Le ragioni di una militanza
Nel corso degli ultimi 10-15 anni è innegabile che la vita di ciascuno di noi, giovani e meno giovani, sia radicalmente cambiata, spesso in peggio. La mia generazione purtroppo non ha potuto nemmeno fare il confronto con il boom economico, siamo stati catapultati in questo mondo del lavoro sempre più flessibile con in testa le aspettative dei nostri genitori, credendo nella mobilità sociale se non addirittura nel sogno americano. Ma tutto questo non esiste. Secondo recenti stime, saremo la prima generazione dal dopoguerra che avrà un tenore di vità sensibilmente peggiore di quello dei nostri padri. Ovviamente la crisi ha acuito queste sensazioni.
Per questo, in molti di noi, che sentono il peso di un futuro incerto e mancano di un soggetto politico in cui identificarsi e farsi rappresentare, è nata la necessità di attivarsi in prima persona. Ma è un proposito difficile da attuare in questa società consumistica che esaltà le individualità e il narcisismo e distrugge il gruppo e il senso di appartenenza (infatti, la percentuale di popolazione militante in Italia è un misero 0.8%). In tutto questo, una valvola di sfogo alla depressione quotidiana è stata la rete, che ci ha illuso di poterci esprimere liberamente e addirittura creare qualcosa di concreto nel reale, rimanendo però nel virtuale (viene alla mente l’esempio del movimento 5 stelle). Per cambiare il reale bisogna viverlo e per questo è necessario fare degli sforzi per interagire con altre persone fisicamente, conoscerle e creare qualcosa di duraturo nel tempo.
In questa fase della mia vita ho conosciuto l’ARS e ho cercato di comprendere la politica economica e le distonie dell’Euro e dell’Unione Europea grazie ai libri di Bagnai, Caracciolo e Giacchè. Ho cercato di farmi un’idea, ma ovviamente non è stato possibile entrare in tutti i dettagli macroeconomici e giuridici. E non penso serva nemmeno per chi non è un addetto ai lavori. Mi sembra ridicolo inseguire chi lo fa di professione. Era importante capire alcune cose, tra tutte la perdita di democrazia reale, per cercare di attivarsi concretamente.
Perché ho aderito all’ARS? Il mio disagio e il mio attivismo latente non erano indirizzati verso niente di concreto. Sapevo che avrei dovuto fare ma non sapevo cosa e come. L’ARS grazie alla sua analisi della società odierna, che condivido pienamente, mi ha fatto capire quali potevano essere i primi obiettivi: creare un gruppo politico concreto radicato nel territorio per riprenderci la sovranità, non solo quella monetaria. In questo mio primo anno di ARS oltre a condividere gran parte dei discorsi e discussioni che si portano avanti (e non è cosa da poco), ho notato nei soci che si impegnano in questo progetto qualità umane e potenzialità organizzative molto alte in confronto a quelle che noto, ormai da quasi 10 anni, nell’ambiente lavorativo e universitario. L’ARS mi ha permesso, e credo continuerà, di identificarmi in un gruppo (ho letto recentemente che l’identità è la peggior nemica del mercato) che ha sorpassato il concetto destra/sinistra, berlusconismo/antiberlusconismo, e prossimamente Euro/ no euro. Lo scontro politico futuro dovrà essere canalizzato verso sovranismo nazionale/libero mercato paneuropeo.
Molto lavoro ci attende.
Una cosa importante da sottolineare è il tipo di militanza che ARS richiede: una partecipazione attiva nel reale. La recente assemblea nazionale ne è un felice esempio. L’importante è reclutare persone capaci e che si impegnino, non importa in quanti anni. Più militi ignoti (senza alcuna velleità personale) recluteremo, più avanti saremo nella costruzione delle fondamenta di un partito sovranista
Per concludere vorrei citare un pensiero della psicanalista Julia Kristeva che mi sembra caratterizzi molto bene il concetto e lo sforzo individuale di relazionarsi in un gruppo. Lei afferma che bisogna superare l’usurato concetto di semplice solidarietà. Deve invece essere un incitamento a entrare in contatto con l’estraneo, a comprenderlo, salvaguardando la sua singolarità, la sua eccezione. Per riuscirci occorre creare una nuova classe di pionieri disposti a combattere la battaglia di un’inesausta negoziazione tra differenze.
Credo che ARS sia tutto questo.
Davide Visigalli
ARS-Liguria
Perfetto
consiglio di condividerlo in tutti i gruppi regionali all'attenzione dei simpatizzanti
Senza militanza il necessario impegno per il recupero della sovranità si rende
vano per due ragioni, la latitanza di una qualsiasi informazione sull’argomento che
la conseguente mancanza di partecipazione del popolo.
Confermo a distanza di un anno