Negri
di Tonguessy
Il Triangolo d'oro degli anni che vanno dal '500 all'800 aveva i vertici in Europa, Africa centrale e costa sudorientale degli odierni Stati Uniti. Dall'Europa partivano navi cariche di prodotti locali (armi, liquori, stoffe etc..) che servivano come merce di scambio per acquistare gli schiavi che poi sarebbero stati trasportati nelle piantagioni americane. Quest'ultimo tratto si chiamava Middle Passage. Il triangolo si concludeva con le navi cariche di merci (pelli, cotone etc…) che tornavano in Europa. Tutto questo andirivieni aveva come scopo principale la riduzione in schiavitù di giovani forti da usare come manodopera nei latifondi del sud degli States.
Si conta che l'Africa abbia perso una dozzina di milioni di giovani (cui vanno aggiunti almeno 4 milioni di morti per stenti) e abbia subito la distruzione di interi sistemi economico-sociali per fornire manodopera agli States. Il sistema feudale in vigore fino alla guerra di secessione nel sud degli States funzionava a meraviglia: nonostante le risapute brutalità gli schiavi più di tanto non potevano fare. I bianchi governavano o avevano mansioni superiori, i negri lavoravano. Ad un certo punto della storia però gli industriali del nord ebbero bisogno di manodopera, e si accorsero che al sud ce n'era quanta se ne voleva. Bastava convincere i latifondisti a lasciarli lavorare per le fabbriche del nord.
Gli industriali avevano capito che la manodopera mobile a basso costo era l'elemento necessario al perseguimento dell'industrializzazione della nazione. Non si misero mai d'accordo, i latifondisti e gli industriali, e ne scoppiò una guerra sanguinosa che decise da quale parte dovessero stare i negri. Alla fine della guerra il feudalesimo aveva perso ed i negri furono liberati, per la somma gioia degli industriali. Se ne andarono dalle baracche delle campagne del sud per andare a vivere nelle case popolari del nord. Non più braccianti guardati a vista dai latifondisti ma operai che vengono licenziati se il lavoro svolto non soddisfa. Tra le troppe dichiarazioni di solidarietà per la causa dei negri nessuna fa riferimento alla possibilità di farli tornare dove erano stati catturati: per i latifondisti e per gli industriali l'importante è che stiano al loro posto a produrre plusvalore. La parità di diritti vale solo per il diritto ad essere manodopera a basso costo, nulla di più.
Tutto il resto è triste retorica. C'è quindi stato uno spostamento di apparenze ma non di significato:schiavi nelle campagne o liberi di lavorare in fabbrica. Mentre il sistema feudale obbligava il negro a rimanere all'interno del latifondo, il sistema industriale permetteva lo spostamento. Una sorta di volontarietà malriuscita che diventava l'alibi di una società migliore, più egalitaria. E' una trasmigrazione di intenti, non di risultati. Alla fine la produzione di plusvalore non cambia, varia solo il contesto in cui si sviluppa. Se il feudalesimo agrario prevede mobilità minima e minima variazione di forza-lavoro, il capitalismo industriale vuole invece forte mobilità e grosse variazioni di forza-lavoro per potere seguire al meglio le variazioni dei rapporti domanda-offerta tanto nei vari comparti tecnici che temporalmente. Chiamare questo cambiamento di necessità delle elites con nomi altisonanti tipo “abolizione della schiavitù” oppure “parità di diritti” e così via nasconde la vera natura del finto cambiamento. Emblematico è lo spostamento di ruolo avvenuto nella manodopera degli stati del sud: se durante lo schiavismo i negri lavoravano la terra e basta, dopo l'eliminazione formale della schiavitù i latifondisti “assumevano” gli ex-schiavi con l'obbligo però di produrre molto di più di quanto non facessero prima. Come si vede il concetto di “libertà” non può venire scisso dalla prassi del guadagno. Prima il guadagno e poi il resto.
Queste note sono importanti per capire cosa ha fatto il capitalismo industriale moderno a differenza di quello fondiario e servirà a capire cosa sta facendo il capitalismo del nuovo millennio nei confronti della nuova manodopera. Se il punto di partenza è l'accumulo di capitale ci saranno sempre sistemi “più efficienti” per farlo. Il fatto che questo significhi maggiore o minore “libertà” per i lavoratori diventa un fattore contingente, slegato dal vero significato della manovra economica. Fino al medioevo il mercato era quasi unicamente locale. Poi con il rinascimento e grazie ai sistemi di trasporto i mercati si allargano. La manodopera diventa internazionale, come testimonia la tratta degli schiavi. Ma ad un certo punto si esaurisce anche il mercato internazionale che diventa così globale. Si è passati dalla manodopera locale alla manodopera globale: produrre a Nanchino quelle merci che saranno vendute a New York o Parigi. Parallelamente è sparita l'idea di “fissità culturale e geografica”. L'imponente spostamento di merci tra i continenti non può che favorire lo spostamento di uomini, visto che gli uomini stessi offrono la cosiddetta merce-lavoro. Le società diventano multietniche non per una volontà liberista, ma per necessità di mercato: dove c'è la merce-lavoro più economica lì si dirige il flusso economico. E, per simmetria, la merce-lavoro arriva dove esiste una disponibilità all'”acquisto” maggiore. Quest'ultimo aspetto ha assunto significati diversi a seconda del contesto storico: nel periodo coloniale ha generato lo schiavismo, nel periodo industriale ha generato il proletariato e ora nel periodo postindustriale, ovvero nell'era finanziaria, ci sta regalando la delocalizzazione ed il precariato.
Tale mutazione si riflette anche nei flussi migratori: catturati e mandati a lavorare come schiavi fino al XIX secolo, gli africani si ritrovano oggi a godere della “libertà” di imbarcarsi volontariamente in quei barconi fatiscenti che traghettano i più “fortunati” nei paesi dei loro ex-colonizzatori, mentre lasciano marcire in fondo al mare i meno fortunati. Ovvero mentre una volta erano i latifondisti a doversi preoccupare di trovare un numero sufficiente di negri che li rendessero ricchi, oggi non serve più organizzare battute di caccia al negro: pensano loro stessi ad andare ad ingrossare le fila dei moderni schiavi di importazione. A spese loro, per giunta. Un notevole passo avanti. Senza dubbio denota una maggiore efficienza di sistema. Pensate a quanti soldi stanno risparmiando i capitalisti del nuovo millennio rispetto ai loro predecessori. Un argomento di questo tipo meriterebbe di essere insegnato alla Bocconi.
"(oggi)
l'Imperialismo si chiama Globalizzazione, e le vittime dell' Imperialismo si chiamano Paesi in via di Sviluppo
confondendo i bambini con i nani…"
Eduardo Galeano
http://www.youtube.com/user/albac69#p/a/u/1/LGXWcJ3Hzcw
http://www.youtube.com/user/albac69#p/a/u/0/R_r8oMpCQWA
caro tonguessy,hai detto tutto.