Federalisti, indipendentisti, secessionisti, siete schiavi di Bruxelles!
Chi auspica il ritorno all'Italia preunitaria finge di ignorare la realtà di una lunga e umiliante epoca di lotte fratricide. Fra il 1426 e il 1494, in decenni di importanza cruciale per la storia del Paese, succedeva questo…
3 marzo 1426: Venezia dichiara guerra a Milano. Brescia lascia entrare in città le truppe veneziane guidate da Carmagnola. Filippo Maria Visconti chiede aiuto all'imperatore Sigismondo, che però non interviene, poi affida il comando al signore di Pesaro, Carlo Malatesta. Per Milano inizia una fase di instabilità che dura fino al 1436.
29 giugno 1440: Battaglia di Anghiari tra fiorentini e milanesi, che vengono sconfitti. Nel corso della battaglia, racconta Machiavelli, muore solo un soldato caduto da cavallo. In realtà vi sono 1800 prigionieri, 400 feriti e 60 morti.
16 novembre 1447: Dopo un lungo assedio, Francesco Sforza conquista Piacenza occupata dai Veneziani. La città è saccheggiata per 50 giorni e gravemente danneggiata, migliaia di cittadini sono massacrati.
30 luglio 1451: Viene stipulata una Lega tra Milano e Firenze per fronteggiare le minacce congiunte di Venezia e Napoli.
agosto-settembre 1467: L'esercito milanese lascia la Romagna e si sposta sul Sesia per contrastare la minaccia dei Savoia. Viene fortificata Novara e ripristinata l'antica roggia che segnava il confine tra Romagnano e Vinzaglio.
maggio 1478: Napoli spinge Genova alla ribellione per scoraggiare Milano dall'appoggiare Firenze.
Andò a finire così (e non poteva essere diversamente!)…
3 settembre 1494: Il re di Francia Carlo VIII invade l'Italia con un esercito di trentamila uomini. Iniziano le "guerre d'Italia", una serie di otto conflitti terminata solo nel 1559 con la Pace di Cateau-Cambresis, in seguito alla quale gran parte della penisola cade sotto il dominio degli Spagnoli: "insegnavan la modestia alle fanciulle e alle donne del paese", ricorda ironicamente Manzoni "accarezzavan di tempo in tempo le spalle a qualche marito, a qualche padre; e, sul finir dell'estate, non mancavan mai di spandersi nelle vigne, per diradar l'uve, e alleggerire a' contadini le fatiche della vendemmia".
[fonti: storiadimilano.it; wikipedia]
Gli staterelli regionali o macroregionali sognati dai leghisti sono l'anticamera della peggiore schiavitù, la stessa auspicata per l'inesistente “Padania” da Gianfranco Miglio, secondo il quale il nord dell'Italia sarebbe dovuto entrare nell'Unione Europea anche a costo di una separazione dal resto del paese.
Dopo la morte Miglio è stato giustamente dimenticato. Di Andrea Zanzotto (1922-2012), invece, resterà molto: non solo la grande poesia (in italiano e in dialetto veneto) ma anche l'indignazione esemplare con la quale, in questa intervista del 2009, stigmatizzava l'ignoranza dei secessionisti.
E' evidente che la questione " Secessionismo Veneto" sia l'ennesima distrazione di massa voluta a tavolino da organi del Pud€. Balzano subito all'occhio attento e alla memoria vigile alcuni fattori importanti:
– Il referendum sul secessionismo è stato volutamente tenuto nascosto dai media per tirarlo fuori al giusto momento agitandolo come un problema di carattere nazionale ( l'abbiamo saputo attraverso il the Guardian rispetto al referendum sulla Crimea ), peccato che sui Social Network come FB girava da tempo la sponsorizzazione della pagina FB della grande giornata dei Veneti dove era facilissimo capire che si stavano organizzando per qualcosa di eclatante o almeno di forte impatto mediatico
– I secessionisti Veneti sono composti da due gruppi ben distinti, i primi sono i "delusi" della Lega che vorrebbero una separazione netta tra Veneti e Lega Nord, i secondi sono dei personaggi poco credibili ( imprenditori, faccendieri, colletti bianchi ) spuntati dal "quasi nulla" a cavalcare il movimento.
– Il Veneto ci ha già riservato " Unabomber " , il perfetto uomo a libro paga del Sismi utile ad orientare l'opinione pubblica su altri temi. Questa del Tank è un upgrade della "strategia della tensione mediatica"
– il Veneto è attualmente il terreno di scontro della Lega, tra i due delfini Tosi e Salvini, entrambi pronti a prendere per il culo tutti i militanti pur di non far morire un partito che, dopo le vicende cerchio magico e affini, stava rischiando di sparire perdendo tanti militanti finiti nel M5S
– In Veneto in seguito alle due alluvioni è necessario un intervento massiccio di lavori pubblici per il mantenimento di rive, corsi d'acqua etc etc e chiaramente questo è il terreno migliore dove fare una marea di quattrini con le aziende edili ad infiltrazioni mafiose ( quelle che finiranno di cementificare la milano dell'EXPO ), chiaramente sdoganate dalla Lega ( e non solo )
– l'immaginario dei Veneti è scarso, rivendicano una nobile origine ma dimenticano alcuni fattori importanti, il primo è che il "glorioso" popolo dei Veneti si vendette il culo alle Legioni di Roma facendosi conquistare a colpi di otre di vino e gioielli pur di garantire una base per la conquista di Carnia e Insubria, allora confederazioni di tribù Galliche ( le stesse di cui i leghisti rivendicato le proprie origini ) . Nonostante l'ampia parentesi della Serenissima Repubblica di Venezia e i suoi dispotismi illuminati, i Veneti dimenticano che il "patriota" Daniele Mannin sventolava il Tricolore Italiano quando protestava contro l'Austria in Pzz San Marco a Venezia, in quell'Italia non ancora unita della prima metà dell'ottocento.
Senza memoria e sopratutto senza nobili e trasparenti vedute le istanze di un popolo diventano merce per la politica, dispiace che il popolo veneto a cui vanno comunque riconosciute delle virtù e delle capacità, resti in balia di un destino legato all'interesse di qualche agente del Pud€, pronto a svendere il Veneto al miglior offerente.
Ma che dire, vi sono "popoli" che si sentono "popolo" solo in alcune occasioni ( tranquilli, quest'anno ci sono i mondiali di calcio e se finisce in finale l'italia contro la germania e vinciamo vi assicuro che per i prossimi 4 anni si lamentano in pochi dell'austerity, tanto abbiamo la Coppa ) e altri che hanno il compito di "divenire popolo". Per questo va ricordata una frase importante del Risorgimento:
" Lodi la Gloria dell'Ardimento,
il tuo colore mette spavento,
Venezia e Roma, poi nella fossa
cadremo insieme Camicia Rossa "