NSR: la “transiberiana del XXI secolo” e l’integrazione in Eurasia
da L’ANTIDIPLOMATICO (Pepe Escobar)
di Pepe Escobar – Strategic Culture [Traduzione a cura di: Nora Hoppe]
Il “contenimento” statunitense del partenariato strategico Russia-Cina si sta già disfacendo in tempo reale.
Il forum di San Pietroburgo è stato ricco di sessioni cruciali sui corridoi di connettività. Una delle più importanti riguardava la Northern Sea Route (NSR) [Rotta marittima settentrionale] o, nella terminologia cinese, la Via della Seta Artica: la futura alternativa numero uno al canale di Suez.
Con la presenza in sala dei principali attori aziendali – ad esempio Rosneft, Novatek, Norilsk Nickel – oltre a governatori e ministri, il palco era pronto per un ampio dibattito.
Igor Levitin, il più importante consigliere di Putin, ha dato il tono: per facilitare il trasporto di container senza soluzione di continuità, il governo federale deve investire in porti marittimi e rompighiaccio; è stato fatto un paragone – in termini di sfida tecnologica – con la costruzione della ferrovia transiberiana; Levitin ha anche sottolineato le infinite possibilità di espansione per gli hub cittadini come Murmansk, Archangelsk e Vladivostok.
A ciò si aggiunga che la NSR si collegherà con un altro corridoio di connettività trans-eurasiatica in rapida crescita: l’INSTC (International North South Transportation Corridor – Corridoio di trasporto internazionale Nord-Sud), i cui attori principali sono i membri dei BRICS Russia, Iran e India.
Alexey Chekunkov, ministro per lo sviluppo dell’Estremo Oriente e dell’Artico, ha promosso una prova della NSR, che costa come il trasporto ferroviario senza le strozzature. Ha elogiato la NSR come “servizio” e ha coniato il motto definitivo: “Servono rompighiaccio!”. La Russia sarà ovviamente l’attore principale dell’intero progetto, di cui beneficeranno 2,5 milioni di persone che vivono nel Nord.
Sultan Sulayem, amministratore delegato della DP World, società di Dubai che si occupa di logistica cargo e servizi marittimi, ha confermato che “le attuali catene di approvvigionamento non sono più affidabili”, oltre a essere inefficienti; l’NSR è “più veloce, più affidabile e più economico”. Da Tokyo a Londra, la rotta è di 24,000 km; attraverso l’NSR, è di soli 13,000 km.
Sulayem è categorico: l’NSR è una svolta epocale e “deve essere implementato ora”.
Vladimir Panov, rappresentante speciale per l’Artico di Rosatom, ha confermato che l’Artico è “uno scrigno” e l’NSR “lo sbloccherà”. Rosatom disporrà di tutte le infrastrutture necessarie “in circa cinque anni”. Ha attribuito il rapido ritmo degli sviluppi al dialogo strategico di alto livello tra Putin e Xi – con la creazione di un gruppo di lavoro Russia-Cina.
Andrey Chibis, governatore di Murmansk, ha osservato che questo porto profondo e chiave per la NSR – il principale hub per container nell’Artico – “non si congela”. Ha riconosciuto l’enormità delle sfide logistiche – ma allo stesso tempo che attirerà molti lavoratori qualificati, considerando l’alta qualità della vita a Murmansk.
Un labirinto di corridoi interconnessi
La costruzione della NSR può essere interpretata come una versione accelerata del XXI secolo della costruzione della ferrovia transiberiana alla fine del XIX/inizio del XX secolo. Nel quadro generale dell’integrazione dell’Eurasia, le interconnessioni con altri corridoi saranno infinite – dall’INSTC ai progetti BRI parte delle Nuove Vie della Seta cinesi, all’Unione Economica dell’Eurasia (UEE) e all’ASEAN.
In una sessione incentrata sul Partenariato della Grande Eurasia (GEP), il viceministro russo degli Affari esteri Alexander Pankin ha elogiato questo concetto di Eurasia “senza linee di divisione, che unisce antiche civiltà, corridoi di trasporto e uno spazio comune unificato di 5 miliardi di persone”.
Sono stati tracciati collegamenti inevitabili – dalla GEP all’UEE e alla SCO, con la proliferazione del trasporto multimodale e dei sistemi di pagamento alternativi. Khan Sohail, vice segretario generale della SCO, ha osservato come praticamente “ogni giorno ci sono nuovi annunci da parte della Cina” – molta strada è stata fatta “dalla creazione della SCO 21 anni fa”, allora basata esclusivamente sulla sicurezza. Grandi sviluppi sono attesi al vertice SCO del mese prossimo ad Astana.
Sergey Glazyev, ministro della macroeconomia presso la Commissione economica per l’Eurasia, parte dell’UEE, ha elogiato la progressiva integrazione UEE-SCO e il rapido sviluppo delle transazioni in panieri di valute nazionali, qualcosa che “10 anni fa era incontestabile”.
Ha ammesso che anche se la GEP non è stata ancora formalizzata, i fatti sul campo stanno dimostrando che l’Eurasia può essere autosufficiente. Il GEP è forse in fase iniziale, ma sta facendo avanzare rapidamente il processo di “armonizzazione del libero scambio
Un’altra sessione chiave a San Pietroburgo ha riguardato proprio il collegamento UEE-ASEAN. I 10 paesi dell’ASEAN costituiscono già il quarto blocco commerciale più grande del mondo, muovendo 3,8 trilioni di dollari e il 7,8% del commercio globale all’anno. L’UEE ha già un accordo di libero scambio (FTA) con il Vietnam e ne sta concludendo un altro con l’Indonesia.
E poi c’è l’Asia nordorientale. Il che ci porta alla visita rivoluzionaria del Presidente Putin nella Repubblica Democratica Popolare di Corea.
Un nuovo concetto di sicurezza in Eurasia
Si è trattato di un viaggio d’affari epico. La Russia e la RPDC hanno firmato nientemeno che un nuovo Accordo di partenariato strategico globale.
Per quanto riguarda gli scambi commerciali, ciò consentirà un rinnovato flusso verso la Russia di armi della RPDC – dai proiettili d’artiglieria alla balistica -, di minerali magnetici, di industria pesante e di macchine utensili, nonché il passaggio di un esercito di specialisti IT altamente qualificati.
Kim Jong-un ha definito l’accordo “pacifico” e “difensivo”. E molto di più: diventerà “il motore principale che accelera la creazione di un nuovo mondo multipolare”.
Per quanto riguarda l’Asia nordorientale, l’accordo rappresenta niente di meno che un totale cambiamento di paradigma.
Innanzitutto, si tratta di due attori di politica estera indipendenti e sovrani. Non saranno ricattati. Si oppongono totalmente alle sanzioni come strumento egemonico. Di conseguenza, hanno appena stabilito che non ci saranno più sanzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU sulla RPDC promulgate dagli Stati Uniti.
La clausola chiave che stabilisce l’assistenza reciproca in caso di aggressione straniera contro la Russia o la RPDC significa, in pratica, l’istituzione di un’alleanza politico-militare – anche se Mosca, cautamente, preferisce affermare che “non esclude la possibilità di una cooperazione tecnico-militare”.
L’accordo ha completamente scioccato Eccezionalistan perché è un rapido contrappasso non solo contro i disegni globali della NATO, ma contro lo stesso Egemone, che per decenni ha stretto un’alleanza politico-militare completa sia con il Giappone che con la Corea del Sud.
Traduzione: d’ora in poi non ci sarà più alcuna Egemonia politico-militare nell’Asia nord-orientale – e nell’intera Asia-Pacifico. Pechino ne sarà entusiasta. Quando si parla di un cambiamento strategico. Ottenuto senza che sia stata sparata una sola pallottola.
Le ripercussioni saranno immense, perché un concetto più ampio di “sicurezza” si applicherà ora anche all’Europa e all’Asia.
Quindi complimenti, in pratica, a Putin statista che avanza un nuovo concetto integrato e globale di sicurezza eurasiatica (corsivo mio). Non c’è da stupirsi che l’Occidente collettivo, mentalmente menomato, sia sbalordito.
Gilbert Doctorow ha giustamente osservato come “Putin considera ciò che la NATO sta per fare ai suoi confini occidentali come l’atto stesso di aggressione che scatenerà il partenariato strategico della Russia con la Corea del Nord e presenterà agli Stati Uniti una minaccia viva per le sue basi militari” in Corea, in Giappone e nell’intera Asia-Pacifico.
E non importa affatto se la risposta russa sarà simmetrica o asimmetrica. Il fatto cruciale è che il “contenimento” statunitense del partenariato strategico Russia-Cina si sta già disfacendo in tempo reale.
In termini di buon auspicio, in stile Eurasia, ciò che conta ora è concentrarsi sui corridoi di connettività. È una storia iniziata nelle precedenti edizioni del forum di San Pietroburgo: come collegare la RPDC all’Estremo Oriente russo, e oltre, alla Siberia e all’Eurasia in generale. Il concetto fondante della RPDC di Juche (“autosufficienza”, “autonomia”) sta per entrare in un’era completamente nuova – parallelamente al consolidamento della NSR nell’Artico.
A tutti servono rompighiaccio – in più di un senso.
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