I difetti della fiera
di FERDINANDO PASTORE (Pagina FB)
Se organizzi una fiera del libro e la chiami “Più libri, più liberi”, ma concedi gli stand a pagamento, non cerchi alcuna libertà perché vince la logica del capitale e del consumismo. Chi paga e chi vende ha ragione. Difficile argomentare poi di antifascismo, di differenze valoriali e di direzione culturale dell’evento.
Molto difficile poi essere antifascisti a corrente alternata. Per esempio cantare Bella Ciao a petto in fuori dentro la Nuvola di Fuksas e, contemporaneamente, osannare un bel dibattito tra donne ad Atreju; donne che poi votano assieme leggi dalla dubbia legittimità costituzionale.
E in più, risulta a dir poco schizofrenico glorificare l’antifascismo e volere più armi, più soldi per lo Stato ucraino che i nazisti li ha nel suo apparato decisionale, nelle sue truppe militari, nel suo immaginario e per le strade delle sue città. Non è solo questione di ipocrisia, ma anche di scarsa capacità di lettura della realtà, per i tanti in buonafede e di bieco opportunismo, per i grandi strateghi dell’americanismo di sinistra.
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