Teoria della moneta "diluita"

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4 risposte

  1. stefano.dandrea ha detto:

    Molti punti non mi tornano o mi sembrano imprecisi o bisognosi di spiegazioni o lacunosi o opinabili o addirittura totalmente infondati.
    Scrivi “L’Italia repubblicana nacque liberista e tra le nazioni europee fu quella che maggiormente prese a modello gli Stati Uniti”.
    Dichiarava Riccardo Lombardi in assemblea costituente:
    “”Nel Paese si vuol diffondere la convinzione che il nazismo ed il fascismo non siano stati altro
    che vincolismo e negazione del liberismo: giudizi sul fascismo che peccano di cecità e di
    ignoranza, perché, intendiamolo bene, gli strumenti di intervento pubblico che hanno usato male
    i fascisti ed abbastanza bene i nazisti, non sono interventi specifici del fascismo e del nazismo,
    ma interventi di qualsiasi democrazia e di qualsiasi regime socialista moderno. Li usano in
    America e li usano anche i laburisti inglesi. Lo strumento è indifferente: il modo con cui li
    hanno usati è importante, perché li hanno usati ai fini di una politica di guerra e di
    impoverimento. Contro questa mentalità e contro questa politica che ne deriva, noi abbiamo
    lottato e lotteremo. Guardiamoci bene da queste interpretazioni che fanno consistere il fascismo
    nella bardatura e nel vincolismo delle forze economiche. Non sarebbe stata necessaria una lotta
    di 20 anni, così sanguinosa, per distruggere un semplice fatto di indirizzo economico.
    Ma c’è dell’altro nel fascismo e nel nazismo. E la comoda interpretazione per cui si dice che il
    fascismo risorge quando si tenta di mettere in atto gli strumenti del controllo pubblico è ridicola,
    e non possiamo che respingerla”.

    Peraltro, al di là di questa affermazione, lo stesso autore, successivamente, scriveva: ” “L’avversione al fascismo si era tradotta in un’avversione per l’ingerenza pubblica nella economia e quindi in una rivalutazione del liberismo. Eravamo come ipnotizzati dalla preoccupazione che ogni forma di statalismo sembrasse un omaggio ai fascisti, e molti di noi, inoltre, pensavano l’economia ingovernabile, nel senso che si dovesse fare affidamento sulle
    forze spontanee”.

  2. stefano.dandrea ha detto:

    Continuo con le mie osservazioni critiche.
    Scrivi, con riguardo agli Stati Uniti: “La moneta complementare di ogni stato potrebbe fare in modo di avere uno sviluppo più regolare per il proprio territorio, facendone così una “area valutaria ottimale”. Il prezzo di un “big-mac”, in questo modo, sarebbe diverso tra una zona e l’altra, spingendo la regione in surplus ad “importare” prodotti e manufatti dalla regione in minus , creando sviluppo e limitando fortemente la migrazione di lavoratori che mette in crisi strutturale interi territori. Gli USA non sono MAI stati una AVO. Alla fine è SEMPRE e SOLO il sostanziale PAREGGIO tra le BILANCE COMMERCIALI tra Stati che eviterebbe (o quantomeno limiterebbe fortemente) le crisi periodiche derivanti da debito verso l’estero a cui assistiamo”.

    Ma nemmeno la Russia è un’AVO e nemmeno la Francia e nemmeno la Germania e nemmeno la Grecia. Probabilmente nemmeno la Sicilia o l’Abruzzo. Dove le differenze tra zona e zona sono poche, posto il principio da te affermato dell’insufficienza dei trasferimenti, alla lunga si creerebbero squilibri.
    La teoria dell’AVO va risolta nel senso che le AVO non esistono. Uno stato non si forma perché un certo territorio è un AVO, bensì grazie alla combinazione di guerre, intelligenze, volontà di potenza, religioni, idealismo, dottrine profetiche che riescono ad avverarsi, errori, rapporti culturali, esistenza di una lingua colta, lingua dei codici, dei tribunali, delle amministrazioni, dei libri, della poesia, delle università.
    E’ accaduto che la formazione di uno stato abbia lasciato inizialmente piu’ monete e poi si sia andati verso l’unica moneta. Non è mai accaduto, credo, che da una moneta si sia tornati indietro. Formalmente l’Italia lasciò una moneta ma in realtà le banche di emissione, in concorrenza tra loro, erano 5 e poi 6, fino al 1926 quando si accentro’ l’emissione nella banca d’Italia.
    Uno stato che introducesse monete regionali o uno stato federale che introducesse monete statali nei singoli stati federali (a parte piccole “repubbliche “indipendenti” che possono esistere in vari stati) sarebbe probabilmente destinato a disintegrarsi. Avrebbe piu’ politiche monetarie e quindi fondamentalmente piu’ politiche economiche.
    E’ un fatto comunque che mai nessuno stato le ha introdotte. Stiamo attenti alla fantapolitica fondata su economicismo.

  3. stefano.dandrea ha detto:

    terza osservazione.
    Scrivi: “In Italia ci sono stati sempre DUE, forse anche tre Nazioni, distinte e separate”.
    Qui il termine nazione è certamente errato. Si può, infondatamente, negare che l’Italia sia una nazione ma non si può affermare che in Italia ci siano state due o tre nazioni. Non ci sono mai state due o tre lingue di codici,tribunali e amministrazioni. Non ci sono mai state tre aree nettamente distinte per religione. Anche qui mi sembra che l’economicismo (non l’economia) sia da te posto a fondamento di tutto, fino al punto di imporre un nuovo vocabolario.

  4. stefano.dandrea ha detto:

    Infine il miracolo economico italiano si conclude, secondo gli storici dell’economia, nel 1962. Tuttavia: a) gli anni dal 1951 al 1959 vedono aumentare il divario tra nord e sud in misura minore rispetto a tutti i periodi pregressi, con esclusione del periodo 1861-1889; b) le differenze tra nord e sud si attenuano soltanto in modo continuativo dal 1959 al 1975 (con l’eccezione dell’anno 1974); c) dal 1975 al 1983 le differenze non aumentano e non diminuiscono; d) tornano ad aumentare dal 1983 al 1995; e) tornano a diminuire dal 1996 al 2007, ossia fino a prima della crisi. Per il grafico e le fonti si legga qua: https://www.appelloalpopolo.it/?p=11733

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