I profili interno ed estero della crisi egiziana
Stefano D'Andrea
A chi voglia cercare di capire cosa sta accadendo in Egitto, segnalo alcuni link.
Distinguo il lato estero, ossia i rapporti con gli altri stati, dal lato interno.
Intanto un'analisi geopolitica. Il presupposto dal quale muove l'autore è che l'esercito egiziano sia una forza a sé stante: un coaervo di interessi e di visioni geopolitiche autonomo, che non può tollerare di perdere il potere decisionale sulle questioni strategiche: il governo "democratico" assieme ai fratelli Musulmani avrebbe comunque ridotto o limitato quel potere decisionale: Morsi non ha accettato di essere un fantoccio dell'esercito e ha proseguito con radicalità nella direzione desiderata dalla Fratellanza Musulmana: presa del potere e reislamizzazione. Sulla base di questo presupposto, implicito ma evidente, l'esercito si sarebbe mosso con autonomia dagli Stati Uniti. La rottura tra l'esercito e gli Stati Uniti sarebbe reale e definitiva. La Russia sarebbe il candidato naturale ad "aiutare" l'Egitto.
http://www.geopoliticalcenter.com/2013/08/obama-abbandona-legitto-el-sisi-guarda-a-mosca/
L'ipotesi sembra trovare una conferma in una dichiarazione del portavoce dell'ambasciata egiziana a Mosca: http://italian.ruvr.ru/2013_08_15/LEgitto-spera-nellaiuto-della-Russia/. Ma deve trattarsi di un "discorso" pubblico se l'idea di sostenere l'esercito, promuovere una repressione durissima, far fuori "per sempre" la Fratellanza Musulmana, abbandonare l'alleanza con gli Stati Uniti e creare una nuova alleanza tra Egitto, Russia e Cina è sostenuta anche da giovani studenti che hanno "promosso" la "rivoluzione egiziana" (http://www.linkiesta.it/giovani-egiziani-laici-guardano-a-putin).
L'interesse di Mosca, ovviamente, prescinde da chi sia al potere in Egitto. Qui si può leggere un'analista che proponeva la medesima soluzione pur con Morsi al potere (l'articolo è del 9 luglio 2012): http://www.geopolitica-rivista.org/18262/il-nuovo-egitto-e-la-russia/
Per quanto riguarda il profilo interno, non posso credere che i quadri della Fratellanza (non i leader, che verranno arrestati o condannati a morte) accetteranno di essere esclusi per sempre dalla vita politica. La reislamizzazione delle società arabe è un fenomeno reale, che non incontra eccezioni (Tunisia, Egitto, Iraq, Siria). Esistono forze, certamente portatrici di concreti interessi materiali, che tuttavia sono storicamente destinate a promuovere la reislamizzazione. La Fratellanza perderebbe la sua ragion d'essere se, con l'aiuto dei salafisti, non decidesse di lanciare una guerra civile, magari inizialmente in forma latente: https://www.appelloalpopolo.it/?p=9315. Potrebbero servire un paio di anni per organizzarla ma a mio avviso la guerra civile ci sarà.
Tuttavia, un acuto egiziano che vive in Italia e che si era disperato al momento della cacciata di Mubarak, in un articolo intitolato significativamente "Egitto, è l'ora del terrore", sostiene che l'Egitto possa evitare la guerra civile, adottando la "cura Nasser"; non che egli la desideri (o forse si, come male necessario): sostiene che la cura Nasser sarà applicata (la figlia di Nasser ha pubblicamente invitato El sissi a candidarsi come presidente). Cos'è la cura Nasser? Cura Nasser significa tutto ciò: "l'unico rimedio e' dichiarare la legge marziale, e istituire tribunali speciali con condanne capitali immediatamente esecutive nei confronti di alcuni leader, in modo da costringere i rimanenti dal carcere a bloccare il piano eversivo che prevede di distruggere il paese nel caso non siano loro a governare. Ha funzionato negli anni 50 con i fratelli, negli anni 90 con i qaedisti, che poi sono i loro amichetti, giochi di ruolo (moderati vs estremisti) a parte. E funzionera' ancora" (http://salamelik.blogspot.com/2013/08/piangono-e-pregano.html). Non dubito che l'autore abbia ragione quando sostiene che tutti i secolaristi, compresi gli islamici non islamisti, sostengono il colpo di Stato (l'autore rifiuta questa qualifica ma essa è oggettiva e prescinde da ogni valutazione di merito). Tuttavia, il rischio della guerra civile risiede proprio nella drastica rottura tra secolaristi e islamisti.
Insomma, sotto il profilo interno, l'alternativa per l'Egitto è legge marziale, tribunali speciali, condanne capitali immediatamente esecutive e carcere a vita per i leader della fratellanza oppure la guerra civile, che però potrebbe verificarsi anche in caso di cura Nasser. Mentre, sotto il profilo esterno Russia, Israele e Arabia Saudita potrebbero avere interesse a sostenere l'esercito per realizzare i propri fini strategici o comunque per impedire che la Fratellanza li pregiudichi. Incerti rimangono ruolo e posizione degli Stati Uniti. Il dubbio che comincia a sorgere è che Obama si stia rivelando il peggior presidente degli stati uniti anche dal punto di vista dell'apparato industriale-militare statunitense, che la democrazia americana è chiamata a difendere: un soggetto gravemente depresso e inconsistente messo a capo dell'impero. Una specie di Gorbaciov (https://www.appelloalpopolo.it/?p=484).
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