Bambini (Universali e Particolari)
Esiste una significativa distinzione tra chi viene commemorato con nome cognome e chi invece no. Nome e cognome danno un identificativo unico ed inequivocabile, mentre l'anonimato fa scendere l'identità nelle sabbie mobili dell'impersonale che facilmente scivola verso l'ignoto (monumento al milite ignoto, ad es.). Si tratta, insomma, di distinguere tra Universali e Particolari, dove questi ultimi godono di privilegi che all'Universale vengono negati.
Se nomino quindi Martin Richard sto dando un volto ed una nazionalità al bambino ucciso nell'esplosione della maratona di Boston. Al contrario non vengono mai menzionati nomi e cognomi dei bambini uccisi nelle varie zone di guerra. In Afganistan, ad esempio.
Quello che ci si può aspettare, al massimo, sono frasi di circostanza per la morte dei piccoli, magari condite da parole di rammarico, ma mai le generalità dei bambini uccisi. [1]Come se questi non avessero identità, o meglio come se l'impero mediatico si rifiutasse di veicolare l'idea che il democratico Occidente possa uccidere bambini veri, con nomi e cognomi e famiglie che li accudiscono. I terroristi (che provengono per definizione dai bassifondi dell'Impero) uccidono persone “vere”, mentre l'Impero uccide persone “impersonali” o ignote, questa è l'idea di fondo.
Ho cercato su Google “bambini uccisi Afghanistan” e la lista degli articoli è molto lunga. Tra questi spicca quello dell'UNICEF, che denuncia come un totale di 1.756 bambini sono stati uccisi o feriti a causa del conflitto in Afghanistan soltanto nel 2011 (una media di 4,8 bambini al giorno).[2]
Il che significa 5 maratone di Boston al giorno con relative bombe che esplodono. L'Unicef pare sappia quali sono le cause di tali stragi di innocenti: “I bambini sono stati utilizzati per attacchi suicidi, per posizionare ordigni esplosivi e portare viveri ai gruppi armati.”
Ecco scoperta l'origine dell'uccisione quotidiana di quei 5 bambini dalla pelle scura. La colpa ricade sempre sui terroristi. Nessun cenno ai raid NATO, l'ultimo dei quali ha ucciso 11 bambini e due donne.[3]
Nessun nome e cognome per queste innocenti vittime. Tutto viene lasciato nel limbo dell'Universale, nel nome della eterna lotta tra Bene e Male, dove solo i paladini del Bene hanno precise generalità, riprendendo un tema caro alla narrazione romantica: solo l'eroe ha connotati precisi.
E così mentre del povero Martin sappiamo tutto, delle vittime “altre” di simile età non sappiamo niente. Le guerre asimmetriche si combattono anche su questo piano di lettura, esaltando le caratteristiche di chi appartiene al Mondo del Bene ed ignorando completamente le caratteristiche di chi non appartiene a tale Mondo. Forse l'aspetto più inquietante delle moderne guerre asimmetriche è rappresentato dai droni: macchine mortali teleguidate da una comoda poltrona situata in una zona assolutamente sicura, lontana migliaia di chilometri dal conflitto. Sono 178 i bambini uccisi dagli attacchi dei droni statunitensi nelle zone di confine del Pakistan e Afghanistan. “Se uccidiamo casualmente una bambina di quattro anni è solo per impedire che un bambino americano di quattro anni venga ucciso qui da un attacco terroristico” afferma Klein, un sostenitore Obama.[4]
Con un non sequitur degno della peggiore propaganda goebbelsiana, Klein sta dicendo a chiare lettere che la vita di un bambino “altro” non ha alcuna possibilità di valere quanto la vita di un bambino imperiale. A livello di prevenzione la loro uccisione rappresenta dunque un episodio giustificabile. L'Occidente, agendo nel nome e per conto dell'Occidente, reputa che nessuna bambina di quattro anni possa rappresentare un ostacolo alla realizzazione di qualsivoglia volontà occidentale.
Conseguentemente il nome di quella bambina di quattro anni non verrà mai citato nella nella stampa occidentale, tutta tesa a sostenere l'inutilità di quella vita se paragonata a quella di un suo coetaneo imperiale. Bambina ignota, al contrario del coetaneo imperiale.
La retorica della propaganda mediatica è molto semplice: si tratta di tracciare la linea che divide chi appartiene alla “nostra” realtà e chi invece vive distante dal Mondo del Bene. I dettagli (foto e dati personali) rappresentano un lusso che viene concesso solo a chi ha il passaporto giusto. Chi non ce l'ha finisce immancabilmente nel gran calderone dell'indecifrabile impersonale e quindi dell'ignoto. La logica è quella di “occhio non vede, cuore non duole”. Ovviamente si versano fiumi di parole sui diritti dei minori, ci mancherebbe. Basta che siano valori universali. Quando si scende nel particolare tutto cambia. Quella bambina di quattro anni avente nome, cognome e nazionalità precisa, perde ogni diritto dato che non compare nel database imperiale.
Viene svelato così un aspetto importante della battaglia millenaria tra Universali e Particolari, e sul rispettivo ruolo. Se il diritto alla vita appartenesse ad ogni bambino (dichiarazione universalista) quei 5 bambini uccisi quotidianamente in Afganistan riempirebbero le pagine di giornali e tiggì, e la storia di Martin Richard sarebbe solo una triste storia tra tante. Quel giorno a Boston sarebbe stato uno tra i tanti in cui bambini, con cognomi e nazionalità precise (dichiarazione particolarista), vengono uccisi dalla criminale volontà di qualche adulto. E invece no. Per la Société du spectacle l'uccisione di un bambino afgano da parte di un drone non è “spettacolabile”. La spettacolarizzazione di quelle morti è fortemente diseducativa per l'attuale regime propagandistico perchè mette sullo stesso piano la vita di chi vive all'interno dell'Impero con quella di chi vive ai suoi margini. Spettacolarizzare invece la morte di un bambino “dei nostri” tra tanti che muoiono alle periferie dell'Impero ha il significato di riportare al centro del discorso mediatico il valore sublime di tutto ciò che avviene nel cuore dell'Impero stesso.
Tutto ciò che attiene all'Impero, quindi, è Particolare e dettagliatissimo, mentre tutto ciò che gli è estraneo è Universale e scarsamente definibile.
Nelle paludi dello scarsamente definibile è possibile che si sviluppino concetti come i Diritti Umani che permettono a Bombe Intelligenti di sventrare bambini con identità ben definite nel nome di criteri non facilmente definibili come Democrazia e Libertà.
Gli Universali sanno fare a pezzi i Particolari nel nome di quell'universalità che ci accompagna ormai da qualche millennio.
“La dichiarazione universale dei diritti dell'uomo si applica ai popoli di ogni paese, quale che sia il loro retaggio culturale, perché tutti gli esseri umani hanno una comune aspirazione alla libertà, all'uguaglianza e alla dignità.”
Tenzin Gyatso, alias il Dalai Lama
„
[2]http://www.unicef.it/doc/3978/afghanistan-aumenta-numero-bambini-vittime-del-conflitto.htm
[4]http://www.osservatorioafghanistan.org/2012/12/la-morte-dei-bambini-che-non-fanno-notizia/
Gran bell'articolo. Bisognerebbe diffonderlo ovunque.
Concordo con SARMATA