Il virus bipolare di ultima generazione: ius soli o ius sanguinis?
Stefano D'Andrea
E’ come se una forza irresistibile, silenziosa, sconosciuta, probabilmente composita ci spingesse inesorabilmente verso una rappresentazione della realtà in forma estremamente semplificata e quindi distorta.
Sotto il profilo politico, secondo alcuni o si è di destra o di sinistra. Per altri, si è di centrodestra o di centrosinistra. Per altri ancora il discrimine è tra chi è contro la casta e chi vota partiti che esprimono la casta. Nel campo della politica, la semplificazione binaria è stata voluta e dichiaratamente perseguita: per tanti anni abbiamo avuto soltanto “due poli”.
Una patologia gravissima è penetrata nel corpo sociale: il bipolarismo cronico e pervasivo. Molti sono i virus che alimentano la malattia.
Solo un malato può desiderare che la società esprima soltanto due poli politici, ossia teoricamente soltanto due proposte politico-programmatiche. Come si può ragionevolmente negare che sarebbe meglio che la nostra società esprimesse dieci “poli”, diversi per posizioni, per argomentazioni, per priorità o per composizione sociale? E come stabilire se è di sinistra la persona che milita per i diritti civili e la laicità dello Stato ed è di fatto disinteressata alla reintroduzione del controllo politico sull’economia, salvo le canoniche formule buoniste ed equitative, ovvero se è di sinistra la persona che vuole reintrodurre scala mobile, stabilità del rapporto di lavoro, equo canone e controllo amministrativo sui capitali e di fatto si disinteressa ai diritti civili e alla laicità dello Stato? Questi due tipi di persone, così frequenti da incontrare, già scardinano lo schema semplificato destra-sinistra. Ma l’evidenza non intacca la convinzione dei malati di bipolarismo cronico.
Sotto il profilo teorico, si è per il socialismo o per il capitalismo. Internazionalisti o nazionalisti. Se si pone in discussione uno solo dei diritti civili, si è conservatori, altrimenti si è progressisti.
Il fanatismo è dunque uno dei sintomi del bipolarismo cronico e pervasivo.
In realtà, non ha senso chiamare capitalismo un sistema in cui beni e servizi, in percentuale superiore al 55%, non vengono scambiati come merci, bensì come diritti e, al contempo, designare con il medesimo termine un sistema in cui soltanto il 15% dei beni e dei servizi è scambiato nella forma dei diritti. Perché designare con il medesimo termine realtà diversissime? Soltanto perché nessuna delle due coincide con l’idea astratta di socialismo?
La dicotomia più assurda è poi nazionalismo-internazionalismo. L’inter-nazionalismo, come dice la parola, è un rapporto tra nazioni e dunque implica e non esclude gli Stati nazionali. Ma i fanatici moderni non accettano l’evidenza; figuriamoci se possono convenire che le parole sono pietre. Ecco allora che chiunque sia favorevole a riconquistare la sovranità nazionale diviene un nazionalista e l’internazionalista è per forza di cose soltanto colui che è contro gli stati nazionali europei. Tutto è così assurdo che nessuno si chiede per quale ragione l'internazionalismo presupporrebbe il desiderio di scomparsa degli stati nazionali europei e non, che so, degli Stati Uniti, del Brasile, dell'India e dell'Argentina.
Da un punto di vista logico, si può essere sfavorevoli all’inseminazione eterologa ma favorevoli alle unioni civili; e favorevoli alle unioni civili ma sfavorevoli ad attribuire rilevanza alla cosiddetta famiglia di fatto; si può essere favorevoli alla procreazione assistita ma sfavorevoli all’impianto di tre embrioni; o favorevoli all’impianto di tre embrioni ma sfavorevoli all’embrioriduzione. Eppure sono pochissime le persone che hanno posizioni articolate, nonostante le combinazioni tra le possibili prese di posizione siano infinite. Tendenzialmente o si è per tutti i diritti civili, e allora si è progressisti, o, se si pone in dubbio anche un solo diritto civile, si scivola nella categoria dei conservatori.
Pochi giorni fa è stato iniettato nel corpo sociale un virus bipolare di ultima generazione: ius soli o ius sanguinis?
Chi si avvicini alla materia muovendo dalla disciplina normativa si accorge subito che quest’ultima è complessa e non riconducibile unicamente ad un principio. Allo stesso modo, chi si interroghi sui problemi, si avvede che sono meritevoli di riflessione fattispecie diversissime, per la disciplina delle quali la rigida alternativa ius soli–ius sanguinis è una semplificazione demenziale. Ma tant’è. Coloro che discutono di politica sono ideologicamente fanatici. Perciò è bastato che la ministra lanciasse la proposta per scatenare il fanatismo. Abbiamo così avuto occasione di scoprire che il principio dello ius sanguinis è “di destra”, sebbene non risulti che nei decenni passati sia stato mai contestato da Gramsci, Togliatti, Terracini, Longo, Berlinguer, Nenni o De Martino (chi è stato secondo voi l’intelligentone che ha espresso questa sciocca posizione? Colui del quale ho sempre scritto che non vale nulla, ovviamente). E addirittura Cremaschi, credendo evidentemente di appartenere ad una razza pura, ha asserito che “
Insomma, la sinistra moderna si erge a razza moralmente superiore e qualifica "di destra" e "immorale" tutta la tradizione politica italiana, compresa quella di sinistra (vera e nobile). Ma la sinistra moderna non ha colpe. Abbiamo capito che ad essere malata è l'intera società. E la malattia si chiama bipolarismo cronico e pervasivo.
Giusta riflessione, e anche divertente.
D'altro canto la persecuzione del pensiero unico ( o dell'ideologia dell'identico ) non può che tendere a ridurre i punti di vista.
E passare da n a due è un gran salto verso uno.
"la persecuzione "del pensiero unico……..
Chiedo scusa, ovviamente " la prosecuzione" del pensiero unico…..
Vedesi il paradosso dei gelatai, http://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_dei_due_gelatai
simpatico il paradosso.
Un articolo egregio, cioè fuori dal gregge. Grazie a Stefano D'Andrea per il suo acume. Chi ne ha interesse può ritrovare queste idee, ed un dibattito di alta qualità, anche nella pagina FB: http://www.facebook.com/pages/Di-sinistra-e-antirazzista-ma-contro-linvasione-straniera/177243485687414