di Stefano D’Andrea e Tonguessy Riconquistare la Sovranità
Sabato 23 giugno si è svolto a Roma, dalle ore 10,00 alle ore 17,00, un incontro nazionale di iscritti all’ARS, di simpatizzanti e di semplici curiosi. Circa settanta persone hanno partecipato alla riunione, anche se alcune nella sola seduta meridiana e altre nella sola seduta pomeridiana. C’era ovviamente il gruppo romano dell’ARS; gli altri aderenti all’ARS provenivano da Torino, Padova, Imola, Bologna, Benevento, Bari, Taranto, Parma, Avezzano, Vittorio Veneto, Rieti, Aprilia e Piacenza. Anche tra i simpatizzanti, alcuni provenivano da fuori Roma. E due di essi, a conclusione dell’incontro, hanno aderito all’ARS, la quale ha così messo radici a Salerno e a Velletri. Le nuove tessere, invero, sono state tre, perché anche un romano ha deciso di iscriversi.
La riunione è iniziata – un po’ in ritardo rispetto all’orario programmato – con la presentazione degli associati. Ciascun associato si è presentato agli altri e agli esterni. E’ stata il primo incontro “reale” di un numero consistente di associati, i quali, presentandosi, hanno esposto la ragione che li ha spinti ad aderire.
Dopo che gli associati si sono presentati, in qualità di presidente dell’ARS, ho illustrato il progetto dell’associazione ai simpatizzanti e ai curiosi. Ho così avuto modo di spiegare: perché abbiamo costituito un’associazione e non un movimento; perché abbiamo optato per una struttura associativa nuova, anziché iscriverci in gruppo a un’associazione già esistente; la funzione che svolge il Documento di analisi e proposte, il quale è parte integrante dell’atto costitutivo e perciò è accettato da ogni associato anche nelle limitate parti in cui eventualmente non sia condiviso; il carattere inclusivo della nostra associazione; l’idea che la rete sia un trappola; alcune proposte per uscire dalla rete; in particolare, alcune modalità di organizzazione degli incontri-convegni.
Con riguardo agli incontri-convegni, è parso che il punto debole del nostro iniziale progetto consista nel non aver calcolato che il militante dell’ARS, isolato nella cittadina italiana nella quale vive, per una o altra ragione, possa avere difficoltà nel costituire il nucleo di associati e quindi nel trovare un modo proficuo di militare. Costituito il nucleo di tre persone, tutto si può fare agevolmente (organizzazione di incontri, volantinaggi, partecipazione a iniziative di altri gruppi). Fin quando si è soli, si è condannati all’inazione, salvo la ricerca di nuovi associati tra le persone conosciute.
Perciò ho avanzato la proposta di contattare altre associazioni o movimenti, tutti riconducibili al filone sovranista, eventualmente diversi dall’ARS perché sottolineano l’elemento identitario o, al contrario, perché declamano chiaramente il socialismo. Naturalmente deve trattarsi di associazioni che non rinneghino la Costituzione Italiana, accolgano il principio democratico, e non sposino posizioni razziste. Pertanto, là dove saremo capaci, organizzeremo gli incontri-convegni in piena autonomia; là dove saremo privi di forze sufficienti, organizzeremo gli incontri cittadini assieme ad altre associazioni.
Infine, ho ipotizzato una forma organizzativa diversa da quella adottata nei primi tre mesi, la quale è stata dettata dalla necessità di marciare senza discutere. In particolare, molte funzioni che in questi tre mesi ho svolto io dovrebbero far capo ad altri membri del Comitato Direttivo. Ho suggerito che Truman e Tonguessy amministrino e curino il Forum, avvalendosi di tutti gli associati che intendono contattare; che Maura Potì e Luciano Del Vecchio amministrino e curino il gruppo facebook, sempre avvalendosi di tutti gli associati che intendono coinvolgere; che Francesco Labonia e Dario Romeo coordino i gruppi di studio e approfondimento; che Stefano Rosati dia l’apporto di diritto amministrativo ai gruppi di studio che lo chiederanno; a me ho riservato l’organizzazione e il coordinamento degli incontri cittadini. Ciascun membro del Comitato Direttivo curerebbe in piena autonomia il settore ad esso affidato e ne sarebbe responsabile. A distanza di tre o quattro mesi, il Comitato Direttivo eserciterà il controllo sulle diverse attività, dando, eventualmente, indicazioni. Il Comitato Direttivo si riunirebbe, via skype, ogni quarantacinque giorni. A turno i membri redigeranno il verbale e dopo aver ottenuto l’approvazione dagli altri membri, lo collocheranno sull’apposito spazio del forum. In linea di principio uno spazio riservato nel forum dovrebbe sostituire le email per tutte le comunicazioni pubbliche tra soci e Comitato Direttivo.
Dopo la pausa pranzo la riunione è proseguita con il dibattito, che si è svolto lungo due direttrici. La prima, interna all’ARS, la seconda, relativa al rapporto con i sostenitori della MMT. Non pochi di questi ultimi, infatti, erano presenti alla riunione. Sotto il primo profilo, un resoconto del dibattito lo ha scritto Tonguessy, al quale lascio la parola:
“Fermo restando la piena aderenza dell’ARS ai dettami costituzionali, così come stigmatizzata nel libretto consegnato a direttivo e soci, è stata da più parti rilevata la necessità di approfondire maggiormente gli aspetti politico-programmatici dell’associazione.
Tali aspetti, nella valutazione di alcuni, dovrebbero essere il frutto dell’elaborazione di documenti stilati da differenti gruppi di lavoro nelle varie aree di studio quali: agricoltura; sanità; energia; politica estera; università ed istruzione; economia; industria; immigrazione; e così via.
Si auspica quindi la formazione di tali gruppi di studio (magari con la partecipazione di esperti esterni all’Associazione) che elaborino documenti che, in piena conformità con lo spirito dello statuto ARS, aiutino soci e persone a comprendere meglio cosa intendiamo concretamente proporre.
E’ stato poi discusso sull’opportunità di esporsi in discussioni con formazioni politiche che, pur avendo della sovranità un punto importante nel proprio programma, si distanziano grandemente dall’ARS su questioni come l’immigrazione o onorare il 25 Aprile. Proprio per la volontà di evitare i settarismi, ci si interroga sull’opportunità di avvicinarsi a quei gruppi settari che, avendo poco rispetto per alcuni passaggi chiave della nostra Costituzione, potrebbero mettere a rischio la credibilità dell’ARS. Si è discusso quindi sulla necessità di mettere dei filtri che permettano di allontanare tali persone.
Una proposta è di affermare chiaramente, in uno dei prossimi documenti politico-programmatici di cui sopra, di come la Costituzione che intendiamo onorare sia il frutto della Resistenza, ed offra delle linee guida che permettono, se applicate correttamente, di allontanarci dalle sciagure che fascismo e nazismo hanno causato all’Europa e al Mondo intero. La mancata osservanza di tali linee guida stanno esponendo il Paese ai rischi di quelle derive.
Un’altra mia proposta è di stigmatizzare chiaramente come i migranti siano doppiamente vittime della globalizzazione: scacciati dalle loro terre e mai sufficientemente accolti nei paesi di destinazione. Stilare un documento dove si affermano i diritti dei cittadini del mondo a trovare accoglienza in quei Paesi che possano offrire soluzione alla fame e alle persecuzioni dovute alla colonizzazione e al saccheggio indiscriminate delle risorse delle loro terre, potrebbe definitivamente fugare ogni tentativo di adescamento.
E’ stato anche discusso sull’opportunità di schierarsi apertamente per l’uscita dall’euro.
Prendendo spunto dai punti programmatici di Syriza, si nota come, pur volendo rinegoziare ogni aspetto dell’adesione a Maastricht, non si forza mai la mano in tal senso e questo, forse, è stata la principale causa dell’impennata di consensi verso quel partito e del dimezzamento del KKE.
Il motivo di tali spostamento di voti sarebbe da imputare al Moloch mediatico che, senza se e senza ma, è totalmente schierato a favore dell’euro e mette in funzione meccanismi terroristici quando si paventano soluzioni antieuropeiste.
C’è però la possibilità di anticipare i tempi, ed un bel “L’avevamo già previsto, ed è stato scritto in tempi non sospetti” potrebbe giocare a favore della credibilità dell’ARS. Tutto sta a capire quali saranno i tempi del crollo dell’euro. La discussione è aperta”.
Infine, alcuni dei ragazzi che si stanno dedicando allo studio della MMT hanno posto domande e inizialmente sollevato il dubbio che il nostro programma sia lacunoso sotto il profilo delle proposte economiche. Essi hanno tuttavia ammesso di non aver letto l’opuscolo che abbiamo pubblicato e che avevamo lasciato su ogni sedia presente nella sala della riunione. Le distanze tra i soci dell’ARS e gli studenti della MMT, man mano che i dubbi si scioglievano e le diversità terminologiche si chiarivano, sono andate riducendosi e alla fine della riunione parecchi di questi ragazzi hanno dichiarato di apprezzare l’ARS, hanno constatato larga convergenza di punti di vista politici e hanno assicurato che la collaborazione certamente continuerà. Da parte nostra ci auguriamo che molti di essi, chiaramente animati da nobile spirito civico e desiderosi di militanza politica, nella quale inquadrare le loro idee economiche, aderiscano all’ARS, seguendo altri studenti della MMT che sono già entrati nell’ARS.
Concluso il dibattito, abbiamo distribuito gli opuscoli, contenenti il Documento di analisi e proposte e l’articolo Perché riconquistare la sovranità. La diffusione degli opuscoli sarà un modo per uscire dalla rete, far conoscere l’associazione e promuovere nuove adesioni. Ieri ne ho già consegnati sei, ricevendo, come offerta libera, complessivamente, trentasei euro. Non dobbiamo mai dimenticare che per l’ARS è vitale dimostrare di avere capacità di aggregare nuovi soci: è molto meglio giungere all’assemblea nazionale di gennaio in trecento, senza aver approfondito alcun tema, che aver approfondito tanti temi ed essere ancora in cento. Ovviamente, sarebbe ancora meglio giungere a gennaio in trecento ed aver approfondito altri temi. Ma la priorità è il numero di soci che si riescono ad aggregare sul fondamento del Documento di analisi e proposte politiche.
Stefano D'Andrea , sono l'utente di youtube TheTuttigiuperterra che ha avuto un scambio di opinioni con te poco tempo fa . Anche se rimango della mia idea , e quindi non avrebbe senso per me aderire alla vostra associazione , mi sento in dovere di scusarmi per l'idea sbagliata che mi ero fatto inizialmente su di te .
Complimenti a Tonguessy
ciao a tutti .
Dunque …
Forse non dovrei rompere le scatole e dovrei farmi soltanto i fatti miei.
Ma ho una semplice domanda da porre. La pongo e forse qualcuno risponderà (altrimenti pazienza).
Leggo nel resoconto di confronti fra sovranisti (l’espressione non è bellissima, ma neppure infamante) e MMT-ini.
Secondo Barnard è necessario "insegnare l'economia" alle varie signora Pina, o Rosalia, per sensibilizzare sul problema, giudicato cruciale perchè lui individua il principale strumento di dominazione, se non l'unico, del "vero potere" (come definisce le Aristocrazie globaliste) appunto nell'economia, in un evidente eccesso distorsivo di "economicismo". Ciò giustifica la sua adesione entusiastica alla Modern Money Theory, che riporta al Keynes della Teoria generale e della Teoria della moneta, al più filtrato dai postkeynesiani.
Ma insegnare l'economia a tutte le signore Pina, o Rosalia, è arduo e può non dare i risultati sperati (anzi, quasi sicuramente non li darà).
Voi sovranisti ponete l'accento (e questo ovviamente lo condivido) sulla necessità di riappropriare la sovranità monetaria (e credo anche quella politica, in generale). Vi è necessità di sovranità assoluta degli stati nazionali, in Europa, per arginare la distruzione del sociale, degli apparati produttivi e la disoccupazione che tende a cronicizzarsi. Il rullo compressore dell'euro, combinato con il debito degli stati colpiti dal rating, lo stesso espediente criminal-finanziario dello "spread con il bund", serve per mantenere il dominio di Mercati&Investitori e per rafforzare un governo privato sopranazionale (e questo dovrebbero comprenderlo anche i bimbi, ormai…)
Ma come è possibile ottenere un simile risultato – che definirei di portata storica – attraverso una pacifica associazione che provvede ai tesseramenti e che organizza, al più, incontri fra associati, dibattiti e conferenze? [ecco la domanda]
Eugenio Orso
Cao Eugenio,
la tua domanda ha una sola risposta: si prova ad entrare nella stanza dei bottoni e cambiare il corso della storia. Certamente non è l'unica soluzione possibile. Gruppi come Lotta Comunista stanno organizzandosi in un movimento extraparlamentare per essere pronti quando il caso il caso o la necessità lo richiederà.
Quindi esistono due possibilità, se si esclude la terza che è rimanere nell'attuale palude con sabbie mobili (per noi lavoratori): una riforma politica dal basso con forze nuove ed energie pulite, oppure una rivoluzione. Storicamente succede che le rivoluzioni abbiano luogo quando sono fallite tutte le speranze di ricambio e la situazione sociale è ormai disperata.
Pur non volendo sottovalutare lo stato attuale in cui versano i ceti bassi in Italia, mi sento di dire che siamo ancora lontani da prospettive rivoluzionarie: c'è ancora "troppo" benessere. Quando le Moldave saranno costrette a ritornare nel loro Paese di origine perchè gli Italiani prenderanno il loro posto da badanti a 1000€/mese allora saremo molto vicini alla rivoluzione. Fino ad allora temo sia solo un'ipotesi poco plausibile. Deve mancare il pane, insomma.
Ma c'è un altro motivo per cui preferisco credere nell'ascesa politica senza ricorrere alle armi: il rischio di un nuovo Robespierre.
Ci sono ottimi motivi per sperare bene: il crollo dell'euro che trascina il dollaro nel fango; il conseguente crollo dell'impero USA; lo sbandamento successivo e l'incapacità da parte dei media di accollarsi tutto l'onere di mantenere inalterato lo status quo. E così via.
Il rischio di una rivoluzione è stato testato a Londra l'anno scorso quando una massa di appartenenti al moderno Lumpenproletariat si sono dati al saccheggio di Iphone. Mancano quei vertici cha sappiano convogliare il dissenso verso i lidi giusti. Quindi non si tratta di insegnare economia alla signora Pina, ma di qualcosa di enormemente più complesso (allo stato attuale delle cose)
Mi fermo qui per brevità, ma ci sarebbero molte pagine da scrivere.
Eugenio,
come arrivi a un movimento di quindicimila persone e poi di centomila, che possa porsi eventualmente alla guida di una sollevazione o entrare in parlamento e riuscire a parlare al popolo, se non parti da un associazione di quasi ottanta persone (tanti siamo oggi; e coloro che sono più o meno attivi saranno una sessantina)? Quanti credi che fossero coloro che crearono nel 1921 il partito comunista? Quanti credi che fossero nel 1821 i patrioti italiani? Non è con lo sparare speranze rivoluzionarie che si fa un passo avanti. Soltanto con una lunga paziente, profonda, intelligente militanza, che guarda alla vita dei nostri figli, piuttosto che alla nostra, soltanto con il lungo e sistematico adempimento di doveri, si può ottenere qualche cosa. Mazzini vide la realizzazione di gran parte dei propri ideali dall'alto dei cieli nel 1947; e il pci, dopo essere stato pressoché completamente annientato già nel 1936 ebbe l'occasione storica nel 1943 (a ventidue anni dalla nascita), soltanto grazie a una guerra mondiale. Le condizioni storiche probabilmente anticiperanno il tempo dell'implosione. Ma se a quel tempo non esisteranno forze organizzate in grado di guidare la sollevazione, l'esito non potrà che essere una giunta militare o una qualsiasi forma di qualunquismo, che non garantirà nulla.
Non dobbiamo più fare ciò che ci piace fare. Dobbiamo fare ciò che siamo tenuti a fare.
Fabio, sono contento che si siamo intesi. Chi come me (e come molti altri, per fortuna) corre il rischio di assumere posizioni originali, che a prima vista (è il tuo caso) o ai poco profondi possono apparire ambigue, corre il rischio di essere frainteso. Tuttavia, se in venti anni abbiamo fatto soltanto passi indietro, dobbiamo anche capire ciò che abbiamo sbagliato, sotto il profilo dei valori difesi, della strategia e della tattica. Anche io, fino al 1998, ero favorevole all'unione europea, semplicemente perché non avevo riflettuto; non l'avevo studiata; non avevo capito cosa era; e ripetevo formule tralatizie nella mia parte politica. Seguici; può darsi che anche tu comincerai ad interrogarti su profili che davi per scontati; e magari tra un po' di tempo ti unirai a noi. Un abbraccio.
Sembra che l’ARS stia risolvendo la sua crisi di identità nel senso di qualificarsi definitivamente come movimento di sinistra patriottica, con conseguente adozione delle due mitologie identitarie annesse, quella risorgimentale e quella antifascista.
Perché vedi, Stefano, per quanto tu possa dire di rifiutare le soluzioni ‘identitarie’, nessun movimento politico può prescindere dall’adottarne una, e la mitologia nazional-patriottica o quella umanista sono prospetti identitari tanto in-fondati ed arbitrari quanto i loro omologhi.
L’associazione opera le scelte che le paiono più opportune; che pena però sentirti uscire con questo linguaggio felpato del “settarismo” che va scongiurato. Non ti conoscevo il politichese. Dì piuttosto che il tuo intento di unire tutti coloro che si oppongono al regime ha dovuto cedere dinanzi alla preponderanza di elementi di sinistra all’interno dell’ARD e all’esigenza di evitare faide che avrebbero distrutto in partenza la neonata associazione.
Vedi che avevo ragione a dirti che il mio ingresso nell’associazione avrebbe generato solo problemi? ;o)
E che bestialità, perdonatemi, sentirvi apparentare fascismo e nazismo alla dittatura odierna della finanza mondialista, che i due regimi hanno dedicato tutta la loro esistenza a denunziare e a combattere. Anche qui si coglie l’eco del tentativo di foggiarsi un’armatura mitogenica; infatti “il mito ha sempre natura drammatica. Esso concepisce il mondo come un grande dramma – uno scontro tra forze divine e demoniache, luce e tenebra, bene e male” (Cassirer). E quindi tutto ciò che si combatte dev’essere rappresentato (termine che svela l’intima connessione fra la dimensione politica e quella artistico-teatrale all’insegna dell’articolazione di images construites en vue de la formation des consciences – Sorel) come unito in un coacervo indistinto di negatività. Il mito marxista dell’identità di fascismo e capitalismo serve a questo.
Buona l’idea di imparare da Siryza nell’evitare la parola d’ordine dell’uscita dall’euro. Vi raccomanderei però, nel caso che il movimento conoscesse uno sviluppo vigoroso, di abbinare alla non-richiesta di uscita dall’euro una serie di condizioni dirimenti di minore impatto mediatico, ma calcolate per risultare inaccettabili alla dittatura finanziaria, in modo da ostacolare la tendenza a scivolare insensibilmente nel campo avverso. Non la sottovalutate; immaginate la sorpresa dei fondatori del PCI se avessero saputo che il partito, nell’arco di 80 anni, sarebbe diventato il più assiduo strumento di oppressione del popolo al servigio del capitale. Io in Germania ho visto i Verdi trasformarsi nell’arco di sette anni da partito antisistema in costola sinistra del governo Schoreder (l’equivalente del nostro Prodi).
Per il resto immagino che in un forum gestito da Tonguessy non ci sia spazio per una voce fuori dal coro. Un saluto a tutti coloro coi quali ho discusso, socializzato o polemizzato in questi mesi su Appello al popolo!
Lorenzo, hai scritto molte cose e meriti una risposta completa. Io però ti avevo invitato pensando che tu provenissi da destra. Non sapevo che fossi razzista. Il razzismo mlo hai rivelato dopo. Sul razzismo ti ho già detto cosa penso. Mi dispiace sinceramente che una persona intelligente come te abbia questa malattia (sai che per me è una malattia, almeno quando il razzista è una persona colta e intelligente; le tue ossevazioni non mi hanno convinto). All'ars hanno aderito anche alcune persone che provengono da destra. Il razzismo è un'altra cosa. Adesso devo andare. Replicherò alle tue ossrvazioni in modo analitico.
Lorenzo scrive: "Per il resto immagino che in un forum gestito da Tonguessy non ci sia spazio per una voce fuori dal coro. "
Ora non so in che modo sia saltata fuori l'idea che io non lascerei alcuna voce se non quella che piace a me. Forse Lorenzo si è dimenticato di quando, proprio qui su appelloalpopolo, sono stato attaccato da tale Mincuo. Non ho posto un veto, non ho chiesto agli amministratori di bannarlo nè ho evitato lo scontro.
Per me questa è la politica: sapere sempre confrontarsi con gli avversari. La guerra (o la censura preventiva) non appartengono alla mia idea di politica: sono metodi che ritengo inaccettabili.
Evidentemente siamo diversi anche su questo. E me ne compiaccio.
Lorenzo scrive "Non ti conoscevo il politichese. Dì piuttosto che il tuo intento di unire tutti coloro che si oppongono al regime ha dovuto cedere dinanzi alla preponderanza di elementi di sinistra all’interno dell’ARD e all’esigenza di evitare faide che avrebbero distrutto in partenza la neonata associazione".
Lorenzo io credo che tu e molti altri (anche tra gli iscritti all'ARS) finiate per essere bipolarizzati e credere che esista soltanto destra e sinistra e anzi soltanto destra e sinistra estrema. Rifiutare i razzisti, gli antidemocratici (stabilmente antidemocratici; a ognuno di noi è capitato in questi anni di dubitare almeno per un momento della democrazia), i sostenitori della volontà di potenza e coloro che non si riconoscono nella costituzione non significa che dentro l'Ars possano entrare soltanto coloro che sono di sinistra. Perché non dovrebbe entrare un cittadino che rimpiange l'era democristiana e le partecipazioni statali? Perché non dovrebbe entrare un cittadino che viene da famiglia repubblicana e voglia riscoprire le nobili idee politiche del nonno?
"E che bestialità, perdonatemi, sentirvi apparentare fascismo e nazismo alla dittatura odierna della finanza mondialista, che i due regimi hanno dedicato tutta la loro esistenza a denunziare e a combattere. Anche qui si coglie l’eco del tentativo di foggiarsi un’armatura mitogenica; infatti “il mito ha sempre natura drammatica. Esso concepisce il mondo come un grande dramma – uno scontro tra forze divine e demoniache, luce e tenebra, bene e male” (Cassirer). E quindi tutto ciò che si combatte dev’essere rappresentato (termine che svela l’intima connessione fra la dimensione politica e quella artistico-teatrale all’insegna dell’articolazione di images construites en vue de la formation des consciences – Sorel) come unito in un coacervo indistinto di negatività. Il mito marxista dell’identità di fascismo e capitalismo serve a questo".
Per quanto mi riguarda, non credo minimamente che fascismo e capitalismo siano identici e che il fascismo sia una delle forme del capitalismo. Il fascismo è statalista e dà luogo naturalmente a forme di capitalismo di stato (la dittatura militare cilena, per me, non aveva nulla di fascista, salvo che si trattava di una dittatura); se vincono alcune sue anime puà dar luogo anche a forme di socialismo corporativista. Il paragone sulla dittatura finanziaria, basata sulla democrazia mediatica e siulla possibilità di dire ciò che si vuole, stando drogati comodamente in poltrona davanti alla tv, con i figli storditi dai giochetti elettronici e il fascismo ovviamente non regge. Tutto questo non ha nulla a che vedere con l'ARS. Queste sono concezioni di singoli o di più associati. Ti ho già detto che nell'ARS c'è chi crede che la distinzione tra DESTRA E SINISTRA SIA SUPERATA; CHI PROVIENE DA DESTRA; CHI PROVIENE DA SINISTRA; CHI PROVIENE DAL CENTRO; CHI E' INCAPACE DI LEGGERE CON DISTACCO UN ARTICOLO DELLA LE PEN; CHI PUR PROVENIENDO DALLA ESTREMA SINISTRA SA APPREZZARE UN DISCORSO DELLA LE PEN. Nemmeno contano i numeri odierni. Conteranno i numeri quando, a dio piacendo, saremo cinquecento o mille.
"Buona l’idea di imparare da Siryza nell’evitare la parola d’ordine dell’uscita dall’euro".
Io questa idea non la condivido per niente. Noi non siamo un partito con il 16% che al secondo turno può prendere il 26%. Se ricorriamo alla tattica siamo sciocchi. Faremmo come faceva Alternativa. Fingeremmo di esistere e di essere rilevanti mentre ancora non abbiamo dimostrato di esistere. Noi non siamo soltanto per il recesso, che è previsto nel nostro atto costitutivo e non si abbandona con una opinione espressa in una riunione; siamo per tornare a qualche cosa di simile al vecchio mercato comune, con alcuni limiti precisati sempre nel Documento che fa parte dell'atto costitutivo.
Quella romana è stata una riunione. Nessuno ha deliberato o voleva deliberare. E' stato un momento di conoscenza, molto piacevole.
Non mi è chiaro se il tuo era un addio. In tal caso ti saluto e ti ringrazio di aver commentato con acutezza.
Non potendo confrontarsi a voce si creano gli equivoci più disparati; io fissato sulla dicotomia destra/sinistra, che le vedo come prospetti aggregativi perfettamente interscambiabili…!
Avevo preso il resoconto come una sorta di atto costitutivo; se è solo un riassunto sui temi in discussione, su cui ciascuno mantiene la propria opinione, le cose diventano più lasche. Ma quella sugli “elementi settari” è stata davvero una caduta di stile.
Se Tonguessy garantisce libertà di opinione continuerò a scrivere sul forum. Che una qualsiasi forma di aggregazione politica sia possibile senza santa inquisizione, ne dubito fortemente; al massimo sarà possibile tagliare il filo del microfono (Solgenitzin) anziché stringere il cappio al collo. Ma come approccio di moderazione va benissimo.
Da un iniziale fermo ma “neutrale” richiamo alla Costituzione – frutto di un confronto fra diverse culture che, allora, avevano compreso la necessità di produrre buone sintesi che badassero prima di tutto ad unire – si vorrebbe ora sottolineare che la stessa “sia il frutto della Resistenza” e che si debba “ onorare il 25 aprile”.
Questa non sarebbe di fatto una conventio ad escludendum?
E ciò, che avrebbe l’intento di evitare l’infiltrazione di gruppi settari ( caspita, siamo già così importanti ? ), non finirà invece per ridurre proprio l’ARS ad una setta o, se preferite, al solito gruppuscolo identitario di puri e duri?
Infatti, con queste premesse, quanto grande sarebbe il bacino potenzialmente raggiungibile dalla proposta di ARS visto che, al di là di ogni considerazione storica e politica, la Resistenza e il 25 aprile non sono più al centro dell’interesse delle persone ed in particolare dei giovani?
E nel momento in cui ARS si troverà prigioniera della dicotomia destra/sinistra come potrà, per dirla con Preve, ricomporre politicamente il terzo stato scisso ideologicamente in una falsa contrapposizione simbolica, che ricorda i guelfi ed i ghibellini e quindi destinato a fare il gioco delle oligarchie e del loro clero (il clero regolare, accademico-universitario, ed il clero secolare, mediatico-televisivo)?
Siamo quindi alle solite e cioè alla pretesa di voler combattere un nemico potentissimo selezionando le proprie, già scarse, truppe sulla base di una predeterminata legittimità ( irrevocabilmente sancita dalla storia? ).
Per quanto mi riguarda, ribadisco come sia prioritario stilare un documento che descriva dettagliatamente il “ nemico principale” e che ai volontari che accorrono per combattere tale nemico non si possa chiedere la carta d’identità politica.
In definitiva, far coesistere, come oggi ritengo imprescindibile, più anime nello stesso movimento comporta per tutti alcune rinunce – come per altro accennato nel Progetto.
Evidenziare una determinata anima innesca invece un inesorabile ed inesauribile meccanismo di ricorrenti distinzioni e divisioni che fanno solo il gioco del divide et impera.
Cordialmente, Emilio.
PS : per quanto riguarda l’immigrazione, gradirei che ne venisse sottolineato anche il ruolo di “esercito di riserva” del capitale, specificamente funzionale alla deflazione salariale e alla diluizione della coscienza sociale e della combattività delle nostre classi lavoratrici.
@Emilio:
La Costituzione non è un atto nato dal nulla. E' il regalo che i nostri Padri Costituenti hanno fatto a noi delle generazioni successive. Hanno fatto questo regalo (frutto di un confronto tra diverse culture come correttamente annoti) per evitare che i loro figli e nipoti dovessero confrontarsi con quelle problematiche che purtroppo loro dovettero subire.
Questioni come lavoro, dignità, guerra, diplomazia, casa, famiglia etc..trovano una risposta definitiva (nella speranza loro e nostra).
Ora quello che è emerso dalla riunione di sabato scorso è la volontà di onorare l'intento dei Padri e del sangue da cui nacque il loro importantissimo lavoro.
Forse tale volontà non è patrimonio comune. Me ne dolgo ma la mia strada è questa.
A meno che, ovviamente, non si dimostri che la Castituzione non è nata dalla lotta al fascismo e nazismo, e quindi il 25 aprile è solo un giorno qualunque. O peggio un giorno di lutto, come amano dire certi gruppi che usano il doppio gioco populista con lo scopo di attirare cittadini disillusi e poco informati verso i loro orizzonti politici.
@tonguessy: bravo mi stai facendo capire come funzionano i capi del gruppo direttivo e delle cose che vi possiate dire quando fate riunioni.(soprattutto dai commenti di "re e padroni")
Una cosa non capisco, perche' non sei con Pasquinelli nel Mpl?
@Simone: evidentemente per te andare incontro a guerre e miserie è una faccenda secondaria. Evidentemente per te le testimonianze in prima persona sono meno importanti delle costruzioni mentali, ed il sangue è meno significativo del pensiero.
In questo tuo ultimo commento hai infilzato una serie di non sequitur, giungendo (al solito) a commentare su di me, quando non è di me che si stava parlando, ma del rapporto tra Costituzione e Resistenza. Succede questo immancabilmente quando l'interlocutore non ha ormai nessuna argomentazione, e si affida al solito ad hominem per difendere quell'ideologia che gli appartiene ma che non riesce a difendere in pubblico, e con buona pace di chi ancora sostiene che le ideologie sono tramontate.
Simone,
quella romana non è stata una riunione del gruppo direttivo; bensì una riunione aperta a tutti gli iscritti e persino a simpatizzanti e curiosi.
Inoltre, sottolineo a te e ad Emilio che bisogna distinguere ciò che è parte dell'atto costitutivo, che ci vincola tutti, anche se non siamo d'accordo; e che si può mutare soltanto con determinete forme e in determinati luoghi; ed eventuali documenti che l'associazione approverà a maggioranza e che, all'interno della zona lasciata libera dall'atto costitutivo e dal Documento, prenderanno posizione su uno o altro tema. Accade in ogni partito che un iscritto sia contrario a una presa di posizione a una scelta tattica o a una svolta strategica. Infine, dai documenti approvati dall'assemblea ed estranei all'atto costitutivo e al Documento bisogna distinguere le opinioni di iscritti e dirigenti, espresse in riunioni o in altro luogo. Queste sono semplicemente spunti che aprono un dibattito, segnalazione di temi; frammnenti di una dialettica.
A Simone dico anche: con noi possono benissimo stare persone che potrebbero stare con Pasquinelli. La nostra forza deve risiedere nel fatto che con noi possono stare anche altri. Per esempio, in materia di stranieri, io credo che l'unica posizione politicamente inaccettabile – e mai assunta da un ordinamento statale – sia quella di far entrare tutti coloro che chiedono di entrare. Non credo che uno stato abbia mai emanato una norma con questo contenuto. Né credo che mai uno stato la emanerà. Non credo che una posizione del genere porti consenso. Non credo che sia sufficientemente ragionevole da poter essere presa in considerazione. Ma abbiamo tempo per parlarne.
@stefano: so come la pensi e alla fine non ho odio per Pasquinelli anzi lo rispetto , e' schietto anche se non ne condivido le conclusioni (ne la struttura economica del marxismo) e' uno che "parla come mangia" e questo mi piace. (anche se ogni tanto leggo anche sollevazione e mi piace anche come scrive e la sua rabbia verso le ingiustizie che vede , credo che chiunque avrebbe parlato dopo Magaldi io lo avrei rivalutato , forse il caso si applica anche a Fassina :) )
@Tonguessy: Se per te fosse la guerra e la miseria non fosse una faccenda importante ti saresti pentito che la Le Pen abbia perso (facendo si che Quetzalcoatl prenda in mano Ouroboros") , continuando cosi un circolo che durera altri 2 anni(il circuito europeo) in cui diventeremo come la grecia. Sinceramente mi preoccupavo di dimostrare le parole di Lorenzo non tanto dell' accusa contro Stefano di Sofismo politico, dato che lui ha gia dichiarato di essere "statalita" e anche di sinistra, ma il tuo attacco alle mie parole vaghe putroppo da ragione a Lorenzo.
Per quanto riguarda la mia visione(putroppo per farti capire devo spiegare come sono fatto), io mi definisco come anarchico tecnocrate e di destra.
Anarchico perche sono un solitario e credo che anche la politica sia superata per me i fatti sono molto piu importante delle parole; Riguardo un ponte o si ricostruisce o lo si lascia cosi, non mi serve sapere se la motivazione e' bolschevico o fascista, mi serve una motivazione razionale.(questo per dire che l'Iri era una buona idea anche se era fascista o socialista)
Tecnocrate , e' lunga da spiegare ,specialmente dopo che e' arrivato l'emanazione della "volonta europea" a novembre, e' piu facile spiegare una cosa come l'open source che decanta tanto Grillo (ma che ancora non applica) e il volere del popolo in quel canale che puo essere usato come forma di voto telematico. E' un vecchio concetto quello tecnocrate di qualche persona appartente al mensa, si allaccia tutto al pensiero precedente del ponte, il volere del popolo dichiara il fine , la tecnocrazia il mezzo e questa tecnocrazia e' sempre visibile come l'"open source" , insomma qualcosa di un po' piu complicato del concetto di lasciare i conti statali aperto al pubblico.(per questo mi piacciono i grillini ma non Grillo)
Di destra, mi definisco cosi solo perche a 14 anni nel 1990 Prodi comnicio a fare i discorsi di svendita dell iri , nel 93 poi ci riusci dopo la cacciata di Craxi. Da uno che avrebbe votato radicale , perche riconoscevo che molte delle loro cause erano giuste, mi sono messo contro tutti quelli che parlavano bene di Prodi sono anni che mi prendo pernacchie dalla sinistra per quella decisione, i "comunisti" sono quelli che infieriscono di piu ho sentito anche "hasta Prodi siempre", ma so che erano ragazzini e con qualcuno se la devono pure prendere. "si ride del, diverso" e' un citazione pero non ricordo chi la disse.
Detto come la penso , non devo certo difendere un pensiero che e' morto(anche perche in famiglia non ci sono simpatizzanti, anzi da parte di mia madre tutti rossi , da parte di mio padre tutti o centro-destra o centro-sinistra in pratica per la pagnotta :) ) ma liquidarlo come sbagliato a priori mi sembra sbagliato anche perche tu non avevi 60-65 anni? Se e' cosi hai vissuto come mio padre il periodo del dopoguerra, e lo hai vissuto come me attraverso i racconti dell epoca e ci sono tante versioni. Io l'unica cosa che mi permetto di difendere sono i dati come "lira 90" o "autarchia", i concetti pil, autosostentamento , i monopoli naturali , i fatti sono il mio pane quotidiano, sono inoppugnabili i fatti. Che Roosvelt sia stato il presidente americano piu' di sinistra di tutti i tempi(il primo a dare le pensioni e la copertura sanitaria alla popolazione) ma nessunaltro lo dice. Che la scuola che istitui Mussolini era per l'epoca la piu d'avanguardia e' un fatto , io non ho nessun problema a affermarlo perche sui dati e' cosi. Che i medici nazzisti abbiano fatto fare passi da gigante alla chirurgia e' inoppugnabile , che abbiano fatto questi passi sulle vivissezione di poveracci che non lo meritavano e' inoppugnabile , ma il fatto sussiste grazie a quei carnefici la chirurgia fa meno morti, dal punto di vista morale non so se avrei bruciato i loro appunti.
Riassunto del discorso , i veri fascisti o sono ultranovantenni o sono morti , ma secondo me il fascismo e' stato una testa di ponte tra uno stato monarchico a uno repubblicano, che sia sbagliato o no , percio non va dimenticato o denigrato cosi. Che la costituzione fosse stata scritta in antitesi al fascismo non credo perche senno avrebbero cambiato almeno i nomi, e' stato eliminato solo il termine fascista dalle cose ma istituti come l'iri non sono stati rinominati (cosi si fa quando si vuole dare una svolta alle cose, come quando la germania ha cambiato la propria bandiera) o avrebbero ristrutturato la scuola , hanno solo aggiunto la legge sul "apologia al fascismo". Ci sono tanti anziani (90enni)che parlano bene del fascismo e loro lo hanno vissuto , anche se lo avessi vissuto anche tu perche devo credere piu alle tue parole? Ci sono stati tanti errori , come la storia giudichera l'entrata nello sme o nell euro ma io sinceramente penso che non poter parlare liberamente del fascismo del bene e del male perche' si instaura il maccartismo. (Sinceramtente tutto il periodo in cui ha governto truman e' stato "oscuro" e credo che con lui il volto degli usa sia cambiato , poi e' solo un opinione di cui non conosco cosi a fondo i dati.) Ma sta di fatto che il maccartismo e' come il non parlare del fascismo bene o male che sia blocca l'avvento del superuomo , il superamento di questi preconcetti , come lo e' non far argomentare in televisione le persone che credono nei benefici dell uscita dell euro.
(i miei interventi sono quasi sempre enormi sigh , non ho il dono della sinteticita scusa)
La costituzione italiana è uno specchio della spartizione di Yalta: in zona di confine si stabilì di creare dei cuscinetti condivisi e quindi la Yugoslavia fu data 80 all’URSS e 20 agli USA, l’Italia 80 agli USA e 20 all’URSS-PCI.
Con il crollo di uno dei due conquistatori il protettorato è passato interamente alla superpotenza rimanente. Questo il motivo dell’abietta subordinazione (in campo economico e militare, ma anche culturale) del Paese all’Impero nel corso degli ultimi 25 anni. Di qui la trasformazione del PCI in Democratic Party, l’integrazione nella globalizzazione, l’imposizione dell’ideologia antirazzista (gli USA sono Paese multirazziale per eccellenza) ecc.
Gli attuali equilibri potranno essere scalfiti, mai effettivamente rimossi fintantoché l’impero resterà in piedi.
La resistenza partigiana, che non ebbe la minima rilevanza negli sviluppi bellici, è il mito delle origini attorno a cui ci si propose di articolare la non facile convivenza fra DC e PCI (che aveva lottato per un’Italia sovietica e non certo per l’attuale costituzione) e occultare per quanto possibile l’asservimento del Paese.
@ Tonguessy
le tue osservazioni sulla Costituzione non divergono dalle mie anche se, volendo andare per il sottile, potrei aggiungere che l'avrei preferita fondata sulla Giustizia Sociale più che sul lavoro e che l'art. 11 mi pone qualche dubbio circa l'influenza esercitata dai vincitori. Ma condivido la sostanza che consta appunto nel fatto che fu il frutto dell'incontro di diverse culture che si preoccuparono, in quel determinato frangente, di trovare un punto d'incontro che favorisse l'unione dopo la guerra e lo scontro fratricida.
La Costituzione non inizia con " ….è fondata sull'antifascismo" o qualcosa del genere e le disposizioni transitorie e finali che vietano la riorganizzazione del partito fascista tuttavia inibiscono il voto e l'eleggibilità per i capi del regime fascista per un massimo di cinque anni, non per sempre : altra esplicita volontà di unire tutti e, ripeto, dopo una guerra civile! Avevano ben chiara quale fosse la priorità nazionale.
Posso quindi affermare che le mie osservazioni circa la necessità di non creare motivi di esclusione sono perfettamente allineate con lo spirito di allora, così come mi pare analoga la situazione emergenziale odierna.
Quindi, a distanza di settant'anni che significato avrebbe un richiamo al 25 aprile se non di porre una conventio ad escludendum che, come ho scritto, finirebbe solo per favorire il divide et impera del fronte nemico?
Per il resto ribadisco quanto scritto nel mio precedente intervento e cioè la necessità di identificare dettagliatamente il nemico principale e accogliere tutti quelli che, in coerenza con le linee guida del Progetto di ARS, lo vogliano combattere : ricreare il terzo stato contro le oligarchie e i loro servi.
Saluti, Emilio.
Simone scrive: "Che la costituzione fosse stata scritta in antitesi al fascismo non credo perche senno avrebbero cambiato almeno i nomi". E questo coniglio da che cappello salta fuori? Il grano si chiama grano prima dell'unità di Italia, durante la monarchia, durante il fascismo e durante la repubblica. Lo stesso dicasi di istituzioni come università, governo, parlamento etc…
In ogni caso l'assemblea costituente era formata da antifascisti, nonostante il tuo credo. Qui l'elenco completo. Nel caso indica nome e cognome e gruppo di appartenenza.
http://it.wikipedia.org/wiki/Deputati_dell%27Assemblea_Costituente_della_Repubblica_Italiana
Sul nemico principale posso anche essere d'accordo con un preciso distinguo: gli amici alle volte si dimostrano i più terribili nemici. Ho già scritto sulla Notte dei Lunghi Coltelli, quando Hitler si sbarazzò dei nazisti "a sinistra" da sempre suoi storici alleati. Immagina di essere stato Ernst Rohm, di avere creato le SA, di avere accresciuto la popolarità del NSDAP e di essere ucciso perchè sostenitore della "seconda rivoluzione" (socialista davvero) mentre Hitler aveva preso accordi specifici con i junker e la grande industria (IG Farben specialmente).
n un discorso tenuto nell'agosto 1933 egli disse: «Ancora oggi vi sono, in posizioni ufficiali, persone che non hanno la minima idea dello spirito della nostra rivoluzione. Ci sbarazzeremo inesorabilmente di loro, se oseranno mettere in pratica le loro idee reazionarie». Röhm credeva che le Sturmabteilung dovessero essere il nucleo di una futura armata rivoluzionaria, un "esercito del popolo" che avrebbe edificato una nuova Germania. In questo ardito programma politico consisteva quella che Röhm chiamava la "seconda rivoluzione"
http://it.wikipedia.org/wiki/Ernst_R%C3%B6hm
Cosa significa questo? Che essere "anarchico tecnocrate di destra" comporta dei rischi.
Nell'assemblea del 23 ho chiarissimamente spiegato la differenza tra boccone e esca. Il boccone è utile per crescere, mentre l'esca è uno strumentio mortale. Occorre lungimiranza e conoscenza per distinguere i due, e addentare il boccone lasciando stare l'esca. La Storia ci può offrire eccellenti insegnamenti.
Lorenzo scrive: "Gli attuali equilibri potranno essere scalfiti, mai effettivamente rimossi fintantoché l’impero resterà in piedi."
Non so quale strategia tu abbia in mente per sbarazzarti dell'impero. E' mia opinione che qualsiasi tentativo in tal senso sia destinato al fallimento. Diversa è la riconquista della sovranità, che non implica la distruzione dell'impero. Già da sola solleverà una mole di problematiche enormi, comunque.
@Emilio: sono d'accordo sull'analisi. Resta il distinguo: riconoscere il diritto all'esistenza di una formazione politica non significa cercare alleanze con la medesima. Si tratta, piuttosto, di formazioni distanti che si confrontano, ognuna con un proprio bagaglio storico e ideologico. E nel caso, quando l'ago politico pende da una parte, una parte viene esclusa, come nel caso della stesura della Costituzione. Proprio perchè elemento di disturbo, data la storia passata.
>>> Non so quale strategia tu abbia in mente per sbarazzarti dell'impero. E' mia opinione che qualsiasi tentativo in tal senso sia destinato al fallimento.
E' la civiltà occidentale che sta rapidamente franando su se stessa, assieme alle sue istituzioni politiche (e imperiali). Noi proveremo a darle una spinta. Ma il processo è essenzialmente endogeno.