento é fondamentale e credo che ARS debba cogliere l'occasione per dare il primo vero messaggio di discontinuità con il fango dell'attuale politica e con l'atteggiamento MOLTO italiano di distruggere e banalizzare il messaggio di un rivale dopo averlo etichettato e dunque inquadrato in un qualcosa di esistente, non diverso pertanto né immune dagli stessi difetti che hanno portato l'INTERA nomenclatura politica italiana a FALLIRE CLAMOROSAMENTE.
Non voglio ripetere cose già dette, quindi sappiate che sono quasi perfettamente allineato a Stefano D'Andrea, e mi ritrovo alla grande nello spirito e nei contenuti di interventi come Anna Biancalani, Luca Cancelliere e Fiorenzo Fraioli, che sottolienano questioni FONDAMENTALI e altrettanto fondamentali concause del fallimento dell'attuale offerta politica.
Non condivido l'inasprimento dei toni CONTRO il concetto di sinistra/destra, che ancorché realtà antistoriche, hanno avuto un preciso significato, come ben spiegato da Luca. Ma é vero, per quanto stefano e Andrea l'abbiano detto senza troppi riguardi, che oggi come oggi siano termini usati con fini puramente strumentali, per distruggere invece di unire, dividendo cittadini ed elettori dietro a cause "di sinistra?" come matrimoni gay e trattamento dell'immigrazione che sono così scontate in un paese sedicente civile e con una costituzione come la nostra che dovrebbero ESSERE GIA' ACQUISITI DA ANNI!
Il liberismo é una realtà.
La costituzione é una realtà (per ora).
Il socialismo, l'eguaglianza di diritti, il diritto all'istruzione, alla sanità, alla democrazia, alla piena occupazione, sono tutte realtà ESPLICITAMENTE citate nella nostra carta costituzionale.
Destra e sinistra invece NON sono più realtà, sono epiteti vuoti, usati dal pensiero unico eurista che ci governa come foglie di fico, per fingere davanti all'elettorato un reciproco dissenso che non c'é. quando invece sono perfettamente allineate nel farci perdere ogni sovranità e diritto in favore di organi sovranazionali assolutamente ANTIdemocratici.
L'assurdo é che oggi si possa decidere di perseguire una linea politica rispettando la costituzione oppure NO. Io ho sentito definire la nostra carta "lettera morta e vuota" non piu tardi di una settimana fa da parlamentari e consiglieri di TUTTA la partitocrazia italiana a Bra, dal PD al PDL ad Alternativa persino.
ARS ha deciso anzitutto di porre al centro della sua azione la costituzione del 48 senza curarsi di etichette obsolete, e io sono assolutamente d'accordo. Io nasco politicamente come uomo di destra, eppure non baratterei nemmeno per sbaglio la nostra causa per il ripristino della costituzione con l'etichetta destra. Inutile, oltre che distruttivo.
Noi possiamo essere coloro che toglieranno alla cosa politica italiana quello spirito da tifoserie contrapposte che l'ha portata nel fango, e possiamo far riappacificare i cittadini e la politica. Ma solo se sapremo superare le etichette che non hanno piu senso pratico. Sapete chi per primo mi ha segnalato questo discorso? Non un compare di ARS, ma un INSIGNE costituzionalista mio amico non facente parte della nostra associazione che sull'argomento ha detto pressapoco:
"mi è piaciuto l'ultimo post di D'Andrea (sul superamento dell'uscita da destra e sinistra ndr). Sostiene esattamente ciò che cerco di dire io: se si ripristina la legalità costituzionale, cioè la sovranità democratica – e non ce n'è altra-, non ha senso parlare di "usita da destra o da sinistra" perchè qualunque governo, ritrovandosi nel pieno dei poteri delineati nella Costituzione, e non più ad essere esecutore del "lovuolel'europa", questi poteri li eserciterà necessariamente. Questo è l'essenziale, sul piano giuridico, politico ed economico. Almeno finchè la Costituzione sarà questa.
E su questo dovrebbero ritrovarsi unite tutte le forze democratiche e anti-golpe europeo. Una cosa la capisco: così si acquista visibilità nel modo più veloce. Ma contemporaneamente allontana le voci che potrebbero dare il messaggio "giusto" da inserire in questa visibilità."
Chiaro? E' GIA' TUTTO SCRITTO nella nostra costituzione, nero su bianco. Almeno quella del 48, prima dello stupro e delle interpretazioni creative della nostra nomenclatura politica, "SINISTRA" INCLUSA, anzi AL TIMONE!
Unendo le forze intorno alla nostra carta e alla volontà di farla applicare sempre, il resto verrà da sé automaticamente!!! consiglio a tal proposito questo link:
http://orizzonte48.blogspot.it/2013/06/il-futuro-senza-vincolo-esterno-una.html
Io non ritengo insanabili fratture di questo tipo, come pure quella con i ragazzi di Indipendenza. Ci ho collaborato di recente personalmente. E loro temono che rigettando il termine "sinistra" piuttosto che "marxista", si rischino derive autoritarie o fasciste e si gestisca l'uscita o cmq il futuro senza rispetto per il popolo. SE NON AVESSIMO LA NOSTRA COSTITUZIONE forse la penserei come loro. Ma l'abbiamo, ed é un tesoro inestimabile, un documento di analisi e proposte (LOL) come meglio non potremmo desiderare. Leggerla e applicarla con sincerità, senza alcuna "precomprensione" e pregiudizi, dispensati invece in modo del tutto bipartisan, é la chiave per il successo di ARS. O almeno per un'onorevole sconfitta di cui andrei comunque orgoglioso.
Chi ha da eccepire, si chieda anzitutto quali valori per lui rappresenti questa parola "sinistra" per la quale sarebbe disposto ad abbandonare la lotta con ARS. E DOPO ATTENTA LETTURA della nostra costituzione, se tale testo non rispecchi in pieno quei valori e tutti i vostri sogni politici piu arditi :)
Mattia Corsini
Rileggendo a mente riposata l'articolo di D'Andrea e leggendo le considerazioni che fa sulla mia persona, i punti 11, 12 e 18, ritengo di dover correggere l'impostazione data da D'Andrea che mi dipinge come una specie di pelandrone menefreghista.
Lasciamo perdere il fatto che non vivo a Firenze, il perché io non abbia risposto ad alcune sollecitazioni è per motivi che mi riguardano a titolo strettamente privato, al netto delle illazioni e delle velenose considerazioni, questo è assolutamente il comportamento di un normale iscritto che ha dubbi, peraltro manifestati in più occasioni.
Nonostante i tanti dubbi, non sono mancato, personalmente e con i miei vari nick di far conoscete l'ARS. Dove hai la certezza che il mio (modesto) lavoro non abbia portato soci?
Così, tanto per scriverlo, la stragrande maggioranza di coloro che personalmente conosco è talmente rossa e non votante, sai siamo in Toscana, che se legge solo due periodi di un tuo intervento qualsiasi, non mi rivolge la parola per una settimana.
Dato che siamo sul personale e tu mi accusi di non aver perorato a sufficienza la causa dell'ARS ti ricordo che c'è stata una circostanza, rara, in cui ci siamo incontrati su un blog dichiaratamente a sinistra in cui ero riuscito a destare un minimo di interesse da parte sopratutto di un personaggio, definiamolo di una certa consistenza, che si era reso disponibile a conoscerci, arrivi tu e fai una serie di interventi in cui poi finisci per "non dispiacerti" di essere considerato portatore di una "rivoluzione conservatrice". Ottimo modo per fare proselitismo quello di infilarsi in un blog gestito per la maggior parte da DOCENTI UNIVERSITARI apertamente schierati a sinistra. infatti hai avuto la risposta che ti meritavi, peraltro assai civile.
Questo è il link: http://irradiazioni.wordpress.com/2013/ … mment-1198.
Vorrei che una volta tanto mi si capisse: ho scritto questo perché tu hai travisato completamente la mia figura di SEMPLICE ISCRITTO con tutti i suoi dubbi, che non ha mai chiesto incarichi nè visibilità, e l'hai fatta passare come quella di un pelandone menefreghista.
Non voglio commentare il fatto che tu consideri la domanda: “Senti Stefano questa è la tua linea personale o è quella di ARS?” offensiva, le offese vere te le sei prese altrove, anche in forum che funzionano. Tu hai preso posizione su qualcosa che non è contemplato in alcun documento programmatico di ARS, il problema è che chi ha fatto questa affermazione non è il SEMPLICE ISCRITTO Massimo, che anzi la pensa in modo diverso da te, ma il presidente della ARS, il PRESIDENTE. E a te non sembra una domanda legittima ma offensiva.
Riguardo alle tue assai opinabili considerazioni sul forum mosse più sul desiderio di screditarmi che non su una obbiettiva visione del servizio che poteva svolgere, ricordo perfettamente che quando si stava pensando al forum, ci fu chi disse che secondo lui il forum era motivo di divisione e non di aggregazione, lo diceva un personaggio di spicco della nascente ARS. Chi aveva poi preso l'impegno di valorizzarlo mettendolo addirittura a verbale? E' quindi colpa mia se il progetto del forum in ARS ha dato scarsi frutti, nonostante l'impegno oltre che mio dei dirigenti Alba kan, Truman e Tonguessy e degli iscritti Andrea, Giancarlo, Enrica, Sergio, Luca, Mattia? Il forum è sempre rimasto in attesa di fornire il servizio per cui era stato pensato e creato, e questo in modo mai molesto da parte di chi lo amministrava.
Ma ritorniamo a questa figura del SEMPLICE ISCRITTO. Se si è appartenuti a vario titolo a qualche organizzazione politica si è a conoscenza che chi prende la tessera non è che automaticamente si mette a correre per la segreteria del partito, ci sono quelli, la stragrande maggioranza, che non organizzano cose molto importanti come manifestazioni, incontri, spettacoli pirotecnici e quant'altro. Sono quelli che fanno un lavoro di coscienza e defilato. Quando alla sezione un iscritto solleva obiezioni su un certo operato lo fa perché è perfettamente legittimato dalla sua appartenenza al partito. La risposta è nel merito non nella simpatia, che ci può anche non essere.
Ma cosa vuoi che pensino gli iscritti di un ex SEMPLICE ISCRITTO! Ma lascia perdere e ringrazia Dio di avere uno come Tonguessy nel tuo comitato direttivo, altro che attribuirgli le colpe sul perché hai distribuito i tuoi rifiuti organici nel ventilatore che poi hai puntato in direzione di un ex SEMPLICE ISCRITTO.
Dalla sua costituzione entra nell'ARS chi è convinto della bontà, esattezza, profondità, concretezza del documento di analisi e del progetto, dei suoi obiettivi generali e paricolari. Probabilmente entra anche chi non ha idee perfettamente coincidenti con quelle lì espresse ma comunque aderenti alle proprie quel tanto che basta da rendere le differenze trascurabili e senza valore dirimente. La facoltà di aderire è indipendente dal proprio precedente
percorso personale e politico. L'adesione è la linea discriminante. La volontà di rispettare le posizioni espresse dall'associazione in luogo delle posizioni personali assunte in precedenza ed eventualmente in contrasto con le prime è un fattore decisivo per il funzionamento di qualunque associazione e dunque anche dell'ARS.
Questa riflessione mi permette di esprimere il mio pensiero sullo scambio avvenuto nei post.
La domanda così come posta da Massimo lasciava poco spazio al dialogo. In realtà non mirava ad aprire una discussione contenendo di fatto un pre-giudizio negativo sulla posizione espressa nel post.
Posizione che , come è stato sostenuto, limiterebbe le possibilità dell'ars di stringere rapporti con alcune altre forze (sinistra ?) e che sarebbe anche la causa dell'uscita dall'associazione di alcune persone.
Da parte mia posso dire che non sento la necessità di arrivare a definire cosa significhi per Ars la parola "sinistra".
E per quanto detto sopra mi sembrerebbe fuori luogo. Ne posso essere smentito affermando che questa necessità non è mai stata messa in evidenza in nessun documento "ufficiale" e da nessun socio.
A mio avviso perchè ne manca anche l'utilità in relazione proprio all'impostazione che ARS ha dato al proprio progetto.
Potrebbe essere in astratto utile? si se l'ARS decidesse di avvicinare persone, movimenti, associazioni sulla base della presenza o meno degli elementi qualificanti " l'essere di sinistra".
Ma non è così evidentemente. Non abbiamo mai scelto di seguire questa linea. Tuttavia per Massimo e per alcuni altri,come afferma Tonguessy, invece questo è un problema.
A tal proposito voglio sottolineare come sia questo l'aspetto che più mi ha lasciato perplesso.
Ossia esistono dei malcontenti non dichiarati o meglio non dichiarati apertamente.questi malcontenti avrebbero condotto
più persone a lasciare l'associazione. non credo sia accettabile questo modo di fare. Perchè non c'è stata nessuna discussione precedente, nessuna volontà di superare il proprio convincimento.
Evidentemente è bastato poco per mettere in discussione tutto l'impianto ed il lavoro fatto in questi due anni. Ritengo che non c'è stata una profonda comprensione del progetto ne troppa convinzione da parte di coloro che la pensano così.
Comunque l'occasione è stata proprizia per ascoltare diverse voci e rinvigorire il senso di appartenenza all'ARS, la fiducia nel progetto, la stima per tanti " militanti". Ci libereremo
La prego di considerare ciò che ho scritto come una risposta ad un preciso ed inultile, dato il mio peso politico, attacco personale che potrà leggere ai punti 11,15 e 18, giustificato solo dal voler dare una risposta ad un dirigente che si è SEMPRE battuto per mantenere unita la base di ARS, che si è dovuto sorbire occasionalmente ma in modo mai molesto i miei dubbi e le mie perplessità muovendosi sempre nell'interesse di idee che ritiene, e ritengo, importanti. il fatto che me ne sia andato conferma un disagio he traspariva in ciò che facevo ma che mai mi ha portato a compiere azioni diverse da quelle dalla critica e che mai ha influito sul servizio che avevo in responsabilità.
Massimo, ARS longa è appena intervenuto in un dibattito sull'ARS che si sta svolgendo su sollevazione, ricordando la formula della Rivoluzione conservatrice, che egli invero aveva utilizzato per sintetizzare il mio manifesto personale, parecchio diverso dai documenti dell'ARS.
Fiorenzo Fraioli è appena intervenuto. Copio e incollo il suo intervento:
"Gentile Ars Longa, vorrei rassicurarla sul fatto che nessuno in ARS si farà venire un coccolone se la "rivoluzione" cui aspiriamo viene definita "conservatrice", piuttosto che "giacobina", "comunista" o altro. Sono parole che, nella confusa discussione politica ampiamente dominata dai media mainstream, ci lasciano indifferenti. Noi abbiamo un altro problema, e provo a spiegarlo.
Se un conoscente mi chiede cos'è l'ARS, io quali parole devo usare per spiegarglielo sapendo di avere al massimo due minuti di tempo? Ebbene, la soluzione al dilemma è quella di usare NON una parola (destra, sinistra, socialista, nazionalista, sovranista, comunista, e quello che vi pare) ma un gruppo di concetti chiave, per poi chiedere all'aspirante socio: "Tu che dici? Cosa siamo in una parola?". Se quello risponde "siete fascisti", oppure "siete comunisti" oppure qualsiasi altra cosa, io resto indifferente e gli chiedo "hai capito i concetti chiave? Bene, se li hai capiti apri un libro qualsiasi in una pagina qualsiasi a un rigo qualsiasi e scegli una parola qualsiasi: noi siamo quella parola".
E' chiaro adesso il "metodo"? Concetti chiave, non parole che pretendono di sintetizzare tutto. Noi non abbiamo fretta, e abbiamo tutto il tempo che serve per spiegarci con chi ha interesse a capire. Poi, se è d'accordo viene con noi, altrimenti va altrove".
Aggiungo io che, personalmente, se non lo reputassi inutile, fuoriviante, pericoloso, ambiguo e molto negativo per l'ARS, potrei decidere di dichiararmi "di sinistra", con immediata necessaria spiegazione del significato della parola. Però progressista proprio no.
Voglio sfuggire anche alle etichette reazionario, conservatore progressista, così come alle etichette destra, centro e sinistra. Ma se a talune condizioni e se non avessi intrapreso il progetto dell'ARS, avrei potuto dichiararmi di sinistra subito precisando cosa avrei inteso per "sinistra", la parola progressista mi appare completamente vuota o addirittura con significato negativo.
D'altra parte uno che vuole restaurare la Costituzione italiana (e recuperare gran parte dell'attuazione che ebbe) ha due possibilità: definirsi conservatore, muovendo dall'idea che la Costituzione è ancora in vita, anche se ferita; o reazionario, se muove dal presupposto che la Costituzione è morta. Perciò la formula rivoluzione conservatrice non mi dispiace per niente, come ammisi nel commento che ricordi. Capisco che alcuni non sono in grado di capire questi ragionamenti e neghino che in essi ci sia logica. Può darsi che siano più intelligenti di me; l'alternativa è che io sono più intelligente di loro.
I progressisti sono coloro che vogliono sempre il nuovo. Il PDS (nel quale militai) fu progressista (mi candidai con una lista che si chiamava "I progressisti"). E infatti volle la cosa uno e la cosa due, i DS e il PD, e oggi il presidenzialismo. Progressisti poi sono quelli per i quali la lotta dei diritti civili è il cavallo di battaglia. No. Progressista proprio no.
Dobbiamo costruire una società dell'inclusione piuttosto che dell'esclusione fatta a colpi di normative, obblighi e divieti. Il paradosso salta fuori quando si afferma che un socio deve dedicare all'ARS"minimo 6-7 ore al mese" oppure "per il momento non serve". Ma “è ovvio che non devi informarli” i nuovi soci di questa assoluta necessità “perché il nostro compito è pian piano di contattare, argomentare, incuriosire, invitare, incitare, ottenere l'iscrizione, dare l'esempio, organizzare, promuovere e le persone si muoveranno”.
Ma che gioco è? Vogliamo definire una volta per tutte se il compito nostro è argomentare ed incuriosire oppure imporre soglie per limitare l'afflusso? Vogliamo creare una società dell'inclusione dove ognuno apporta il proprio contributo in base alle proprie disponibilità NON SOGGETTE A IMPOSIZIONI DA PARTE DI CHICCHESSIA oppure vogliamo stilare un vademecum del socio perfetto fissando le soglie sotto le quali scatta l'esclusione?
Questa idea della società dell'esclusione ha già decretato che l'apporto di Massimo Resi, sebbene andasse ben oltre la soglia nominale delle 6-7 ore/mese (si parla di qualcosa come 30 ore) non fosse idoneo per altri motivi che collidevano con l'idea di idoneità che si era fatto qualcuno. E che non è mai stata discussa in direttivo.
E anche Alba a questo punto ci sta dicendo che avendo dovuto ridurre la propria disponibilità (sicuramente per motivi molto gravi) si sente in difetto relativamente a quei parametri di idoneità mai discussi.
Così facendo stiamo creando quella società dell'esclusione e dell'emarginazione che sta alla base del neoliberismo, e questo è spaventoso.
La nostra Costituzione (quella che tutti noi vogliamo rimettere in sesto) è un gioiello normativo che permette, se correttamente applicato, di produrre una società partecipativa ed inclusiva dove ognuno LAVORA (lo Stato Italiano è fondato sul LAVORO) per socializzare quanto di buono una società può produrre: istruzione, sanità, settori produttivi e via dicendo. Fu pensata e realizzata per offrire una società dell'inclusione, non dell'esclusione.
“la Costituzione non fu un compromesso – i compromessi sono sempre incoerenti o inconsistenti -; fu un fondamento comune che i costituenti vollero dare alla nostra futura vita sociale“ scrive correttamente Stefano. Nei lavori della costituente non ci furono esclusioni ed il frutto di quei lavori fu di garantire la possibilità (anzi il dovere) ad ognuno di contribuire. “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.” (art.4)
Secondo le proprie possibilità e la propria scelta, chiaro? Se Alba in questo periodo soffre di limitate possibilità e se Massimo ha optato per una scelta che lo coinvolgesse SOLO nell'amministrazione del forum, beh, tutto ciò è perfettamente in linea con i precetti di quella Costituzione noi ci siamo impegnati a difendere con le unghie e coi denti. Si impegnano, sentono il dovere di impegnarsi ma “secondo le proprie possibilità e la propria scelta” così come decretato dalla nostra Costituzione.
Se ho accettato di organizzare e partecipare alla riunione regionale non mi posso sentire migliore di Alba che forse non potrà venire, pur abitando nella mia regione. Nessuna competizione, solo cooperazione: questo mi dice la Costituzione.
Ecco il mio invito finale: concentriamoci sulla Costituzione e lasciamo che ognuno si impegni a difenderla “secondo le proprie possibilità e la propria scelta” perchè questo è ciò che la Costituzione stessa chiede. E lasciamo ognuno libero di credere che esistano una sola, due o tante sinistre. Oppure nessuna. Che venga da destra, dal centro oppure da sinistra, ma ricordando che spetta al Direttivo decidere sull'opportunità politica di affermazioni ed adesioni.
La Costituzione ci “richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica” (art. 2). Avete letto bene: solidarietà politica, non esclusione in base a discutibili valutazioni. I Padri Costituenti sono riusciti a creare questo inestimabile gioiello nelle loro immense differenze: cerchiamo di imparare come si fa a costruire quella società dell'inclusione e della solidarietà che hanno cercato di insegnarci.
Ringrazio quindi tutti coloro che hanno scritto. Ne ho apprezzato a vario titolo e con varie sfumature i contenuti, ma commentare adeguatamente gli interessanti commenti mi è proprio impossibile. Ringrazio anche coloro che hanno solo letto senza commentare. Ringrazio anche chi, da destra o dal centro o da una sinistra diversa dalla mia ha opinioni che non concordano millimetricamente con le mie, eppure si sente di condividere questo percorso politico “secondo le proprie possibilità e la propria scelta” e nel nome di “doveri inderogabili di solidarietà politica”, aspetti che rimangono per me una priorità da salvaguardare in assoluto. Lo dice anche la nostra bella Costituzione.