Gli insegnamenti che nulla hanno insegnato

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5 risposte

  1. walter ha detto:

    Scusate, io ho letto il libro di pino aprile ( terroni ). Nel libro parla di 3 fazioni : i garibaldini; la chiesa; i briganti. Si narra che i garibaldini vennero al sud si impadronirono delle nostre ricchezze violentarono le nostre donne impiccarono i briganti, e successivamente con la cancellazione del Regno delle Due Sicilie unirono tutti i popoli d’Italia sia politicamente che economicamente con la lira e i piemontesi che avevamo un enorme debito lo elusero con la lira facendolo diventare di tutti (su tutti il debito non seìmbrava enorme ).
    Furono chiuse tutte le fabbriche al sud e portate al nord.
    Sul vostro sito che apprezzo molto trovo una versione miope della storia, fate passare i garibaldini come eroi.

  2. stefano.dandrea ha detto:

    Walter,

    il libro di Pino Aprile non dice proprio ciò che dici tu, per fortuna (di Pino Aprile). E comunque è un libro che dice molte ovvietà note (prova a leggere il terzo volume del manuale di storia per le scuole superiori del De Rosa, che io studiavo nel1988) facendole passare per teorie rivoluzionarie. Per altro verso contiene un mucchio di valutazioni immorali e insensate.

    L’esercito meridionale di Garibaldi alla fine, al momento della battaglia sul Volturno, era composto da circa 50.000 uomini, metà dei quali erano del sud. Quindi sicuramente non era un esercito del nord. Discorso diverso merita la scelta dei Savoia di scogliere l’esercito meridionale e di far reprimere il bragantaggio dall’esercito (per lo piu’) piemontese.

    Quando vuoi ne parliamo con calma. Ma una cosa è certa: il Risorgimento fu la rivoluzione borghese in Italia e infatti TUTTI i borghesi del sud (notai, farmacisti, avvocati, amministratori, imprenditori) stavano con i “rivoluzionari” (come li chiamavano i borboni). Siccome il popolo allora ancora non entrava nella storia (nel 1848 era entrato nella storia della francia ma noi eravamo indietro: il partito socialista italiano verrà fondato nel 1892), il consenso per l’Unità coinvolgeva dunque TUTTI COLORO CHE ERANO PARTE DELLA STORIA. L’accusa al risorgimento di non essere stato popolare (e in piccola parte in realtà pure lo fu) è dunque assurda: come accusare Annibale di non aver usato i carri armati.

    I garibaldini erano per almeno un terzo borghesi senza alcun problema economico (ripeto: per metà erano del sud), che da anni e talvolta da generazioni combattevano per il loro ideale. Se noi nani e minuscoli moderni non riusciamo oggi ad avere stima per quegli uomini idealisti e coraggiosi, forse meritiamo la schiavitù verso la quale stiamo scivolando.

  3. Durga ha detto:

    Ora e’ di moda parlare male del Risorgimento. Naturalmente anche in quei fatti storici ci sara’ stato qualche difetto o errore, ma il fatto che sia cosi’ di moda denigrarlo fa sorgere il dubbio che cio’ rientri in una campagna anti-Stati nazionali favorita dalla UE. In particolare, mi piacerebbe che qualcuno gentilmente mi spiegasse come e perché il Sud Italia sotto i Borboni fosse cosi’ prospero, possibilmente fornendomi anche dati sullo stato del popolo comune e non solo della Corte di Napoli o dei baroni siciliani.

    • Luigi ha detto:

      Da persona del Sud, ritengo che l’idea risorgimentalista non fosse di per sè un male come viene descritto dalla retorica preunitaria ma sia riconducibile a chi si pose alla testa di quella rivoluzione. Penso ad esempio a Carlo Pisacane (meridionale tra l’altro) che aveva capito che il risorgimento per realizzarsi a pieno doveva avvenire per via popolare, fallendo purtroppo. Ma anche Mazzini aveva idee ben chiare sul risorgimento, in quanto considerava la forma repubblicana l’unica possibile, infatti i repubblicani mazziniani durante i periodi di governo della destra storica e della sinistra storica erano annoverati tra l'”estrema sinistra”.
      Quindi gli errori commessi durante il risorgimento vanno secondo me, perlopiù attribuiti alla miopia dei sabaudi che ai risorgimentali stessi, i quali avevano visioni della società radicalmente diverse.

      • stefano.dandrea ha detto:

        Caro Luigi,
        la tua è una impostazione seria. Io per esempio l’ho sempre pensata come te. Adesso, forse sono diventato piu’ maturo (o forse adesso sbaglio) e allora vado scoprendo che in fondo alla fine tutti si resero conto che quella dell’egemonia sabauda era l’unica strada per raggiungere l’unità (mazziniani, garibaldini, federalisti). La Repubblica di Mazzini è arrivata nel 1948, con in più una disciplina dei rapporti economici di tipo socialista.
        Forse le nostre visioni idealiste non tengono conto che in Italia mancava ancora una sinistra socialista o anche soltanto il partito radicale. Solo Pisacane non fa un partito. Quindi, non poteva vincere chi non competeva, perché non c’era. E nemmeno Mazzini, che era l’ala radicale repubblicana consistente poteva vincere.

        Tuttavia, talune recenti prese di posizione, semplicistiche a dir poco, mirano a condannare il risorgimento in sé considerato, quando invece il volontarismo risorgimentale, ossia la dedizione e il sacrificio per un’idea, molto spesso non motivato da ragioni economiche, dovrebbe essere sempre fonte di ispirazione e oggetto di devozione e ammirazione. Chi siamo noi, per permetterci di giudicare negativamente i martiri di un’idea? Chi siamo noi per non ammirare?

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