La scommessa del M5S
Un nuovo partito o movimento politico può influenzare la legislazione nazionale in due modi:
a) andando al potere o creando negli avversari il timore che esso possa andare al potere. Quando gli avversari hanno questo timore, il nuovo partito di fatto influisce sulla legislazione nazionale, sia pure indirettamente, perché saranno gli avversari ad appropriarsi, magari in parte distorcendoli, dei temi e delle soluzioni proposti dal nuovo partito.
b) lavorando incessantemente per costruire maggioranze su singoli provvedimenti; per ottenere amicizie e simpatie tra i parlamentari di altri partiti; scoprendo i punti deboli, o gli ideali che non riescono a esprimersi negli schieramenti avversari e quindi creando divisioni. Svolgendo dunque il lavoro politico-diplomatico classico.
Il M5S non è andato al potere, non ha fatto sorgere negli avversari il timore che in seguito possa andare al potere e rifiuta per principio la classica politica diplomatica (c'è addirittura qualche parlamentare pentastellato che rifiuta di stringere la mano agli avversari politici e magari nemmeno li saluta o guarda negli occhi). .
Segue che il M5S ha deciso di essere ininfluente sotto il profilo politico legislativo. Nessun problema; è una scelta che può rivelarsi felice per un partito rivoluzionario.
Infatti, è possibile utilizzare il Parlamento non per incidere sulla legislazione nazionale, bensì per "parlare al popolo" e per dimostrare con i fatti che gli avversari si sbagliano quando credono di avere davanti dei polli incapaci di far crescere il consenso che Grillo e Casaleggio hanno creato.
Hanno ragione gli avversari e il M5S è destinato a restare un movimento politico totalmente ininfluente o è giusta la strategia dei pentastellati?
Per aver ragione i pentastellati dovrebbero in primo luogo uscire dalla rete, avere sedi, comunque andare a parlare con i cittadini del territorio che nemmeno li conoscono. Ciò ovviamente non basta, perché essi dovranno poi apparire affidabili, credibili, capaci, determinati, furbi, affascinanti, affabulatori, vincenti. Tuttavia uscire dalla rete è comunque la condizione necessaria anche se non sufficiente.
Concordo pienamente. Io ho votato i 5 stelle una volta e non lo farò mai più. Dilettanti allo sbaraglio (ma questo non è un male) guidati da un duo ambiguo Grillo-Casaleggio (per non dire peggio) e con i primi portavoce (l'orrida Lombardi ed il chierichetto Crimi) da far venire il voltastomaco.
Non ci siamo. Torno decisamente all'astensione per qualche altro decennio.
Sarmata,
Tra un paio di anni potrai votare Tonguessy o magari me. Se le elezioni non ci saranno prima di due anni – e non ci saranno – potremo votare sovranista.
Sarebbe un piacere tornare a votare con convinzione e quello che può uscire da queste pagine è l'unica prospettiva accettabile.