Dell’Imu e di altri disastri
L’esordio di questo governo fu sotto gli auspici di una pacificazione nazionale in nome dell’Europa. Un’Europa evidentemente matrigna, intrisa di contraddizioni e rivendicazioni… popolari, politiche spesso socialmente etniche. Un’Europa con le sue crisi, con le nostre emergenze, con le pressioni dei mercati: nazionali, continentali, globali.
Un’Europa comunque senza se e senza cui accondiscendere a prescindere. A prescindere dalle identità peculiari delle singole comunità, dai fondamentali economici, politici e giuridici delle diverse entità, statuali e non. A prescindere dalle reali e sostanziali volontà democratiche dei suoi appartenenti, che fossero volgari rappresentati del popolo o rispettabili capitani d’industria o autorevoli esponenti dell’ intellighenzia accademica.
Un sistema, insomma, fuori discussione se non nella parte in cui le sue sfumature potessero essere utilizzate come abile ed amabile messa in scena del classico spettacolo italiano sullo "scarica barile".
Lo spettacolo indecoroso in cui ogni esponente di spicco della nomenclatura dirigente declina ogni responsabilità personale propria o del suo gruppo politico, addebitando ogni conseguenza ed ogni precondizione relativa alle decisioni prese in campo nazionale a quel pachiderma sovrannazionale che per molti rappresenta un soggetto enigmatico ed etereo quanto per altri un sacerdote austero di fronte al quale è necessario e d'imperio inginocchiarsi.
L’Ue come lo specchietto per le allodole per tutti quei fessi creduloni che sopportano i sacrifici imposti loro continuando ad alimentare l’insana credenza che in assenza di tali sacrifici l’Armageddon sarebbe vicino.
Eppure l’Armaggedon è funzionale a quegli stessi interpreti del sentimento d’isteria collettivo che in questi ultimi anni, come il fuoco ardente di un camino alimentato a rami e ceppi secchi, ha foraggiato guru vecchi e nuovi o presunti tali.
In questo quadro triste ed inverecondo un anonimo (ai più) quanto ennesimo (ai meno) funzionario della onnipresente Banca d’Italia – quella Indipendente per intenderci, nata dal propizio divorzio, in tempi ormai remoti, con l’odioso Ministero del Tesoro che voleva in quel tempo (a suo o loro od all’imperscrutabile ardire di qualcuno) limitarne le capacità d’intervento e “giusta” azione e regolamentazione del settore e del mercato – ha assunto il ruolo politico chiave delle umane vicende istituzionali: il pluri-comprensivo MEF – Ministero dell’Economia e Finanze.
Più che un Ministero una Matryoshka, nell’ottica della razionalizzazione e dell’efficienza peculiare dell’attuale sistema socio-istituzionale impregnato esclusivamente sui tagli lineari praticati con la scure.
Un ministero nato infatti sulle ceneri del vecchio potere politico (ossia quello ante caduta muro di Berlino) e che ha eliminato con la sua nascita ed esistenza almeno quattro altrettanto dicasteri chiave del “dissennato” (per qualcuno o per molti) “Sistema Italia”: Il Ministero delle Finanze quello del Tesoro (appunto) quello del Bilancio e quello delle Partecipazioni Statali (peccato altrettanto originale del miracolo italiano del primo dopoguerra).
Ora questo solerte funzionario dimostra nel suo agire, operare, presagire e proferire, di avere uno spessore pari alla necessaria autorevolezza, competenza e professionalità dei tempi moderni e quindi uno spessore praticamente nullo!
Capace di tutto e del contrario di tutto, artefice e vittima delle proprie decisioni, protagonista o comparsa delle farse allestite dal governo di cui fa parte.
Il caos sull’Imu come il prossimo ginepraio infernale e malefico della Iuc (la tassa una e trina, una sorta di anticristo fiscale e che Iddio ci perdoni) ne è l’emblema araldico di massima esposizione!
Contribuenti presi in giro, costernati, confusi e raggirati che si inerpicano sulle invalicabili pareti scoscese delle scadenze e dei calcoli e delle imposizioni e dei nomi e delle competenze e di chi diavolo deve fare cosa e quando e come.
E nel frattempo si vaneggia di pressione fiscale in calo e di governo che mantiene le promesse e fa quel che dice.
Certo che su quest'ultimo punto non si può negare che sia in un certo qual modo sincero. Questo governo effettivamente fa quel che dice, il problema semmai è proprio in quel che dice, che tragicamente si traduce in atti normativi – forse volutamente e magari da sempre – incomprensibili, pasticcioni e raffazzonati.
Il governo, infatti, è stato capace di dire che avrebbe tolto l’Imu (Prima Casa – anche se queste due parole specifiche si è sempre ben guardato debitamente dal pronunciarle), poi che l’avrebbe sospesa, poi rimodulata, poi posticipata, poi rinviata e poi cambiata e poi e poi e ancora e ad ogni modo e per questioni di bilancio, coperta solo fino ad un tot…
E tutto questo appunto ha fatto, elaborando decreti legge ai limiti del paradosso, leggi di stabilità con voti di fiducia imposti in parlamento alla soglia del capodanno, milleproroghe omnibus, emendamenti contraddittori ed inapplicabili che sono il volto di un’Italia allo sbaraglio in preda ad una burocrazia pedante e pasticciona e che fa il gioco evidentemente degli assassini dello Stato Costituzionale e dei cecchini mercenari delle nomenclature tecnocratiche d’oltralpe che altro non anelano se non una morte precoce dello Stato stesso e delle sue istituzioni, sostenendo governi che nulla hanno a che fare con la democrazia e con la volontà popolare, col benessere comune e civile ma soprattutto con il PRIMATO SOVRANO DELLA COSTITUZIONE.
Tra pochi giorni orde di contribuenti saranno chiamate a versare ulteriori balzelli per i quali non è ancora dato loro sapere la natura, il perché e le finalità degli stessi.
Balzelli dai nomi curiosi e fantastici come quelli del Signore degli Anelli, che cambiano forma, colore e sostanza a seconda di chi sarà in grado di padroneggiarli, visto che allo stato attuale neanche gli addetti ai lavori principalmente interessati (governo ed enti locali) sanno ancora come dovranno realmente funzionare e di chi sarà la competenza nell’elaborazione e nell’indicazione del loro ammontare singolo e globale come delle date entro le quali dovranno o dovrebbero essere riscossi.
Una vicenda surreale in un paese artificiale in cui il nodo dei personaggi senza spessore è tuttora la propria cartina di tornasole. Dai fasti di un passato in cui i nostri padri costituzionali erigevano un edificio che sperabilmente credevano sarebbe durato nel tempo ai deprimenti volti dei vaneggiatori nostrani, anziani meno anziani e rampanti giovani, che da ogni versante (centro, destra, sinistra e non si sa ancora cosa) sproloquiano di un’Italia migliore o peggiore o financo in ripresa o tragicamente segnata a seconda delle paturnie e delle convenienze di “Status”.
Credo sinceramente che non abbiamo bisogno di Guru interattivi, Sindaci della Nouvelle Cuisine od attempati pensionati milionari scampati nonostante tutto al confino politico e carcerario.
Abbiamo bisogno di persone serie e di spessore che sappiano affrontare con coerenza e senza ipocrisia i problemi chiamandoli con i propri nomi a non con strumenti e lingue di fantasia.
Indicando percorsi chiari e ben delineati e non scale d’oro per il paradiso quanto precipizi per l’inferno.
Assegnando ad altrettante persone affidabili compiti che siano in grado di portare a termine senza che queste si lascino catturare dai riflettori e dalle boria degli “Insuccessi”.
E' il tempo di rimboccarsi le maniche tutti e subito.
Massimo Paglia (Ars Lazio)
Elmoamf
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