Il Dio unico chiamato Unione Europea
Cari Militanti, l'articolo di questo mese pone l'attenzione su un conflitto che si pensava fosse terminato qualche centinaio di secoli fa ma che ora, seguendo un minimo ragionamento, è apparso all'interno di una dimensione diversa.
Di quale conflitto sto parlando ? Parlo del conflitto tra Monoteismo e Politeismo, ma non fatevi ingannare, il mio articolo non avrà come oggetto la rivendicazione di nessun Culto Pagano, bensì, è mia intenzione far capire al lettore quanto si agisca, in termini politici in ambito Europeo e di cessione di Sovranità, con degli schemi mentali ben delineati.
Per capirsi meglio, occorre come sempre, tirare il Filo d'Arianna perduto con la nostra cultura.
Non avrai altro Dio all'infuori di me
Gli storici, quando dibattono sull'approccio della società Greco-Romana o su quelle Antiche ed Indoeuropee, convergono tutti su un'opinione comune ( caso raro tra gli storici) che riguarda la totale assenza di guerre o conflitti di carattere Religioso. Questa tendenza delle società antiche di non portare ad un livello di scontro la differenza tra credi e religioni è comune praticamente in tutto il mondo, a dimostrazione che forme di società come quelle Pantheiste e Politeiste, con i numerosi Culti e con le grosse influenze esterne, non conoscessero problematiche di carattere religioso, come invece appare evidente nelle società Monoteistiche degli ultimi 1000 anni.
Il motivo, per capire questo approccio, è semplice e comprensibile a tutti, il Culto infatti resta sempre qualcosa di mutevole, con un radicamento forte nelle masse popolari, quindi caratterizzato da una propensione al mutamento data anche dalle circostanze dei tempi.
E facile trovare delle miscelanee di Culti all'interno dell'Europa pre-medioevo, Roma imposta la sua espansione su una caratteristica chiave che è riconosciuta da tutti, la sua capacità di integrare all'interno della propria società costumi, tecniche, filosofie e genti provenienti dai confini appena conquistati, mutando gradualmente la propria società. Questo approccio però con il tempo, grazie sopratutto alla crescita di corruzione e interessi personali, si tramuterà nella distruzione stessa di Roma, anticipando di qualche secolo la Catastrofe Globalista che stiamo vivendo.
Una veloce lettura dei Culti Politeisti, in tutto il mondo, svela una caratteristica unica e non riscontrabile nel mondo Monoteista, cioè la presenza di nomi per rivolgersi agli Dei ( Zeus, Apollo, Wotan, Belenos ..etc ) e quindi vi si riconosce una sorta di personalità del Divino, mentre nel Monoteismo ci si rivolge alla Divinità chiamandola Dio, quindi lo si dipinge come un entità astratta.
Il dogma non avrai Dio all'infuori di me oggi può benissimo essere rievocato, come già accade, in termini politici accostando questo imperativo comando al più leggero e democratico Ce lo chiede l'Europa !
Liberarsi del concetto di Tolleranza e riprenderci il concetto di Interpretatio Romano
L'epoca buia del Globalismo sta causando enormi danni, non solo la mercificazione di esseri umani e la politica finanziaria, ma attraverso la Globalizzazione si sta giustificando una forma di Totalitarismo Culturale, per la quale bisogna essere “cittadini del mondo” e sentirsi liberi da frontiere, individualità e appartenenza, per aderire ad un progetto folle di carattere globale.
I primi a porsi di fronte ad una sorta di politica Globale furono appunto i Romani, quando si trovarono a gestire l'immenso Impero che, per loro, realmente doveva essere considerata una gestione del mondo conosciuto.
Ma come si comportavano i Romani di fronte alle culture soggiogate dalle loro Legioni ?
Di sicuro i Romani non usavano uno strumento come quello della Tolleranza ( dal Latino tolleratia, cioè sopportare ), perche l'etimologia stessa indica che si tratta di un comportamento che ha un certo livello di limite, oltre la quale non si può individuare una soluzione. Tolleranza è un termine chiave della Globalizzazione, per la quale lo si invoca ogni qual volta sono visibili i danni di una immigrazione selvaggia, incontrollata ( in realtà è più che disciplinata da una rete criminale nella quale spicca la nostra malavita organizzata ) che spesso colpisce il cuore delle provincie e delle periferie italiane, dove si ammassano i flussi di migranti venuti alla ricerca di un miraggio chiamato Occidente.
I Romani invece usano lo strumento dell'Interpretatio, essi infatti pongono una sorta di curiosità nei confronti della cultura mistica dei popoli sottomessi o con la quale hanno scambi di natura commerciale, curiosità nel ricercare una radice comune tra i Culti.
Nell'importantissimo saggio di carattere politico e antropologo, chiamato Germania e scritto da uno dei più grandi intellettuali dell'epoca, Tacito, viene raccontato il culto di una Divinità germanica presso il popolo dei Naharvali :
"Presso i Naharvali si mostra un bosco oggetto di antica venerazione. Vi presiede un sacerdote in abbigliamento femminile, ma nell'interpretatio romana, di questi Dei parlano come se fossero Castore e Polluce. Di essi la divinità ha il potere, il nome è Alci. Non vi sono immagini, ne traccia di religiosità straniera, tuttavia sono venerati come fratelli, come giovani."
Tacito, assistendo di persona alla funzione di un culto germanico, riconosce che questo può assomigliare o essere coerente con un culto dei Diòscuri o Castori. Nonostante la fortissima propaganda pro-Roma che si riscontra nei testi di carattere politico e culturale del tempo non vi è un annichilimento, né una condanna dei Culti dei popoli avversi a Roma, ma vi è una ricerca profonda che possa dare spazio all'assimilazione del Culto e quindi alla sua integrazione nella società Romana.
I Romani rispettano gli Dei dei nemici anche durante l'assedio di una città, quando attraverso una cerimonia militare chiamata evocatio, chiamano a raccolta gli Dei ( o meglio, la divinità protettrice della Città, l'antico retaggio dei Santi Patroni ) nemici portandoli fuori dalle mura della città assediata e assicurando loro che “ presso Roma avranno onori e rispetto “.
I Romani, quindi, chiedono alle Divinità di farsi da parte nel conflitto e rivolgono a loro, compresi gli Dei dei nemici, la possibilità di “continuare ad esistere” presso Roma.
Una cosa importante va detta, per non creare confusione, questo genere di strumento non garantiva l'assimilazione del Culto presso Roma e quindi la costruzione di templi e l'esercizio delle funzioni, no, per questo non bastava il volere di una Legione ma occorreva il benestare del Senato, che attraverso l'interpretatio si assicuravano che il Culto fosse idoneo alla Civiltà Romana e che portasse giovamento per i popoli che vivevano sotto le Aquile dell'Impero.
Insomma, i Romani applicavano il concetto di Cittadinanza persino per gli Dei !
Del perchè e del come non abbiamo bisogno degli Identitari
Nel corso degli ultimi anni, sopratutto spinti dalla pressione Globalista, sono sorte organizzazioni di carattere politico-culturale che si definiscono Identitarie.
Da una parte c'è un tentativo meschino da parte di una certa destra radicale di rimuoversi dalla pelle le accuse di xenofobia e razzismo nei confronti delle culture migranti che affollano l'Europa, dall'altra c'è un barlume di tentativo di mantenere viva una certa Tradizione Europea.
La prima volta che sentii l'esigenza di interrogarmi su cosa è l'Unione Europea fu quando il dibattito pubblico, diversi anni fa, era fermo alla fantomatica Costituzione Europea che voleva in qualche modo essere legata ad un concetto di Europa Giudaica-Cristiana.
Meravigliato del fatto che si voleva collocare la “nascita” dell'Europa dopo l'Editto di Milano ( 313 D.C il Cristianesimo è Religione di Stato presso l'Impero Romano ) ignorando totalmente l'epoca Antica, non riuscivo a capire in nessun modo perche si volesse accostare il Giudaismo all'Europa, tenendo presente quanta sofferenza e discriminazione hanno avuto i Giudei in Europa ben prima dell'Olocausto Nazista.
Ben presto, apparsi prevalentemente sul Web ma in fase di crescita come movimento, gli Identitari hanno iniziato a rivendicare l'esigenza di mantenere le nostre Tradizioni, di fronte all'imminente invasione Islamica.
Attraverso un attento studio delle loro rivendicazioni si comprende come sia un movimento che agisce con uno schema mentale monoteista, nonostante siano diverse le organizzazioni che rivendicano i Culti pre-cristiani, mentre tante invece si pongono su una posizione Cristianesimo unica via.
Per loro c'è solo la nostra cultura, i nostri Dei o il nostro Dio, le nostre Tradizioni ignorando completamente che la storia dei Culti di origine Indoeuropea si basa su un punto di partenza “ Orientale” ( Tripartizione ) , si mischia con i culti Femminili ( Iside, a cui l'imperatore Caligola dà la cittadinanza sul Lago di Nemi costruendo un tempio per lei in ricordo della giovinezza passata in Egitto ), si fortifica delle funzioni degli Dei Germanici e Celti e, nella sua radicale trasformazione in Cristianesimo ( che in realtà è un Politeismo mascherato ) si appoggia a grandi pensatori nati in terre arabe e influenzati da scritti e testi provenienti dai saperi d'Oriente.
Ecco perché spesso, nelle rivendicazioni Identitarie sentiamo parlare di Europa più che di Stato Sovrano, anzi sembra che il punto d'arrivo sia proprio la salvaguardia del continente, delle sue Tradizioni, ma da chi ?
Dall'Islam ?
Nonostante la minaccia del Califfato, il numero in crescita dei migranti di religione Islamica, gli attentati e le tensioni, basta realmente scendere nelle proprie strade e constatare che non vi è stata nessuna islamizzazione forzata ne dell'Italia ne dell'Europa. Io che per lavoro mi occupo anche delle ( rabbrividisco all'utilizzo di questo termine tecnico ) Seconde Generazioni e vivo in un quartiere di periferia, dove sono presenti 78 etnie diverse, posso garantire che non vi è nessun timore nell'Islamizzazione forzata, perche basta chiedere a quei bambini, come spesso faccio, come si definiscono: loro sono orgogliosi di definirsi Italiani.
Questo dimostra che la nostra cultura, abbondantemente fortificata da una attitudine alla migrazione dei nostri popoli Italici, è realmente più forte di quei dogmi monoteistici che vorrebbero unificarci senza regole. Quindi il ragazzo nato in Italia da genitori migranti, pur conservando ( giustamente ) un bagaglio tradizionale tramandato dalla cultura “esotica” dei genitori, avendo un nome “straniero” e dei lineamenti non Euripidi, nell'Interpretatio Romano va considerato Cittadino, un potenziale Italiano del domani, a discapito delle ferree, spesso confuse e prive di logica, selezioni Identitarie che mettono sullo stesso piano il molestatore ubriaco con l'onesto lavoratore, magari migrante ma che vive qui da oltre 20 anni e che andrebbe considerato Cittadino Italiano.
Una ulteriore prova di questo la trovate nel numero impressionante di figli di immigrati che nati nella nostra Patria riescono a parlare dei dialetti che, molto spesso per via della Globalizzazione, molti giovani Italiani da generazioni non parlano più.
Sia fatta una lode a chi, nel suo sentirsi “Identitario” fa un lavoro reale di ricerca delle Tradizioni, svolgendo un approccio però di carattere Antropologico e non Ideale e mette in pratica studi e conoscenze, sia attraverso l'artigiano e la lingua locale sia attraverso la musica, i costumi e le tradizioni regionali. Di questi uomini e donne, noi sovranisti abbiamo realmente bisogno, mentre degli Identitari dovremmo vederci bene, loro agiscono per schemi mentali Monoteistici, per la quale non esiste niente oltre a loro, alle loro idee e alle loro scelte.
Per costruire una società basata sulla Comunità e sulla Legalità, e quindi occuparsi anche dei gravi disagi che creano singoli e piccoli gruppi di immigrati allo sbando nelle nostre città, non è necessario “dividersi”, perche questo è il vero nostro problema di società Occidentale, ma bisogna costruire le giuste linee guida per una crescita collettiva, integrando ( non con la mentalità assistenzialista ) ma con una giusta dose di Interpretatio , quelli che potrebbero essere potenziali Cittadini di uno Stato Sovrano.
Costituzione Politeista contro i Trattati Europei Monoteistici
Abbiamo visto, velocemente e senza troppi approfondimenti che ben volentieri svolgerò nei commenti se qualche militante e lettore vorrà, come nell'antichità la Religione non era mai strumento di rivendicazione di un conflitto, cosa invece abbondantemente abbiamo riscontrato nel corso degli ultimi 10 secoli in Europa e nel Mediterraneo.
Ora però, riprendendo l'introduzione del mio testo, questo conflitto sembra essere riproposto in una salsa Europeista, dove il confronto è tra due culti Laici, le Costituzioni degli Stati Sovrani e l'imposizione della Fede all'Unione Europea e ai suoi organi paralleli.
Dotati di una Costituzione, che è frutto sopratutto dell'altissimo valore sociale e culturale figlio dell'Europa che va dalla Democrazia Greca al Socialismo di matrice Italiana, noi siamo in possesso di uno strumento che ci rimette nelle condizioni di utilizzare l'Interpretatio, avendo ancora in sospeso l'integrazione dei Popoli Italici, ancora prima di domandarci cosa fare dell'integrazione di migranti.
L'unità d'Italia si è fatta a pezzi, pezzi che devono essere ancora ben amalgamati attraverso una logica Sovranista che però paga un caro prezzo, ostacolata dall'irruenza della Globalizzazione, che mascherata in tanti “agenti”, cerca sempre di più di minare la nostra società. L'incompatibilità tra la nostra Costituzione e i Trattati Europei è un esempio lampante di come si stiano confrontando due modelli sociali, morali e politici esattamente come nel conflitto tra Monoteismo e Politeismo.
Se per i Monoteisti religiosi esiste solo il nostro Dio, per i fedeli monoteisti dell'Europa esiste solo l'Europa, o meglio la sua organizzazione totalitaria, a discapito delle provincie degli Stati Sovrani, capaci con le loro Costituzioni di disciplinare meglio i rapporti tra diversità.
Noi che difendiamo a “spada tratta” la nostra emancipata Costituzione Italiana rappresentiamo degli Eretici nello scenario politico, sopratutto del nostro paese. Siamo considerati Eretici perche non viviamo più la dimensione degli Stati Sovrani ma quella Totalitarista di un Culto, dallo schema mentale monoteista, che impone l'adorazione di un unica fonte “ L'Europa”, l'assunzione di un ostia“corpo Christi” che è l'Euro e una sottomissione totale da parte dei suoi sacerdoti o ministri del culto ( il termine Ministro è di pura concezione Monoteista ).
Vi è quasi l'esigenza, per rafforzare i rapporti anche su un piano “spirituale” di costruire attorno alla Costituzione una mistica, fortemente unitaria e anti-identitaria, che ponga l'attenzione sulle esigenze locali e che non sia spazzatrice di diversità etno-geografiche, ma che spinga realmente la rinascita dell'Italia dei Popoli, vero e proprio terrore della Globalizzazione che ci vorrebbe tutti uguali, tutti uniti, insomma tutti Mono.
Ma noi Sovranisti stiamo già contribuendo alla costruzione di un nuovo Pantheon politico, che inevitabilmente entrerà in conflitto con quello attuale dell'Europa, in una rappresentazione politica di quello che i popoli Norreni chiamavano Ragnarok, cioè la “Battaglia” finale tra gli Dei della Luce e delle Tenebre, per la rinascita delle Divinità e del Mondo.
E' questa filosofia della Rinascita la vera base culturale dell'Europa e noi ne facciamo il nostro vessillo di battaglia.
Aaron Paradiso
ARS Lombardia
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